Che beffa! Il leader dell’Unione africana Muammar Gheddafi é l’ultimo dei criminali “maghrebini uniti” asserragliati nel bunker a rischio linciaggio dei cittadini libici che ha fatto ammazzare a decine di migliaia con bombe e kalashnikov. L’amico baciato alla mano come miglior tradizione mafiosa da Silvio Berlusconi, quello che nella limitrofa Tunisia disse sul set di Baaria “Voglio passare alla storia come il premier che ha sconfitto la mafia” davanti agli eterni amici tunisini Tarek ben Hammar (produttore tv) e Ben Alì, a cui B. rivelò il suo sogno di “Comandante in capo dell’Esercito del Bene“. Invocava le riforme per le quali “occorrerebbe un’altra opposizione” ben sapendo che riformare corruzione e impunità “incline a delinquere” come Berruti di cui B. é golpista é specialista, é solo questione di numeri di italiani ridotti alla fame. Quelli da cui i “rivoltosi” libici impegnati a contrastare le macellazioni inflitte dai sostenitori di Gheddafi, si aspettano che “Berlusconi chieda scusa al popolo libico con vergogna assieme a tutto il governo. Per tanti anni siamo stati vittime del regime fascista, poi Berlusconi si é messo a sostenere un altro fascista come Gheddafi. Vergogna! Lo sapete a Roma che i soldi italiani per gli indennizzi alla Libia sono serviti a Gheddafi per pagare i mercenari e comprare le armi utilizzate per reprimere il popolo libico? Vergogna per il silenzio di fronte al massacro della nostra gente“. Lo dicono a un giornalista italiano presente in Libia del terrorista Gheddafi, fuorilegge per il suo regime in quanto reporter straniero. Berlusconi non riserva nessun processo breve a Gheddafi. Non lo processa proprio! Anzi, tace come Mangano sui bunga bunga che i suoi militari macellai infliggono alle donne libiche nei villaggi in questi giorni.
Chissà se basterà “una partita di calcio fra Italia e Libia” auspicata Lamberto Dini per la “ritrovata amicizia fra i 2 Paesi contro polemiche incomprensibili“. La banda di piduisti di governo italiano cascano dalla luna: “Non pensavamo ci fosse tanto malcontento” sorvolando sui profughi morti di stenti nel deserto e sui controlli degli sbarchi di profughi provenienti dal golfo della Sirte. Pensavano fosse tutto un gioco di viziosi beduini. Lord a confronto del terrorista Gheddafi che ha usato la loro tenda per dormire sui prati di Roma. Chissà quante ne potrà accogliere il parco di Arcore. A giudicare dal numero di libici che preferisce morire per giusta causa nel proprio “scatolone di sabbia”, pare tutto uno spot per la solita Lega nord che usa la paura per raccattare qualche voto. Roberto Maroni metaforizza la crisi libica con quella del governo italiano con Barroso: “non reggermo a lungo” ben sapendo che da quando ci sono i leghisti profughi e stranieri in Italia sono solo aumentati. L’ennesimo affare fornito sul piatto dal terrorista Gheddafi lo coglie al volo Bossoli: “Niente elezioni” tuona abbarbicato al plurimputato Berlusconi che in onore del trattato di amicizia e complicità con la sua delegazione a Tripoli di “fecce” tricolori, fa svolazzare le Frecce tricolori che “non costano quasi niente” per il ministro La Russa.
Gheddafi e Berlusconi in piedi sull’attenti come Mimì e Cocò in testa ai loro sudditi, impegnati a battagliarsi nel Canale di Sicilia per la quale “i profughi toccano alle regioni ricche“, ennesimo pretesto per spillare soldi da Roma. Persino da Gerusalemme giunge l’Eco di Umberto, secondo cui “é piuttosto triste che Berlusconi sia al potere in Italia come fu Hitler in Germania grazie a ‘libere elezioni’ a differenza dei suoi amici dittatori Mubarak e Gheddafi“. Libere illazioni nell’Italia ridotta alla canna del gas dell’Eni che dopo aver chiuso i rubinetti dalla Libia si attende l’off pure dall’oleodotto algerino. Senza gas servirà nuova energia. Quella degli italiani incazzati che spazzino via questo governo marcio.