Giuseppe Ciarrapico, senatore del Pdl

Dunque, dopo le dimissioni da ministro di Claudio Scajola non indagato, il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico é indagato per truffa allo Stato senza che si sia dimesso. E’ accusato di aver percepito 25 milioni di euro di contributi per l’editoria non dovuti ai suoi 12 giornali locali del centro Italia. Orgogloso fascista pappa e ciccia con Andreotti, che gli suggerì l’istituzione del “Premio Fiuggi” dall’esorbitante costo di 495 milioni, ben oltre i 230 mila dollari riservati ai premi nobel, il Ciarra, oltre ai giornali, é proprietario “nulla tenente” di numerose cliniche distribuite tra Roma e dintorni.

Al tribunale di Cassino il Ciarra dovrà  rispondere pure dell’inedito reato di stalking a mezzo stampa, per presunta diffamazione sul suo quotidiano “Nuovo Molise” assieme al direttore Paolo Giallorenzo di Manuela Petescia, giornalista direttrice di “Telemolise” nonché moglie del senatore del Pdl Ulisse Di Giacomo, definita in diversi articoli “gallina“,”telebefana“, “cubista“, “esperta in filo interdentale“, “esperta di ginocchiere“. Questo il prezzo che la giornalista avrebbe dovuto pagare a partire dal 2005 dopo il presunto rifiuto delle avances di Ciarrapico, quando la voleva designare direttore anche del suo giornale nel momento in cui si stava alleando con la tivù.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, secondo la Petescia, é il titolone in prima pagina apparso sempre sul “Nuovo Molise” il 20 aprile 2009: “Clamoroso! Terremoto nel mondo dell’informazione. Commistione tra giornalisti, mondo politico ed economico“. L’articolo dice che Manuela Petescia é coinvolta nell’inchiesta sull’apertura di una centrale. Secondo il quotidiano circolano voci che stia per essere arrestata. Tutto falso. Lei in procura ci va davvero, per denunciare Ciarrapico.

Nel Luglio ’81 dopo la scoperta della Loggia P2 e la condanna di Roberto Calvi in primo grado a 4 anni per reati valutari legati al crac del Banco Ambrosiano e a 15 miliardi di multa, ci fu un incontro tra il banchiere e il Ciarra su interesse del massone piduista dei servizi segreti deviati Francesco Pazienza, che cercava di evitare il crac della banca. L’incontro avvenne in Sardegna, durante una vacanza di Calvi che aveva ottenuto la semilibertà  in attesa del processo d’appello. Con Licio Gelli latitante, Ciarrapico era il “tramite sicuro ed efficace di Andreotti“. Il 16 aprile 1992, assieme a Gelli, Pazienza, Tassan Din, Flavio Carboni e ad altri, Ciarrapico fu condannato dal tribunale di Milano per bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano.

Ciarrapico mediò l’affaire Mondadori: “Ah, che sera, quella sera. Le trasmissioni vennero sospese e a reti unificate alle 23.20 io lessi il comunicato dell’accordo, con a destra Gianni Letta e Fedele Confalonieri, e a sinistra Carlo Caracciolo e l’avvocato Ripa di Meana che rappresentava De Benedetti“. Era il 29 aprile 1991 quando, De Benedetti e Berlusconi chiusero dopo 495 giorni l’estenuante guerra di Segrate con la spartizione della Mondadori. Atto finale di un negoziato avviato dopo che la magistratura romana aveva annullato il lodo arbitrale che dava ragione al gruppo guidato da De Benedetti. Dopo la notte del Ciarra al patron della Cir rimasero la Repubblica, L’Espresso e i quotidiani locali della Finegil, mentre Berlusconi conquistò libri e periodici (con Panorama).

Durante l’interrogatorio sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, Massimo Ciancimino, nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo davanti all’ex generale dei carabinieri ed ex capo del Sisde Mario Mori, accusato col colonnello Mauro Obinu di avere favorito la latitanza di Bernardo Provenzano, ha detto che suo padre Vito, l’ex sindaco mafioso di Palermo, tra gli anni ‘70 ed ‘80 “Su consiglio di Caltagirone e Ciarrapico investì in Canada in occasione delle Olimpiadi”.

