Ecco una notizia che riguarda la Rai e che la Rai non darà mai.
Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha una condanna definitiva a un anno e mezzo di carcere per peculato con sentenza emessa dal Tribunale di Torino.

Quand’era consigliera regionale in Piemonte, col partito di Giorgia Meloni, sperperò 25 mila euro di soldi pubblici in Swarovski, vestiti, borse firmate, strenne natalizie, cene costose e pure per uno studio sulla propria reputazione online. Soldi che i giudici non hanno ritenuto attinenti alla funzione istituzionale e compatibile con l’attività politica in Regione.

Dunque Augusta Montaruli, in qualità di pregiudicata, oggi siede sulla poltrona di vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai: l’organo su cui gravitano tutte le manovre politiche, economiche e soprattutto editoriali del servizio pubblico a canone obbligatorio.

Mentre mi pare scontato ricordare che in una qualunque democrazia europea non esiste che un pregiudicato per reati legati ai soldi pubblici ricopra un ruolo nel Parlamento, e men che meno in un ente di garanzia qual è la Commissione di Vigilanza Rai, le nomine a vicepresidente hanno riguardato anche Maria Elena Boschi, deputata renziana che qualche anno fa – nelle vesti di sottosegretario – fece la vu’ cumprà alla corte di diversi banchieri per cercare di far rilevare il Monte dei Paschi di Siena decotto, e di cui il padre Pierluigi Boschi era socio.

Presidente della Commissione di Vigilanza è stata nominata la grillina Barbara Floridia, già sottosegretaria nel governo Draghi, che di recente ha definito Elly Schlein una bella novità per il Pd.

Quanto al Movimento 5 stelle vanno spese due parole. L’attuale partito di Giuseppe Conte vuol presentare una proposta di legge per cacciare i partiti dalla Rai, ma non si capisce perché non lo abbia fatto quando governava col Conte 1 e il Conte 2.
E comunque, la presidenza di Roberto Fico di qualche anno fa sempre in Commissione di vigilanza, ci insegna che la Rai non la riesce a riformare nessuno.

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