Quando si dice che Internet è protagonista della più grande rivoluzione culturale che la storia dell’umanità ricordi…
Ecco, quando le tivù smettono di essere fabbriche di consenso politico, cadono dapprima i loro leader (B.) poi i direttori dei loro tigì come Emilio Fede. Che malgrado l’impopolarità, continua ad apparire sui giornali in interviste tutt’altro che irriverenti. Fatte di battute non sempre a effetto che però hanno l’obiettivo di slavare dalla propria faccia l’onta del servilismo, della malafede e della falsità.
Del resto come potrebbe essere diversamente nel Paese delle chiacchiere, dove molto – per non dire tutto – si dimentica. In caso contrario, cioè qualora ci fosse il dubbio che qualcuno possa rivangare la memoria, ci sono uffici legali che come nelle segrete cucine dei ristoranti operano “dietro le quinte” per rimuovere dalla rete ciò che è ritenuto scomodo per non dire vergognoso. E’ il caso degli uffici legali di Mediaset, l’azienda televisiva di Piersilvio Berlusconi impegnati in un enorme lavoro di censura per cercare di ripulire la rete da frammenti di programmi e telegiornali postati su Youtube proprio per la loro sfacciata propaganda al capo del regime Silvio Berlusconi.
Col pretesto della violazione del copyright e dei diritti d’immagine gli avvocati di Mediaset martellano Youtube affinché rimuova video su segnalazione. Il problema è che Youtube cede alle richieste senza nemmeno consultare il titolare del canale. Come nel mio caso. E’ la seconda volta che gli amministratori di Youtube “a loro insindacabile giudizio” rimuovono un video. La prima volta capitò con lo spezzone titolato “Ignobile Emilio Fede vs Santoro” in cui l’ex direttore più macchietta che puttana ne diceva di cotte e di crude sull’allora conduttore di Annozero. La seconda censura riguarda 4 minuti di un’edizione del Tg4 in cui si vede un Emilio Fede in veste di utilizzatore a scopi personali di quello che teoricamente doveva essere un contenitore di informazione contro chi criticava Berlusconi.
Ora, se Youtube mantenesse fede a questa politica, quella dei copyright e dei diritti d’immagine, dovrebbe rimuovere almeno i due terzi dei video che ospita sui suoi megagalattici server, in quanto si tratta di canzoni e frammenti di programmi televisivi che costituiscono l’ossatura più vasta e cliccata sul sito. Ma ovviamente Youtube non rimuoverà mai tutto, altrimenti si vedrebbe decimati i click. Lo fa solo quando riceve minacce da avvocati prezzolati di aziende fondate sui conflitti d’interesse. In modo silenzioso, all’ombra del profilo del canale, senza preavviso e senza possibilità di replica. Insomma, interviene quando gli conviene. In difesa del diritto all’oblìo tanto caro alla leghista Lussana. Alla faccia della libertà e della rivoluzione culturale…
Mi vien voglia di mandare a fanculo Youtube.
Youtube e’ una azienda e spesso tendiamo a scordarcelo.
PS: Per questo bisogna lottare per il Free Software (Free Society) che si batte anche per i formati video liberi.
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[…] Il blog di Daniele Martinelli Pubblicato: 01 luglio 2012 Autore: aggregatore Sezione: Politica e Attualità […]