Ecco alcune dichiarazioni di Ciarrapico:

Craxi é l’unico statista che abbiamo avuto dai tempi di Mussolini. Non a caso ne era un grande estimatore. Ad Hammamet con Bettino discutevamo per ore del Duce“.

Di Andreotti ha detto che é “Un accorto gestore di una democrazia malata“.

Se qui a Roma si fosse potuto votare per il Pdl e non ci fossero state tutte quelle polemiche e tutta quella confusione, avremmo vinto a mani basse“.

Quelli si dovevano fare ammazzare sul posto pur di consegnare la lista del Pdl in Tribunale. Io sono stato educato a credere, obbedire e combattere. Per questo spero che nel partito ci sia una sorta di notte dei lunghi coltelli“.

Berlusconi é inarrivabile, lui é un valore assoluto che deve pesare anche nel Pdl. Fini é un residuato bellico. Nel partito, Berlusconi é la persona più intelligente che ho mai conosciuto“.

Sono preoccupato dalla distanza crescente tra Paese reale e Paese legale“.

Già , con un senatore così che non si dimette, pure gli italiani dovrebbero preoccuparsi.

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8 pensiero su “Il camerata condannato rimane in Senato”
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    Corre voce  che  Franco  Manzitti (già Â  redattore  capo  di  Repubblica a Genova) abbia  rovinato sulle  piste  da  sci  fracassandosi mezza  schiena.
     
    Franco Manzitti per la verità  non  cade  solo  sulle  nevi  ma  cade di  brutto  -  ahinoi – anche  sulla  deontologia  professionale. Leggete  st’avvilente  storiaccia  tratta  dal  portale  Indymedia  al  link:

    http://piemonte.indymedia.org/article/8579

    “La Repubblica (CIR Group): ecco come  funziona  la  fabbrica  del  fango”.

    Palazzo di  Giustizia di  Genova, P.zza di Portoria 1. Da  qualche  parte forse potrebbe  esserci  un  “Armadio della vergogna”. Quello – per  intenderci -   dove  vengono  riposti  i  fascicoli  scomodi  e da  tenere  al  riparo  da occhi  indiscreti. I  ripiani austeri (e sempre alquanto  incustoditi) di  questo archivio  pare vomitino periodicamente  faldoni che  dovrebbero rimanere  sopiti per  molto tempo  ancora.

    Di alcuni dossier  scottanti  abbiamo già Â  dato  conto in  alcuni  precedenti  articoli proprio  quì  su  Indymedia. S’ha  motivo  di  ritenere che un cantuccio  dello  sgabuzzino segreto  di P.zza  Portoria, sia proprio  riservato  a  lui:  Altana Pietro. La  spia  del  Sismi (servizio  segreto militare)  che  é  andato a  battere nei centri  sociali in  cerca  di informazioni. I  giudici genovesi hanno scoperto che sotto  le  mentite  spoglie del  giornalista spiava anche  società  dell’alta  finanza (vedi C.I.R. di  De Benedetti, ENI, Fiat, Telecom, Impregilo, etc), banche (Banca  Carige, Mediobanca, etc, ),  e la  crema  degli avvocati e fiscalisti (Roppo & Canepa, Bonelli, Carbone, Uckmar & C.). Come  alcuni articoli  del  Secolo  XIX e  di  Milano Finanza hanno rivelato, Altana ha tenuto  d’occhio  pure  gli iraniani di Irasco in  cerca  di  armi, roba nucleare e  altro  (v. link  correlati a margine dell’articolo). Inutile  negarlo. Le  procure  di  mezz’Italia han  vissuto per  anni  nella  psicosi  che  il servizio  segreto militare  spiasse  anche  magistrati e  giudici, più  che naturale  che  procura  genovese   abbia riservato ad  Altana  una  particolare  attenzione. Non é affatto casuale  che  un  magistrato  come  Anna  Canepa,  esponente di  punta  di  Magistratura Democratica (MD é  stata la  prima a  denunciare  il  dossieraggio  del  Sismi  sui giudici) vada  il  merito  di  aver  chiesto l’arresto  dell’agente del Sismi. Tra  l’altro, vedete  com’é bizzarro  il  destino, il magistrato Anna  Canepa  é  anche  sorella  di Paolo  Canepa uno  degli  avvocati spiati dal  Sismi, inoltre putacaso lo Studio Legale Vincenzo Roppo & Paolo  Canepa é pure  consulente  di  C.I.R.  e della  Fam. De Benedetti  Ci  sarebbe di che notiziare  anche il  CSM (sempre  che  CSM non  significhi  Ciechi Sordi Muti).

