Giuseppe Ciarrapico, senatore del Pdl
Dunque, dopo le dimissioni da ministro di Claudio Scajola non indagato, il senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico é indagato per truffa allo Stato senza che si sia dimesso. E’ accusato di aver percepito 25 milioni di euro di contributi per l’editoria non dovuti ai suoi 12 giornali locali del centro Italia. Orgogloso fascista pappa e ciccia con Andreotti, che gli suggerì l’istituzione del “Premio Fiuggi” dall’esorbitante costo di 495 milioni, ben oltre i 230 mila dollari riservati ai premi nobel, il Ciarra, oltre ai giornali, é proprietario “nulla tenente” di numerose cliniche distribuite tra Roma e dintorni.
Al tribunale di Cassino il Ciarra dovrà rispondere pure dell’inedito reato di stalking a mezzo stampa, per presunta diffamazione sul suo quotidiano “Nuovo Molise” assieme al direttore Paolo Giallorenzo di Manuela Petescia, giornalista direttrice di “Telemolise” nonché moglie del senatore del Pdl Ulisse Di Giacomo, definita in diversi articoli “gallina“,”telebefana“, “cubista“, “esperta in filo interdentale“, “esperta di ginocchiere“. Questo il prezzo che la giornalista avrebbe dovuto pagare a partire dal 2005 dopo il presunto rifiuto delle avances di Ciarrapico, quando la voleva designare direttore anche del suo giornale nel momento in cui si stava alleando con la tivù.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, secondo la Petescia, é il titolone in prima pagina apparso sempre sul “Nuovo Molise” il 20 aprile 2009: “Clamoroso! Terremoto nel mondo dell’informazione. Commistione tra giornalisti, mondo politico ed economico“. L’articolo dice che Manuela Petescia é coinvolta nell’inchiesta sull’apertura di una centrale. Secondo il quotidiano circolano voci che stia per essere arrestata. Tutto falso. Lei in procura ci va davvero, per denunciare Ciarrapico.
Nel Luglio ’81 dopo la scoperta della Loggia P2 e la condanna di Roberto Calvi in primo grado a 4 anni per reati valutari legati al crac del Banco Ambrosiano e a 15 miliardi di multa, ci fu un incontro tra il banchiere e il Ciarra su interesse del massone piduista dei servizi segreti deviati Francesco Pazienza, che cercava di evitare il crac della banca. L’incontro avvenne in Sardegna, durante una vacanza di Calvi che aveva ottenuto la semilibertà in attesa del processo d’appello. Con Licio Gelli latitante, Ciarrapico era il “tramite sicuro ed efficace di Andreotti“. Il 16 aprile 1992, assieme a Gelli, Pazienza, Tassan Din, Flavio Carboni e ad altri, Ciarrapico fu condannato dal tribunale di Milano per bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano.
Ciarrapico mediò l’affaire Mondadori: “Ah, che sera, quella sera. Le trasmissioni vennero sospese e a reti unificate alle 23.20 io lessi il comunicato dell’accordo, con a destra Gianni Letta e Fedele Confalonieri, e a sinistra Carlo Caracciolo e l’avvocato Ripa di Meana che rappresentava De Benedetti“. Era il 29 aprile 1991 quando, De Benedetti e Berlusconi chiusero dopo 495 giorni l’estenuante guerra di Segrate con la spartizione della Mondadori. Atto finale di un negoziato avviato dopo che la magistratura romana aveva annullato il lodo arbitrale che dava ragione al gruppo guidato da De Benedetti. Dopo la notte del Ciarra al patron della Cir rimasero la Repubblica, L’Espresso e i quotidiani locali della Finegil, mentre Berlusconi conquistò libri e periodici (con Panorama).
Durante l’interrogatorio sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, Massimo Ciancimino, nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo davanti all’ex generale dei carabinieri ed ex capo del Sisde Mario Mori, accusato col colonnello Mauro Obinu di avere favorito la latitanza di Bernardo Provenzano, ha detto che suo padre Vito, l’ex sindaco mafioso di Palermo, tra gli anni ‘70 ed ‘80 “Su consiglio di Caltagirone e Ciarrapico investì in Canada in occasione delle Olimpiadi”.
Ecco alcune dichiarazioni di Ciarrapico:
“Craxi é l’unico statista che abbiamo avuto dai tempi di Mussolini. Non a caso ne era un grande estimatore. Ad Hammamet con Bettino discutevamo per ore del Duce“.
