famiglia

Una recente sentenza che ha assegnato l’adozione di un minore ad una coppia gay di lesbiche, ha fatto tornare di attualità la questione adozioni per le cosiddette coppie omosessuali che vivono stabilmente sotto lo stesso tetto e che condividono la propria vita. Il tema è assolutamente importante, perché l’adozione riguarda la vita dei bambini che devono crescere in un ambiente di amore e comprensione. Ebbene, tanto per venire subito al nocciolo della questione, dal mio punto di vista scarterei il problema dei gusti sessuali di un potenziale genitore. Tenderei, piuttosto, a non perdere di vista il percorso di perpetuazione della specie umana, che coinvolge un uomo e una donna. Uomo e donna, nonostante le recenti chiacchiere sul genitore A e il genitore B, rimangono due esseri umani di due generi sessuali diversi, ma al tempo stesso complementari. Siccome l’essere umano viene concepito da un uomo e una donna, è ovvio e naturale che per crescere avrà bisogno di riferirsi a un papà e a una mamma. Che i genitori siano bisessuali, gay, feticisti o guardoni, non importa. Importa che il bimbo o la bimba dispongano di entrambi i sessi per potersi relazionare e poter crescere imparando a distinguere e dosare i loro istinti, i loro sentimenti e le loro pulsioni. Un solo genitore disponibile, crescerà un figlio monco per la mancanza dell’altro genere di riferimento. Come monco crescerà se i genitori sono due dello stesso sesso. In entrambi i casi c’è una situazione innaturale che espone il minore a maggiori rischi di disagio e di una qualità di vita appagata soltanto a metà sul piano affettivo. Non ci sono trucchi o scappatoie da questo vecchio schema. E’ quello più longevo e diffuso in tutto il mondo di tutte le culture. Il matrimonio tra uomo e donna è un legame che serve proprio a scongiurare il rischio di lasciarsi a tutela della serenità dei figli, che solitamente non si preoccupano tanto se mamma e papà si vogliono bene. Bensì a loro interessa disporre di entrambi i genitori sotto lo stesso tetto. Parlo con cognizione di causa, visto che a mia volta sono padre di un bimbo e di una bimba che affronta i problemi della vita di tutti. Compresi quelli di relazione all’interno di una coppia. Non basta ritenere che per i bambini sia prioritario l’amore, anche di un solo genitore o di una coppia gay. La formazione della personalità di un minore passa anche attraverso le liti dei genitori e attraverso la loro capacità di scendere a compromessi per tentare una soluzione di pacifica convivenza nel solo interesse dei figli. Da questo punto di vista, la crisi economica ci sta mettendo del suo. Molte coppie, infatti, non sono nelle condizioni di divorziare e quindi imparano a vivere da separate in casa. A mio avviso è una grande lezione di vita e di maturità per un genitore. Sembra quasi di tornare indietro di tre generazioni, quando il divorzio non esisteva. Del resto, il divorzio regolamentato in tutte le democrazie occidentali, è figlio dell’epoca industriale e consumistica. Quella che dà diritto ad una donna di essere contemporaneamente mamma e lavoratrice. Condizione, scusate, a sua volta forzata e innaturale. Del resto una coppia separata raddoppia i consumi: due case, due televisori, due frigoriferi eccetera eccetera. Io propendo per la donna di casa che cura l’economia familiare e alleva i figli dedicandosi solo a loro. E’ il ruolo che solitamente le riesce meglio, a meno che la donna in questione non sia una carrierista che si valorizza nel mondo del lavoro senza fare figli. Scelta rispettabile, ma che non dovrebbe avere nulla a che vedere col problema del divorzio. A mio modesto parere, il divorzio con i figli piccoli è sempre una scelta sbagliata e irresponsabile. E’ una scelta egoista che antepone l’amor proprio dei genitori a quello dei figli che necessitano di entrambi. Per entrambi intendo un uomo e una donna, anche litigiosi. Dunque, solo e soltanto a un uomo e a una donna i tribunali dovrebbero dare in adozione i minori. Non a un solo genitore o a una coppia gay com’è capitato in quella mostruosa sentenza. Quanti di noi sono cresciuti con coppie gay per poter ritenere che ciò, per i minori, sia giusto e moderno? Quanti di noi sono così sicuri di poter esprimere lo stato d’animo dei propri figli cresciuti in condizioni innaturali con un solo genitore o con una coppia gay? Insomma, siamo disposti a inventarci tutte le scuse di questo mondo pur di far passare in secondo piano la nostra irresponsabilità che ci spinge a rinunciare al partner imperfetto mettendolo in conto alla serenità dei figli. Ma la natura non mente. E violarla ha sempre delle conseguenze negative e nefaste. Pensiamoci bene prima di dire che l’amore per un bimbo fa lo stesso. Sti cazzi! Fate figli, state con loro, guardateli negli occhi, giocateci, conosceteli e poi ne riparleremo.

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