    Comunque dall’Armadio  della  vergogna  ora  salta  fuori n’altra  storia  totalmente inedita sullo  strano e chiacchierato 007.  Stravagante quanto  tragicomica.  Altana ha così tanto  rotto  i  coglioni  ad  una  certa lobby  genovese,  che la  stessa pare abbia  deciso di fare  quadrato  per toglierselo una  volte per  tutte dai  coglioni. La  storia – dai contorni  decisamente grotteschi e surreali – vien  descritta  dallo  stesso Altana  Pietro  in  un  dettagliato  esposto/querela  depositato presso la  Procura  della  Repubblica  di  Genova il giorno 20 giugno 1997 (trovate  il documento di  seguito come  allegato pdf). Altana  racconta  che nel  1994  a  seguito della  denuncia  della  società Â  Coeclerici  Spa (shipping  company che  lo  stesso  agente denuncia per spionaggio) lo stesso é  stato  oggetto  di  querela  per  intercettazioni  telefoniche abusive e  spionaggio. Alessandro Perugini (noto  centravanti di  sfondamento del G8) e  un manipolo di agenti della  Digos di Genova son piombati  nel  suo  ufficio portandogli via  computer e kili  di documenti. Dopo  qualche  mese  tutto  viene però  archiviato. I  giudici  genovesi sentenzieranno esserci  stata nessuna  intercettazione e  alcun  spionaggio. L’agente  segreto però  viene  condannato dalla procura  genovese  a  8  mesi  di  reclusione  per  aver  diffamato la  società  che  l’ha  denunciato per  spionaggio: Coeclerici Spa (un  articolo del  giornalista Manlio Di  Salvo sul Secolo  XIX viene  ritenuto diffamatorio dai  giudici). Dell’assoluzione per  spionaggio  nessuno parlerà  e prenderà  corpo invece una pesante  campagna  stampa  contro lo  spione del  Sismi. Titola  Repubblica: “Spiata  via  fax  l’alta  finanza,  interceptor  ruba  i  segreti  di aziende  ed avvocati … Lo  spione  elettronico é  passato  attraverso le  centraline,  aveva un  complice  aggancio  alla  SIP” . “Storia  di  spionaggio  industriale, probabilmente  internazionale… corrispondenze  delicatissime  venivano  deviate  dai  trucchetti  tecnologici”. “Parla  Interceptor,  ce  l’ho  solo con  Coeclerici” (Massimo Razzi – Il Lavoro- Repubblica 20 e 23  dicembre 1994).

