matteo renzi lingua

Avrete notato come la macchina mediatica si è mobilitata a nobilitare Matteo Renzi. Ora che il sindaco di Firenze riceverà da Giorgio Napolitano l’incarico di formare un nuovo governo, e quindi l’investitura di premier senza voto, manco fossimo in Corea del Nord, Renzi si è guadagnato la palma di burattino sovraesposto. Tutti i giornali e tutte le tivù fanno di “Flipper” (Alfano dixit), il frontman da esibire o da spolpare a seconda del tipo di pubblico. Le tivù commerciali, quelle che mirano alla vasta fetta popolare del Paese, sono le più ridicole: mostrano Renzi in versione familiare. Il premier in pectore viene interrogato sui problemi e i risvolti della sua vita privata, che per ovvi motivi, non possono essere diversi da quelli di tutti gli altri cittadini. Sorriso perenne, piglio della battuta, dichiarazione di fede cattolica, un po’ di politica con linguaggio calcistico e scaramucce domestiche del tipo “mia moglie ha fatto il cesareo col primo figlio“, sono i perenni ingredienti che servono a dare commerciabilità al personaggio. Per commerciabilità s’intende credibilità e fiducia, che mirano ad addolcire la rabbia dell’italiano medio verso una classe politica criminale, della quale non fa distinzioni, per ottenere il voto nell’urna. La televisione in Italia rimane una fenomenale macchina raccatta-voti. Una zoomata sfuocata, ritornello in sottofondo, colori positivi come il blu o l’indaco, mirano a tenere narcotizzata quella considerevole fetta di italiani priva di sufficiente spirito critico per associare il fine ai mezzi. Quella che fatica ad associare che i videoclip in tutte le salse e in tutti i salotti nei confronti di Matteo Renzi, per esempio, sulle reti Mediaset, nascondono l’interesse diretto di Silvio Berlusconi.

Ciò che nessuno dice con chiarezza è che Matteo Renzi è uomo di Berlusconi. Ciò che nessuno dice è che Renzi ha usato il Pd come taxi per colmare il proprio ego di ambire alla carica di premier, visto che nelle praterie politiche pascolano solamente quarantenni senza quid e senza potere contrattuale. Renzi è come un corridore dei cento metri che vince il titolo correndo la distanza in un’ora perché gli altri partecipanti sono rimasti ai blocchi di partenza. Lo starter di gara è Mario Draghi, mentre il giudice d’arrivo è Angela Merkel. Renzi presterà la sua faccia per qualche mese alla recita di premier, visto che quella di Letta non è più proponibile dopo lo stillicidio di promesse incompiute, di frasi fatte e di nullità politica a fronte di un aumento della disoccupazione, del credit-crunch e dei suicidi. Cambiare premier e ministri serve a dare una ventata di novità a quell’Italia narcotizzata che ancora si illude che il proprio Paese sia una nazione sovrana. E soprattutto serve agli interessi aziendali di Berlusconi. Ora che Renzi si prepara a prendere le redini dell’Italia, viene apprezzato da tutti i partiti. Persino dalla Lega di Matteo Salvini, che fino a qualche giorno fa gli dava del “chiacchierone“, mentre ora incensa il sindaco come uomo a cui dare una possibilità. Tutti approffittano di tutti. Non sentiremo più Renzi dire che timbrare il cartellino è fantozziano, perché adesso al sindaco trasformato in sind’accatto, servono pure le simpatie del sindacato.

Renzi non viene toccato sui problemi veri di questo Paese, a cominciare da che idea si è fatto del fiscal compact che sarà la nostra ghigliottina sociale. Non è Draghi che viene sbertucciato su questioni risibili come “il cesareo di sua moglie”. Di Draghi e dei banchieri come lui, si sa poco nulla perché Draghi è il vero premier italiano. Quello che sta a presiedere la Banca centrale europea a Francoforte, che tutti temono e che quindi non si deve esporre. Matteo Renzi è soltanto l’ultimo dei burattini che ha bruciato le tappe. Arriva a fare il premier senza passare dalle urne e questo farà piacere a ciò che rimane degli apparati del Pd perché sperano di bruciare il sindaco di Firenze con tutta la sua smania da primadonna. E’ probabilmente una tattica politica che invece di avere a cuore i problemi degli italiani, ha a cuore gli interessi personali di chi cannibalizza il prossimo pur di emergere.
Questo Paese è al si salvi chi può. L’Europa incombe con tutto il suo peso morto che ci soffocherà. Le urne sono l’unica e ultima spiaggia fintanto non la terranno chiusa i partiti tutti alleati contro Grillo: da Storace a Vendola. Altrimenti ci sarà soltanto la rivoluzione popolare contro i carri armati. Renzi fa la parte del fiorellino sul buco del cannone. Che pare il buco del culo.

Un pensiero su “Matteo Renzi il sind’accatto”

Lascia un commento