Lunedì sera, in coda al Tg1 comincerà Qui Radio Londra, il quotidiano che tutti i giorni fino al venerdì, Giuliano Ferrara condurrà in 5 minuti col piglio di editorialista in cui disinformerà milioni di teleutenti paganti. Cachet: 3000 euro a puntata, (600 euro al minuto) 15.000 a settimana per un totale di un milione e mezzo di euro in 2 anni prorogabili. Alla faccia del puttanesimo (pardon) puritanesimo violento e brutale della povertà , questo ennesimo e pornografico ingaggio di regime premia la politica del bisonte barbuto, già direttore di Panorama e pensatore nero su bianco del Giornale secondo cui “devi essere ricattabile” e ovviamente venduto. A forza di ricattarsi, vendersi, affitarsi e subappaltarsi il gabibbo pallido riapparirà nel piccolo schermo davanti all’esercito di vecchietti italici (secondo Kant “segmenti di umanità a forma di legno storto che non si può raddrizzare“) per dire BASTA col dispotismo etico dei magistrati che scoprono prostitute minorenni alle feste di Berlusconi e che trasferiscono i peccati in reati alla faccia dell’utopia di una Repubblica fondata sulle virtù. Ripeterà che la P2 é poco più che una bufala (mai quanto lui), ci spiegherà che i vecchietti della P3 sono stati tutti assolti a partire dal suo amico Denis Verdini “molto diverso da Pasquale Lombardi…” usciti indenni dal girone infernale delle intercettazioni che i magistrati usano contro “l’anomalia berlusconiana per produrre instabilità “.
Sembra preistoria il 2009, quando questo goffo ciarlatano raccontava a Radio radicale che “il 73enne Berlusconi si é indebolito per fisiologia anagrafica senza complotti“. Pare nostalgico dei tempi in cui si faceva pagare dalla Cia per spiare Craxi (obiettivo che ha ispirato pure il disonorevole Renato Farina alias agente Betulla) e che ha ispirato pure Fabrizio Favata nel 2007, quando tentò di usare Ferrara come intermediario per riaggiungere B. con un’intercettazione su Fassino sottratta illegalmente alla procura che indagava sulla scalata di Unipol. Il gabibbo barbuto coniatore di sputtanopoli é pronto a restaurare in tivù – tassa a carico – le macerie etiche, politiche e giudiziarie del grande corruttore e finanziatore di mafiosi Silvio Berlusconi, suo editore con l’ex moglie de “Il Foglio” quotidiano che non legge nessuno ma che percepisce 3 milioni e mezzo di euro annui di finanziamento pubblico all’editoria. Un conduttore grosso come un bidone che con nuda spudoratezza sdoganerà soldi, sesso, puttane e travestiti istituzionali a migliaia di teleutenti senza mutande in quanto troppo impoveriti. Quelli che Ferrara ha il compito di convincere alle prossime urne per risparmiarli all’alleanza TTB (tutto tranne B.) sperando si siano dimenticati del disastroso tentativo di incassare i rimborsi elettorali abortendo un partito contro l’aborto alle politiche del 2006. E’ l’ateo-devoto prezzolato per tenere addomesticati i sudditi. Lo farà dallo stesso trono Rai che “per quanto sia alto ci si siede sempre sul proprio culo“. La reale larghezza di quello di Ferrara é assai maggiore di quello che dimena mentre tenta di abbozzare una rincorsa da qualche panfilo come in foto. Il culo che Ferrara ha avuto vendendosi per milioni profumati al puttaniere sono fin troppi per finire i propri giorni all’esilio di Sant’Elena. Luogo napoleonico che Ferrara aveva augurato a Fini in rotta col puttaniere. Una delle tante, infinite bufale del bisonte barbuto.