    Direte  voi:   é normalissimo e  fisiologico sputtanamento. Se l’agente  Sismi  spia  C.I.R. (una  delle  aziende  dell’alta  finanza  attenzionate  dal  Sismi) é giusto che  Carlo De Benedetti  scateni  contro  i  suoi  scagnozzi  di  Repubblica. Il  discorso non  fa  una  grinza. Lo  sfigato  del  Sismi  allora che  fa? S’organizza e attenziona anche Franco Manzitti (all’epoca  direttore  della  sede  genovese  di Repubblica). E  scopre che  Paolo  Clerici (numero  uno  del  Gruppo  Coeclerici Spa) e  qualche  avvocato  hanno  fatto  pressioni su  Franco  Manzitti  per  gettargli palate di fango addosso. In  una lettera riservata inviata  da  Manzitti ad  un noto  avvocato  d’affari  genovese (che il Sismi  acquisisce) il  redattore capo di  Repubblica  scrive: “Caro  Franco,  mi  scuso  per  non  esser  riuscito  ad  arrivare al  tuo  ricevimento  di  sabato  a  Sant’Ilario, e  mi  scuso  tanto  anche con  tua moglie, ma  in  questo momento come  tu  sai  son preso   dalle  solite  “grane” di  questo  ingrato  giornale. Ti  informo,  comunque, che l’intervista  di  Dabove,  come  mi  hai  richiesto,  non  verrà Â  pubblicata. Franco  Manzitti”.

    In  quei  giorni  si  compie  una  curiosa  operazione  immobiliare. La società  CoeClerici (quella che  ha  denunciato per  spionaggio l’agente)   cede all’avvocato  (l’avvocato di  Sant’Ilario a  cui  ha scritto Franco Manzitti) un  lussuoso e  prestigioso  immobile nel  centro di Genova. Sito in  Via  Martin  Piaggio civico 17/7-8. Una  cosuccia di  poco  conto  composta da 30  vani +  balconi +  cantine  e  pertinenze, situatata a  ridosso di Villetta Di Negro (vicino P.zza Corvetto).  In  una  corrispondenza  riservata  della  società Â  Bulkitalia (società Â  del Gruppo  CoeClerici) – che  il  Sismi acquisisce e che Altana fa  avere  ai  giudici  genovesi -  si  legge: “Allego  fotocopia assegni  circolari rilasciatimi  da  Bonelli per  complessive lire 245.000.000 che  ho  dato  in  originale  a  Ragusa,  e  corrisposti  a titolo  di  caparra in  conto prezzo. Penso  che  sul  prezzo di  vendita  non  ci  siano  problemi, l’importo  della locazione di  Via  Padre  Santo a Bonelli, é  sempre  stato veramente  molto  modesto. Ma  si sa … i  piaceri vanno  ricambiati. Limiterei la  diffusione  della scrittura  dandone una  copia  a Pulcini (preliminare  di  vendita) di  cui  trattengo io  l’originale.  Saluti. Emanuele Zanotti”.

    Come  su  riportato c’é di  mezzo  un“Guglielmo Dabove”. In  effetti  Altana  Pietro era conosciuto  negli  ambienti dei  giornali  con questo stravagante  pseudonimo.  Qualche  tempo  prima  aveva  ricevuto  nel  suo  ufficio  il giornalista  Massimo  Razzi per  una  intervista  di replica agli  articoli  di  Repubblica. Intervista  dello 007  che  non é  mai  uscita su Repubblica.  Quel  che  é  certo – afferma Altana  Pietro  nella sua denuncia querela – “… é  forse anche  per  questo  che l’ordine  dei  giornalisti versa  in  uno stato  di  pessima  salute. Bisogna  realisticamente  ammettere  che  sulla credibilità Â  della  professione  giornalistica  hanno influito  negativamente  i  pesanti  condizionamenti che  a  vari  livelli hanno  esercitato  le  lobbyes finanziarie  e  politiche come  anche  gli  incroci  di  interessi  privati sui  giornali… la  categoria  si  lamenta della  preoccupante  caduta  di  rispettabilità  ,  ma  dimentica che nonostante tutto  le  connivenze  (che  hanno progressivamente  ammansito  il  sistema)    continuano  ad  inquinare buona  parte della  comunicazione, consolidando  i vecchi e  perversi  meccanismi  che  tutt’ora  regolano il  mondo dell’informazione”.

    Detto  in  parole  semplici  semplici, a Repubblica ci  son   giornalisti  venduti  che  si  prostituiscono  per  gratificare  l’amico  di  turno.

