Nell’editoriale di commiato dai vent’anni di direzione del quotidiano La Repubblica, il dimissionario direttore Ezio Mauro, in tema di autonomia giornalistica scrive:
“Con la speranza, che questo giornale ha sempre sollecitato, di vedere finalmente in campo una sinistra risolta, europea, moderna e occidentale (il ritardo è enorme e dunque colpevole) e una destra finalmente liberata da tentazioni cesariste, padronali, nostalgiche o xenofobe, che in Italia non c’è mai stata. Un’Italia in cui si confrontino una sinistra riformista, di governo, e un partito conservatore autenticamente liberale è il traguardo che indichiamo da decenni: oggi tanto più urgente, prima che arrivi l’onda alta del populismo antisistema che coltiva la rabbia e la disperazione senza mai riuscire a trasformarle in politica, scagliandole in una feroce gioia contro le istituzioni“.
La mission di un giornalista non dovrebbe essere quella di mirare a “un partito”, che per il comodo del suo editore finanziato dal Pd (De Benedetti), è contro il Movimento 5 stelle, contrario al finanziamento pubblico all’editoria e quindi liquidato come “populismo antisistema rabbioso e feroce contro le istituzioni“. Con queste poche frasi inserite in un lungo epitaffio, Ezio Mauro dimostra che in vent’anni di direzione di un giornale, si è arricchito facendo il servo a un uomo di sinistra e di sistema. E questo non è un bell’esempio per le future generazioni di giornalisti. Rimaniamo curiosi di sapere quanto Ezio Mauro ha preso di liquidazione e di buonuscita dal giornale. Nell’editoriale non lo ha scritto.