Di Andreotti ha detto che é “Un accorto gestore di una democrazia malata“.
“Se qui a Roma si fosse potuto votare per il Pdl e non ci fossero state tutte quelle polemiche e tutta quella confusione, avremmo vinto a mani basse“.
“Quelli si dovevano fare ammazzare sul posto pur di consegnare la lista del Pdl in Tribunale. Io sono stato educato a credere, obbedire e combattere. Per questo spero che nel partito ci sia una sorta di notte dei lunghi coltelli“.
“Berlusconi é inarrivabile, lui é un valore assoluto che deve pesare anche nel Pdl. Fini é un residuato bellico. Nel partito, Berlusconi é la persona più intelligente che ho mai conosciuto“.
“Sono preoccupato dalla distanza crescente tra Paese reale e Paese legale“.
Già , con un senatore così che non si dimette, pure gli italiani dovrebbero preoccuparsi.
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Corre voce che Franco Manzitti (già  redattore capo di Repubblica a Genova) abbia rovinato sulle piste da sci fracassandosi mezza schiena.
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Franco Manzitti per la verità non cade solo sulle nevi ma cade di brutto - ahinoi – anche sulla deontologia professionale. Leggete st’avvilente storiaccia tratta dal portale Indymedia al link:
http://piemonte.indymedia.org/article/8579
“La Repubblica (CIR Group): ecco come funziona la fabbrica del fangoâ€.
Palazzo di Giustizia di Genova, P.zza di Portoria 1. Da qualche parte forse potrebbe esserci un “Armadio della vergognaâ€. Quello – per intenderci -  dove vengono riposti i fascicoli scomodi e da tenere al riparo da occhi indiscreti. I ripiani austeri (e sempre alquanto incustoditi) di questo archivio pare vomitino periodicamente faldoni che dovrebbero rimanere sopiti per molto tempo ancora.
Di alcuni dossier scottanti abbiamo già  dato conto in alcuni precedenti articoli proprio quì su Indymedia. S’ha motivo di ritenere che un cantuccio dello sgabuzzino segreto di P.zza Portoria, sia proprio riservato a lui: Altana Pietro. La spia del Sismi (servizio segreto militare) che é andato a battere nei centri sociali in cerca di informazioni. I giudici genovesi hanno scoperto che sotto le mentite spoglie del giornalista spiava anche società dell’alta finanza (vedi C.I.R. di De Benedetti, ENI, Fiat, Telecom, Impregilo, etc), banche (Banca Carige, Mediobanca, etc, ), e la crema degli avvocati e fiscalisti (Roppo & Canepa, Bonelli, Carbone, Uckmar & C.). Come alcuni articoli del Secolo XIX e di Milano Finanza hanno rivelato, Altana ha tenuto d’occhio pure gli iraniani di Irasco in cerca di armi, roba nucleare e altro (v. link correlati a margine dell’articolo). Inutile negarlo. Le procure di mezz’Italia han vissuto per anni nella psicosi che il servizio segreto militare spiasse anche magistrati e giudici, più che naturale che procura genovese  abbia riservato ad Altana una particolare attenzione. Non é affatto casuale che un magistrato come Anna Canepa, esponente di punta di Magistratura Democratica (MD é stata la prima a denunciare il dossieraggio del Sismi sui giudici) vada il merito di aver chiesto l’arresto dell’agente del Sismi. Tra l’altro, vedete com’é bizzarro il destino, il magistrato Anna Canepa é anche sorella di Paolo Canepa uno degli avvocati spiati dal Sismi, inoltre putacaso lo Studio Legale Vincenzo Roppo & Paolo Canepa é pure consulente di C.I.R. e della Fam. De Benedetti Ci sarebbe di che notiziare anche il CSM (sempre che CSM non significhi Ciechi Sordi Muti).