    Conferma questo  teorema – seppur  malvolentieri -  anche  Massimo  Razzi di  Repubblica. Nella conversazione   telefonica  con  Altana (che ahimé,  l’agente del  Sismi  ha  la  stronzaggine di registrare  e che  poi  allegherà Â  all’esposto/denuncia).  Massimo  Razzi  confessa fortissime   pressioni  fatte da  Paolo  Clerici su Franco Manzitti e sul   giornale  la  Repubblica.

    Se  vi  volete  scialare  il  cuore  e farvi  quattro  ghignate  ascoltatevi la  registrazione  della  telefonata (a  margine  dell’articolo  in  formato  mp3).

    Intanto questa  la  trascrizione (della  parte  saliente):

    Trascrizione  telefonata Altana Pietro/Massimo Razzi del 13 marzo 1996

    ALTANA: “Io  a  lei non ho mai voluto querelarla … giustamente c’é  una liberta’  di  espressione,  é   un   paese    libero,     siamo  in democrazia,  ed ognuno e’  libero  di dire tutto quello che vuole,  anche delle scemenze, quindi -  perdoni  se  la  descrivo  cosi’ – effettivamente,  ragionando  con  il  senno  del  poi,    non  era effettivamente cosi? Lei ha scritto delle scemenze.”

    RAZZI:    “Si’, si’, ma e’ che non …”

    ALTANA: “Ha scritto nel primo  articolo delle scemenze, nel secondo pure, non so se ce n’era  anche  un  terzo,  anche  nell’altro  c’erano scritte delle scemenze. Qualcuno c’ha  creduto  comunque, perche’ quando  lei  ha  gettato  la  cosa  li ‘  cosi ‘ :  «questo  e   un intercettatore, rischia tot anni di  galera» e ha sfornato tutta una  serie  di nominativi di   intercettati  che  confermavano  il fatto. La cosa era oramai era  data per scontata; chiaramente chi mi conosceva bene sapeva che  non era  così  .  Poi’ dopo 7-8 mesi quanto il magistrato ha emesso  la  sua archiviazione perche’   la notizia di reato era risultata infondata,  allora li’ mi sono riscattato, pero’ oramai   la  frittata  era  stata fatta. Parliamoci chiaro, nessuno é  venuto  a prendere le mie difese, e gli amici che hanno preso  le mie difese l’hanno fatto ma in modo non  molto  ufficiale. Purtroppo  qualcuno  aveva  interesse gettare un po’ di fango  su  di  me,  e questi sappiamo chi sono. Lei comunque gli ha dato  una  bella  mano,  e  voglio  dire, con quegli articoli ha fatto la  felicita’  del  Prof.  Bonelli e del Sig. Clerici; non so se  sia  casuale questo, mi auguro di si, ma considerando il contesto della situazione non so se sia poi tanto casuale…  Se  lei fosse stata una persona coerente, una  persona.  diciamo,  un  po’ piu’ obiettiva, forse avrei avuto gia   da li’ una dimostrazione … prima di scrivere certe cose  si  cercano  dei riscontri, come un giornalista  a  modo,  con criterio  fa’,  poi  io  non  so  come funzionano le cose nel suo giornale (Il Lavoro-Repubblica ndr.) però effettivamente, a vedere i risultati,  pare che fosse esattamente vero quello che mi si diceva, cioe’ che il  Manzitti non era poi del tutto disinteressato nella cosa, aveva qualche interesse, diciamo, a sputtanarmi un pochettino.  I  malvagi  mi hanno detto che ha fatto qualche pressione  perché scrivessi quelle belinate li …”.

    RAZZI:    “No, le cose sono completamente diverse perché …”.

    ALTANA:    “Mi   hanno  detto:   ‘stai attento che  Manzitti  ci   ha  messo  lo zampino’ , e io credo che non sia completamente falso”.

    RAZZI:    “Se mai Manzitti ci ha messo lo zampino dopo, se vuoi ti racconto esattamente come é  andata”

    ALTANA:    “E allora raccontami a grandi linee perche’ mi interessa”.

