Festa del Movimento 5 Stelle

Si può comprendere l’importanza e la delicatezza del ruolo di capo-politico di Beppe Grillo, sempre in primalinea a organizzare al meglio l’attività politica del Movimento 5 stelle. Si può comprendere che di giorno in giorno, anche Grillo e Casaleggio “imparino” sul campo a muoversi in virtù delle conseguenze buone o meno buone delle loro scelte politiche. Ma appare ormai chiaro che il loro comportamento non è più funzionale a una filosofia politica rivoluzionaria. Al contrario, il loro comportamento appare sempre più simile agli schemi dei capetti di partito vecchio stampo. Il Movimento 5 stelle è ormai formato da una moltitudine eterogenea di persone che pesano a seconda del loro ruolo pubblico. La filosofia dell’uno conta uno è puramente numerica. Diverso è quanto la posizione di quell’uno possa influenzare molti altri “uno”, che sommati fanno migliaia o milioni. Il caso dei ripetuti attacchi da parte di Beppe Grillo al sindaco di Parma Federico Pizzarotti, è l’emblema di quanto il Movimeno 5 stelle stia rischiando di essere percepito come il Pd diviso in mille rivoli. Pizzarotti è sindaco di una città di 200 mila abitanti che ha assunto un ruolo pubblico dopo aver fatto delle promesse in campagna elettorale. Una di queste promesse, legata all’apertura dell’inceneritore, è stata disattesa forse per eccessivo entusiasmo in quanto l’inceneritore è stato acceso e avviato. Non sto a elencare i motivi per cui è stato inevitabile lasciare che l’inceneritore partisse. Il punto è che in effetti quella di Pizzarotti è stata una promessa disattesa per una serie di motivi trattati e dibattuti. Oggi, dopo due anni di mandato, per quel poco che io personalmente possa valutare del sindaco di Parma, mi pare una persona che non ruba alla collettività e che sta cercando faticosamente di abbassare i debiti del comune pur mantenendo livelli accettabili di servizio alla cittadinanza. Debiti che per altro risultano effettivamente abbassati di oltre 200 milioni di euro in poco più di due anni di mandato.

Di Pizzarotti, come di tutti i politici, ci sarà molto di perfettibile. Quello che trovo sbagliato, è il fatto che Pizzarotti venga attaccato da Grillo ogni volta che il sindaco esprime un’opinione estranea alle questioni rigorosamente della città di Parma. Il “perché parli” di Grillo di un paio di mesi fa riferito a Pizzarotti è stata una mossa che certamente non ha contribuito a mantenere alta l’attenzione sull’attività politica degli eletti. Idem, il post di Max Bugani apparso sul blog di Grillo ancora contro Pizzarotti esprime la posizione di Grillo, che però si squalifica. Si squalifica perché a differenza di prima, ai tempi di Salsi e Favia, appare un leader con meno coraggio che dice-non-dice un po’ come fanno i vecchi capi di partito per calcolo elettorale. Perché Grillo sa di contare molto più di uno, esattamente come Pizzarotti. Perché le posizioni di Grillo e di un qualunque eletto del Movimento sono in grado di creare correnti prima e scissioni poi all’interno del Movimento. Infatti, non a caso i giornali e le televisioni approfittano per continuare a dibattere sulla divisione Grillo-Pizzarotti. Addirittura parlano già di Pizzarotti fuori dal Movimento. Fuori dal partito. Nei social frequentati dai simpatizzanti di Grillo è un profluvio di commenti fra tutti contro tutti. Il problema è che il Movimento è già diviso su Pizzarotti, perché anche il Movimento ha la sua casta dei pareri forti. E come in tutti i partiti che vogliono dare la parvenza di essere uniti, quei pareri più si fanno forti più tendono a essere opachi per essere inoffensivi.

Vuoi mettere un Grillo che propone il voto sull’espulsione di Pizzarotti! Vuoi mettere un Pizzarotti che dopo tanti attacchi si auto-escluda dal Movimento! Magari, dico io. Sarebbe tutto più chiaro e tutto meno partitico. Ecco perché non mi piace il Grillo-Pilato ultima versione. Quello dei messaggi in codice presi da altri come in una sorta di cerchio magico. Mi dà di losco. Mi dà di distillato di mediazioni e compromessi con sé stesso per soli calcoli elettorali. Idem non mi sta piacendo Pizzarotti. Sta recitando la parte di quello che vuole rimanere nel partito, quando potrebbe cantarle al comico e andare per la sua strada. Questo dovrebbe essere un Movimento libero. E invece stanno facendo di tutto per renderlo simile al Pd. A proposito: se Grillo mai proponesse l’espulsione di Pizzarotti io voterei contro. E allo stesso tempo sarei a favore di maggior libertà di espressione. Basta coi leader vecchio stampo. Siete fuori strada, mi spiace.

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