Comunque dall’Armadio della vergogna ora salta fuori n’altra storia totalmente inedita sullo strano e chiacchierato 007. Stravagante quanto tragicomica. Altana ha così tanto rotto i coglioni ad una certa lobby genovese, che la stessa pare abbia deciso di fare quadrato per toglierselo una volte per tutte dai coglioni. La storia – dai contorni decisamente grotteschi e surreali – vien descritta dallo stesso Altana Pietro in un dettagliato esposto/querela depositato presso la Procura della Repubblica di Genova il giorno 20 giugno 1997 (trovate il documento di seguito come allegato pdf). Altana racconta che nel 1994 a seguito della denuncia della società  Coeclerici Spa (shipping company che lo stesso agente denuncia per spionaggio) lo stesso é stato oggetto di querela per intercettazioni telefoniche abusive e spionaggio. Alessandro Perugini (noto centravanti di sfondamento del G8) e un manipolo di agenti della Digos di Genova son piombati nel suo ufficio portandogli via computer e kili di documenti. Dopo qualche mese tutto viene però archiviato. I giudici genovesi sentenzieranno esserci stata nessuna intercettazione e alcun spionaggio. L’agente segreto però viene condannato dalla procura genovese a 8 mesi di reclusione per aver diffamato la società che l’ha denunciato per spionaggio: Coeclerici Spa (un articolo del giornalista Manlio Di Salvo sul Secolo XIX viene ritenuto diffamatorio dai giudici). Dell’assoluzione per spionaggio nessuno parlerà e prenderà corpo invece una pesante campagna stampa contro lo spione del Sismi. Titola Repubblica: “Spiata via fax l’alta finanza, interceptor ruba i segreti di aziende ed avvocati … Lo spione elettronico é passato attraverso le centraline, aveva un complice aggancio alla SIP†. “Storia di spionaggio industriale, probabilmente internazionale… corrispondenze delicatissime venivano deviate dai trucchetti tecnologiciâ€. “Parla Interceptor, ce l’ho solo con Coeclerici†(Massimo Razzi – Il Lavoro- Repubblica 20 e 23 dicembre 1994).
Direte voi:  é normalissimo e fisiologico sputtanamento. Se l’agente Sismi spia C.I.R. (una delle aziende dell’alta finanza attenzionate dal Sismi) é giusto che Carlo De Benedetti scateni contro i suoi scagnozzi di Repubblica. Il discorso non fa una grinza. Lo sfigato del Sismi allora che fa? S’organizza e attenziona anche Franco Manzitti (all’epoca direttore della sede genovese di Repubblica). E scopre che Paolo Clerici (numero uno del Gruppo Coeclerici Spa) e qualche avvocato hanno fatto pressioni su Franco Manzitti per gettargli palate di fango addosso. In una lettera riservata inviata da Manzitti ad un noto avvocato d’affari genovese (che il Sismi acquisisce) il redattore capo di Repubblica scrive: “Caro Franco, mi scuso per non esser riuscito ad arrivare al tuo ricevimento di sabato a Sant’Ilario, e mi scuso tanto anche con tua moglie, ma in questo momento come tu sai son preso  dalle solite “grane†di questo ingrato giornale. Ti informo, comunque, che l’intervista di Dabove, come mi hai richiesto, non verrà  pubblicata. Franco Manzittiâ€.
In quei giorni si compie una curiosa operazione immobiliare. La società CoeClerici (quella che ha denunciato per spionaggio l’agente)  cede all’avvocato (l’avvocato di Sant’Ilario a cui ha scritto Franco Manzitti) un lussuoso e prestigioso immobile nel centro di Genova. Sito in Via Martin Piaggio civico 17/7-8. Una cosuccia di poco conto composta da 30 vani + balconi + cantine e pertinenze, situatata a ridosso di Villetta Di Negro (vicino P.zza Corvetto). In una corrispondenza riservata della società  Bulkitalia (società  del Gruppo CoeClerici) – che il Sismi acquisisce e che Altana fa avere ai giudici genovesi - si legge: “Allego fotocopia assegni circolari rilasciatimi da Bonelli per complessive lire 245.000.000 che ho dato in originale a Ragusa, e corrisposti a titolo di caparra in conto prezzo. Penso che sul prezzo di vendita non ci siano problemi, l’importo della locazione di Via Padre Santo a Bonelli, é sempre stato veramente molto modesto. Ma si sa … i piaceri vanno ricambiati. Limiterei la diffusione della scrittura dandone una copia a Pulcini (preliminare di vendita) di cui trattengo io l’originale. Saluti. Emanuele Zanottiâ€.
Come su riportato c’é di mezzo un“Guglielmo Daboveâ€. In effetti Altana Pietro era conosciuto negli ambienti dei giornali con questo stravagante pseudonimo. Qualche tempo prima aveva ricevuto nel suo ufficio il giornalista Massimo Razzi per una intervista di replica agli articoli di Repubblica. Intervista dello 007 che non é mai uscita su Repubblica. Quel che é certo – afferma Altana Pietro nella sua denuncia querela – “… é forse anche per questo che l’ordine dei giornalisti versa in uno stato di pessima salute. Bisogna realisticamente ammettere che sulla credibilità  della professione giornalistica hanno influito negativamente i pesanti condizionamenti che a vari livelli hanno esercitato le lobbyes finanziarie e politiche come anche gli incroci di interessi privati sui giornali… la categoria si lamenta della preoccupante caduta di rispettabilità , ma dimentica che nonostante tutto le connivenze (che hanno progressivamente ammansito il sistema)   continuano ad inquinare buona parte della comunicazione, consolidando i vecchi e perversi meccanismi che tutt’ora regolano il mondo dell’informazioneâ€.