    RAZZI:    “Semplicemente questo:  io  ho  avuto  le notizie assolutamente da fonti diverse da Coeclerici , e Manzitti non sapeva niente, anzi”.

    ALTANA:    “Da Gattorno (Sebastiano ndr.), sappiamo”

    RAZZI:    “Da ambienti vicini  a  Gattorno  si’,  non  solo  da  quelli,  per esempio  c’erano  altri  avvocati che  credevano  davvero  d’essere intercettati, perche’ non riuscivano a  capire come certi documenti potessero …”

    ALTANA:    “Ma no,   l’ho spiegato perche’  gli  avvocati  credono  di  essere intercettati”.

    RAZZI:    “Un momento, aspetti un  attimo,   lei me lo ha spiegato dopo che ho scritto i primi pezzi,  allora,  quando  io  ho citato i nomi degli avvocati che ritenevano in qualche  modo  di  essere  intercettati, oppure che  documenti che   erano  passati  per  i loro studi erano usciti fuori, loro temevano di perdere la fiducia dei loro clienti, di  conseguenza  qualcuno di loro  si  e’   spaventato  e  ha  fatto arrivare qualche voce”.

    ALTANA:    “Questa e   un  palla totale, e lo posso anche dimostrare, perche’ anch1io  ho  ricercato qualche riscontro  in  relazione  a  questa vicenda, e le posso garantire   che questa e’ una balla totale. Fu una  grande  congiura,   e’   stata    solo    una   grande  congiura, organizzata a tavolino, con l’intenzionale calcolo di danneggiarmi e basta. E’ stata ideata la questione delle microspie, e tutto …”.

    RAZZI:    “Io comunque, come le ho avute io, non potevo sospettare di persone in quel momento, perche’ non  ce  n’era  nessun  motivo,  tranne il fatto  che  per  vie  molto  traverse  ero  riuscito ad avere delle notizie abbastanza vaghe su quello”…  Quello che io ho fatto fare, a partire da queste prime voci, e’ dei riscontri,  perche’   il  suo nome era Dabove, non si riusciva a sapere quale era  il nome vero”… semplicemente,    io  ho fatto  i primi du­e pezzi semplicemente avendo riscontri con  questi  studi di avvocati che mi confermavano che …  e  mi  dicevano  che  per  quello  che avevano capito loro la strada  era quella e fino a li’ Manzitti no ha fatto nessuna pressione, anzi,    non  sapeva neanche di che cosa si trattasse, e non sapeva  di  piu’  di  quello  che sapevo io. La ­pressione  di Manzitti, che c’e’   stata,  e  della  quale  io  sono rimasto  personalmente  molto amareggiato, e’  questo  aver  subito tutte le tue accuse che  ritengo  in  parte giuste, e per cui me le tengo,   pero’   il  punto  é   questo:    ho  fatto  un  pezzo  con  l’intervista a te di un’intera  pagina, dove si raccontava tutta la tua versione, premettendo – in  un  cappellino  – che questa era la tua versione e che mi sembrava …”.

    ALTANA:    “Ma questo in quell ‘articolo in cui  dici: “Da bove si é fatto  vivo”.

    RAZZI:    “No l’articolo non e’ mai uscito”.

    ALTANA: “Ah  non e’ mai uscito, perche’ quell ‘articolo li’ io non l’ho mai letto”.

    RAZZI:    “Infatti quando sono venuto da te per  l’intervista, l’ho scritta, l’intervista che ti ho fatto”.

    ALTANA:    “Si’ ma non l’hai mai pubblicata”

    RAZZI:    “Io l’ho data a Manzitti , ovviamente, per farla uscire, e lì’ c’e’ stata una pressione fortissima su  Manzitti  di Clerici . Manzitti tra l’altro, l’ha fatta vedere  all ‘avvocato del giornale, Tonani, e Tonani ha detto:  ‘va bene secondo me, si puo’ pubblicare perche’ non ci sono gli estremi  per  nessuna querela’ , e Paolo Clerici ha fatto il diavolo a quattro;  e  questa  e   stata l’unica volta in vita mia, da quando sono stato in quel giornale che . . .”