Detto in parole semplici semplici, a Repubblica ci son  giornalisti venduti che si prostituiscono per gratificare l’amico di turno.
Conferma questo teorema – seppur malvolentieri - anche Massimo Razzi di Repubblica. Nella conversazione  telefonica con Altana (che ahimé, l’agente del Sismi ha la stronzaggine di registrare e che poi allegherà  all’esposto/denuncia). Massimo Razzi confessa fortissime  pressioni fatte da Paolo Clerici su Franco Manzitti e sul  giornale la Repubblica.
Se vi volete scialare il cuore e farvi quattro ghignate ascoltatevi la registrazione della telefonata (a margine dell’articolo in formato mp3).
Intanto questa la trascrizione (della parte saliente):
Trascrizione telefonata Altana Pietro/Massimo Razzi del 13 marzo 1996
ALTANA: “Io a lei non ho mai voluto querelarla … giustamente c’é una liberta’ di espressione, é  un  paese   libero,    siamo in democrazia, ed ognuno e’ libero di dire tutto quello che vuole, anche delle scemenze, quindi - perdoni se la descrivo cosi’ – effettivamente, ragionando con il senno del poi,   non era effettivamente cosi? Lei ha scritto delle scemenze.”
RAZZI:   “Si’, si’, ma e’ che non …â€
ALTANA: “Ha scritto nel primo articolo delle scemenze, nel secondo pure, non so se ce n’era anche un terzo, anche nell’altro c’erano scritte delle scemenze. Qualcuno c’ha creduto comunque, perche’ quando lei ha gettato la cosa li ‘ cosi ‘ : «questo e  un intercettatore, rischia tot anni di galera» e ha sfornato tutta una serie di nominativi di  intercettati che confermavano il fatto. La cosa era oramai era data per scontata; chiaramente chi mi conosceva bene sapeva che non era così . Poi’ dopo 7-8 mesi quanto il magistrato ha emesso la sua archiviazione perche’  la notizia di reato era risultata infondata, allora li’ mi sono riscattato, pero’ oramai  la frittata era stata fatta. Parliamoci chiaro, nessuno é venuto a prendere le mie difese, e gli amici che hanno preso le mie difese l’hanno fatto ma in modo non molto ufficiale. Purtroppo qualcuno aveva interesse gettare un po’ di fango su di me, e questi sappiamo chi sono. Lei comunque gli ha dato una bella mano, e voglio dire, con quegli articoli ha fatto la felicita’ del Prof. Bonelli e del Sig. Clerici; non so se sia casuale questo, mi auguro di si, ma considerando il contesto della situazione non so se sia poi tanto casuale… Se lei fosse stata una persona coerente, una persona. diciamo, un po’ piu’ obiettiva, forse avrei avuto gia  da li’ una dimostrazione … prima di scrivere certe cose si cercano dei riscontri, come un giornalista a modo, con criterio fa’, poi io non so come funzionano le cose nel suo giornale (Il Lavoro-Repubblica ndr.) però effettivamente, a vedere i risultati, pare che fosse esattamente vero quello che mi si diceva, cioe’ che il Manzitti non era poi del tutto disinteressato nella cosa, aveva qualche interesse, diciamo, a sputtanarmi un pochettino. I malvagi mi hanno detto che ha fatto qualche pressione perché scrivessi quelle belinate li …â€.
RAZZI:   “No, le cose sono completamente diverse perché …â€.
ALTANA:   “Mi  hanno detto:  ‘stai attento che Manzitti ci  ha messo lo zampino’ , e io credo che non sia completamente falsoâ€.
RAZZI:   “Se mai Manzitti ci ha messo lo zampino dopo, se vuoi ti racconto esattamente come é andata”
ALTANA:   “E allora raccontami a grandi linee perche’ mi interessaâ€.
RAZZI:   “Semplicemente questo: io ho avuto le notizie assolutamente da fonti diverse da Coeclerici , e Manzitti non sapeva niente, anzi”.
ALTANA:   “Da Gattorno (Sebastiano ndr.), sappiamoâ€
RAZZI:   “Da ambienti vicini a Gattorno si’, non solo da quelli, per esempio c’erano altri avvocati che credevano davvero d’essere intercettati, perche’ non riuscivano a capire come certi documenti potessero …”
ALTANA:   “Ma no,  l’ho spiegato perche’ gli avvocati credono di essere intercettati”.
RAZZI:   “Un momento, aspetti un attimo,  lei me lo ha spiegato dopo che ho scritto i primi pezzi, allora, quando io ho citato i nomi degli avvocati che ritenevano in qualche modo di essere intercettati, oppure che documenti che  erano passati per i loro studi erano usciti fuori, loro temevano di perdere la fiducia dei loro clienti, di conseguenza qualcuno di loro si e’  spaventato e ha fatto arrivare qualche voce”.
ALTANA:   “Questa e  un palla totale, e lo posso anche dimostrare, perche’ anch1io ho ricercato qualche riscontro in relazione a questa vicenda, e le posso garantire  che questa e’ una balla totale. Fu una grande congiura,  e’  stata   solo   una  grande congiura, organizzata a tavolino, con l’intenzionale calcolo di danneggiarmi e basta. E’ stata ideata la questione delle microspie, e tutto …”.
RAZZI:   “Io comunque, come le ho avute io, non potevo sospettare di persone in quel momento, perche’ non ce n’era nessun motivo, tranne il fatto che per vie molto traverse ero riuscito ad avere delle notizie abbastanza vaghe su quello”… Quello che io ho fatto fare, a partire da queste prime voci, e’ dei riscontri, perche’  il suo nome era Dabove, non si riusciva a sapere quale era il nome veroâ€â€¦ semplicemente,   io ho fatto i primi duÂe pezzi semplicemente avendo riscontri con questi studi di avvocati che mi confermavano che … e mi dicevano che per quello che avevano capito loro la strada era quella e fino a li’ Manzitti no ha fatto nessuna pressione, anzi,   non sapeva neanche di che cosa si trattasse, e non sapeva di piu’ di quello che sapevo io. La Âpressione di Manzitti, che c’e’  stata, e della quale io sono rimasto personalmente molto amareggiato, e’ questo aver subito tutte le tue accuse che ritengo in parte giuste, e per cui me le tengo,  pero’  il punto é  questo:   ho fatto un pezzo con l’intervista a te di un’intera pagina, dove si raccontava tutta la tua versione, premettendo – in un cappellino – che questa era la tua versione e che mi sembrava …â€.
ALTANA:   “Ma questo in quell ‘articolo in cui dici: “Da bove si é fatto vivo”.
RAZZI:Â Â Â “No l’articolo non e’ mai uscito”.
ALTANA: “Ah non e’ mai uscito, perche’ quell ‘articolo li’ io non l’ho mai lettoâ€.
RAZZI:   “Infatti quando sono venuto da te per l’intervista, l’ho scritta, l’intervista che ti ho fatto”.
ALTANA:Â Â Â “Si’ ma non l’hai mai pubblicata”
RAZZI:   “Io l’ho data a Manzitti , ovviamente, per farla uscire, e lì’ c’e’ stata una pressione fortissima su Manzitti di Clerici . Manzitti tra l’altro, l’ha fatta vedere all ‘avvocato del giornale, Tonani, e Tonani ha detto: ‘va bene secondo me, si puo’ pubblicare perche’ non ci sono gli estremi per nessuna querela’ , e Paolo Clerici ha fatto il diavolo a quattro; e questa e  stata l’unica volta in vita mia, da quando sono stato in quel giornale che . . .â€
ALTANA:Â Â Â “Esattamente quello che ho saputo io”.
RAZZI:   “Questa e’l’unica cosa di cui mi rammarico. Io mi rammarico, nel senso che quell’intervista io non sono mai riuscito a farle uscire. E sulla cosa ho avuto delle discussioni con Manzitti, cor il quale poi siamo amici per tantissime altre cose, e lui su questo non ce la faceva perche’ aveva ricevuto delle pressioni fortissime, non me lo diceva cosi’ apertamente, ma si capiva”.
ALTANA:Â Â Â “Non si puo’ parlare male di Clerici”.
RAZZI:Â Â Â “Come?”.
ALTANA:Â Â Â “Su Clerici non si puo’ parlare male”.