    ALTANA:    “Esattamente quello che ho saputo io”.

    RAZZI:    “Questa e’l’unica cosa di cui mi rammarico.  Io  mi rammarico, nel senso  che  quell’intervista io non  sono  mai  riuscito  a  farle uscire. E sulla cosa ho  avuto delle discussioni con Manzitti, cor il quale poi siamo amici  per  tantissime  altre  cose,  e  lui su questo non ce la faceva  perche’  aveva  ricevuto  delle pressioni fortissime, non me lo diceva cosi’ apertamente, ma si capiva”.

    ALTANA:    “Non si puo’ parlare male di Clerici”.

    RAZZI:    “Come?”.

    ALTANA:    “Su Clerici non si puo’ parlare male”.

    RAZZI:    “No,  secondo me lui … non e’ proprio vero in assoluto, in altre occasioni mi sono anche esposto a questo riguardo”.

    ALTANA:    “Sig. Razzi, se si  e’  dipendenti come lei non si puo’ parlare di certe cose, per quello dico  così’.  Ma  va  be’, questo lei me lo insegna. Bisogna essere al di  fuori  di  certe strutture, e anche quando  si e’ al di  fuori  si  deve  rendere  piu’  conto  di  un dipendente”.

    RAZZI:    “Si’ infatti lo so questo, questo piu’ chiaro di cosi’. Le dico che e’ cosi’, questo e’ andato  così’.  questa  e’ la cosa per la quale lei ha ragione nei miei confronti”.

    ALTANA:    “No, quella e tante altre”.

    RAZZI:    ” … per come ho lavorato io, sulla prima parte ho raccolto alcune informazioni,  non  avevo altra fonte,  lei  non  esisteva per  me perche’ non riuscivo a trovarla.  Quando  sono  riuscito a trovarla sono venuto a parlarle”.

    ALTANA:    “Però Razzi, lei ha dato per certo  che le cose da lei descritte erano così'”.

    RAZZI:    “No, no, Il pezzo aveva tutte le caratteristiche  del  pezzo  sulla base delle poche  notizie che avevo a disposizione e sulla base dei riscrontri che avevo potuto avere,  che  non davano certezze e.. Le assicuro che questa e’ la pura verita’”.

    La  querela dell’agente del Sismi contro  Paolo  Clerici, Franco  Manzitti, Massimo  Razzi, Repubblica & C.  rimarrà  sepolta  nell’armadio della  vergogna per  lustri  e  nessuno  ne  parlerà Â  più. Sino  ad  oggi.

    La  morale? Che  la  giustizia  raramente  trionfa  ed  il  fango é  sicuramente molto meno  sporco  di  certi  personaggi.

    Che  dirvi, ci  risentiamo alla  prossima storiaccia  (tanto l’armadio é  zeppo  zeppo di  storie zozze  che  non  vedon  l’ora  d’esser  riesumate e  raccontate).

  2. Senza mezzi termini, un “sacco di merda”.
     
    p.s. complimenti Daniele per il nuovo layout del sito! Mi piacciono pure i micropost e noto che i contenuti sono migliorati ancora…

  3. Vedo che la mia precedente foto ti é piaciuta, Daniele! 😉
     
    Mi posso dichiarare giustizialista? No! Semplicemnte sono un comune cittadino che ne ha piene le palle di vedere italiani che valgono meno di zero sia come persone che professionalmente derubare l’Italia a discapito degli stessi italiani, a danno di persone che valgono il doppio di loro a tutto campo.
    Sono stanco di vedere che la costante, continuativa ed impunita infrazione delle regole diventi a sua volta la “regola comune” perché facente, sfacciatamente, parte del modus operandi dello pseudo capitalismo moderno all’italiana. Sono tutti capaci a fare business e promuoversi novello tycoon con i soldi degli altri, infrangendo le regole e ponendosi fuori da un qualsiasi sistema di concorrenza. Questa non é imprenditoria ma si chiama ladrocinio sponsorizzato e rappresenta una delle maggiori attività  in voga nella Repubblica Italiana a partire dalla politica.
     
    Ciarrapico é una vita che vive nei sospetti ma nessuno se né mai preoccupato, é diventato persino senatore nel partito dei farabutti ed accolto a braccia aperte perché é un imprenditore che muove soldi e persone, dei suoi scheletri nell’armadio la politica Berlusconia (e non solo) se ne fotte, problemi dei comuni cittadini mica dei potenti!
     
    Bene, Ciarrapico ha scalato anno dopo anno posti di rilevanza sociale creandosi un piccolo impero al suo servizio. Ha posizionato i suoi fili in punti chiave ungendo per bene il meccanismo politico tanto che spazia dalla sanità  all’editoria con una legerezza degna di Carla Fracci. Che Ciarrapico puzzava di marcio lo spaevano in molti eppure tutti si turavano il naso, chissà  come mai!
     
    Ma Ciarrapico é uno dei tanti e non é neanche tra i peggiori. Anche inquesto la Lombardia ci fa scuola! Il plurieletto, a sprezzo di legge che diventa interpretabile, Formigoni si vanta di avere istituito il sistema di sanità  perfetto equiparando pubblico e privato. Peccato che la finta concorrenza abbia costi poco chiari e presenti preoccupanti falle sull’effettiva professionalità  di chi nella sanità  vi esercita. Vedi correnti politiche come Comunione e liberazione. Anche quì slata fuori il Ciarrapico lombardo, Giuseppe Rotelli imprenditore della sanità  e da poco secondo azionista di maggiornaza di RCS. Nel momento in cui il privato sostituisce il pubblico in ogni campo finisce la libertà  ed il senso stesso dello Stato democratico.
    Guarda caso é proprio quello a cui aspira Silvio Berlusconi, la privatizzazione dello Stato.

  4. Basta guardarlo in faccia… questo é la tipologia di politico che la gente gradisce. Oggi a Roma squallida manifestazione fascista, con bandiere nere e svastiche… La deriva nazi-fascista é di nuovo alle porte!!!

  5. Caro Daniele, ottimo articolo. Mi faccio però una domanda su quelli che chiamo i  “responsabili collaterali”. Sono disoccupato e poiché ero a partita iva, quando ho chiesto all’INPS il sussidio di disoccupazione mi é stato detto che non ne ho diritto. Parimenti mi chiedo se questo signore (ops… errore) ha richiesto i finanziamenti non avendone diritto chi ha controllato e glieli ha dati?…soliti amichetti?…forse anche questi andrebbero tirati in ballo per ripagare i Cittadini del denaro buttato a chi diritto non ne aveva.

  6. Daniele,
    ottimo articolo .. come sai fare tu :-)! Dici bene quando affermi che con senatori come Ciarrapico gli ITALIOTI si dovrebbero preoccupare di chi vanno ad eleggere(tra i NOMINATI). Magari dovrebbero cominciare a domandarsi CHI hanno eletto pure i così detti di “destra”(quelli delle parole d’ordine: ORDINE e LEGALITA’) .. ma forse tra isole e grandi fratelli pure LORO si sono dimenticati(l’oblio delle menti televisionate)da dove vengono e quali erano(forse)i LORO valori etici e morali di un tempo ..
     

  7. Questa é l’Italia….quest’uomo é l’emblema dell’Italia oggi. Sono contento perché ho capito che presto andremo tutti affanculo, e prima ci andremo e prima potremmo liberarci da questa fogna per ricominciare a ricostruire un Italia nuova, come é successo nel 1945. A proposito consiglio la visione di Ladri di Biciclette per capire come eravamo e  come potremmo diventare molto presto.
    Forza Ciarra……
    Sento il profumo della Grecia……..

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