RAZZI:   “No, secondo me lui … non e’ proprio vero in assoluto, in altre occasioni mi sono anche esposto a questo riguardo”.
ALTANA:   “Sig. Razzi, se si e’ dipendenti come lei non si puo’ parlare di certe cose, per quello dico così’. Ma va be’, questo lei me lo insegna. Bisogna essere al di fuori di certe strutture, e anche quando si e’ al di fuori si deve rendere piu’ conto di un dipendente”.
RAZZI:   “Si’ infatti lo so questo, questo piu’ chiaro di cosi’. Le dico che e’ cosi’, questo e’ andato così’. questa e’ la cosa per la quale lei ha ragione nei miei confronti”.
ALTANA:Â Â Â “No, quella e tante altre”.
RAZZI:   ” … per come ho lavorato io, sulla prima parte ho raccolto alcune informazioni, non avevo altra fonte, lei non esisteva per me perche’ non riuscivo a trovarla. Quando sono riuscito a trovarla sono venuto a parlarle”.
ALTANA:   “Però Razzi, lei ha dato per certo che le cose da lei descritte erano così'”.
RAZZI:   “No, no, Il pezzo aveva tutte le caratteristiche del pezzo sulla base delle poche notizie che avevo a disposizione e sulla base dei riscrontri che avevo potuto avere, che non davano certezze e.. Le assicuro che questa e’ la pura verita’”.
La querela dell’agente del Sismi contro Paolo Clerici, Franco Manzitti, Massimo Razzi, Repubblica & C. rimarrà sepolta nell’armadio della vergogna per lustri e nessuno ne parlerà  più. Sino ad oggi.
La morale? Che la giustizia raramente trionfa ed il fango é sicuramente molto meno sporco di certi personaggi.
Che dirvi, ci risentiamo alla prossima storiaccia (tanto l’armadio é zeppo zeppo di storie zozze che non vedon l’ora d’esser riesumate e raccontate).
Senza mezzi termini, un “sacco di merda”.
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p.s. complimenti Daniele per il nuovo layout del sito! Mi piacciono pure i micropost e noto che i contenuti sono migliorati ancora…
Vedo che la mia precedente foto ti é piaciuta, Daniele! 😉
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Mi posso dichiarare giustizialista? No! Semplicemnte sono un comune cittadino che ne ha piene le palle di vedere italiani che valgono meno di zero sia come persone che professionalmente derubare l’Italia a discapito degli stessi italiani, a danno di persone che valgono il doppio di loro a tutto campo.
Sono stanco di vedere che la costante, continuativa ed impunita infrazione delle regole diventi a sua volta la “regola comune” perché facente, sfacciatamente, parte del modus operandi dello pseudo capitalismo moderno all’italiana. Sono tutti capaci a fare business e promuoversi novello tycoon con i soldi degli altri, infrangendo le regole e ponendosi fuori da un qualsiasi sistema di concorrenza. Questa non é imprenditoria ma si chiama ladrocinio sponsorizzato e rappresenta una delle maggiori attività in voga nella Repubblica Italiana a partire dalla politica.
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Ciarrapico é una vita che vive nei sospetti ma nessuno se né mai preoccupato, é diventato persino senatore nel partito dei farabutti ed accolto a braccia aperte perché é un imprenditore che muove soldi e persone, dei suoi scheletri nell’armadio la politica Berlusconia (e non solo) se ne fotte, problemi dei comuni cittadini mica dei potenti!
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Bene, Ciarrapico ha scalato anno dopo anno posti di rilevanza sociale creandosi un piccolo impero al suo servizio. Ha posizionato i suoi fili in punti chiave ungendo per bene il meccanismo politico tanto che spazia dalla sanità all’editoria con una legerezza degna di Carla Fracci. Che Ciarrapico puzzava di marcio lo spaevano in molti eppure tutti si turavano il naso, chissà come mai!
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Ma Ciarrapico é uno dei tanti e non é neanche tra i peggiori. Anche inquesto la Lombardia ci fa scuola! Il plurieletto, a sprezzo di legge che diventa interpretabile, Formigoni si vanta di avere istituito il sistema di sanità perfetto equiparando pubblico e privato. Peccato che la finta concorrenza abbia costi poco chiari e presenti preoccupanti falle sull’effettiva professionalità di chi nella sanità vi esercita. Vedi correnti politiche come Comunione e liberazione. Anche quì slata fuori il Ciarrapico lombardo, Giuseppe Rotelli imprenditore della sanità e da poco secondo azionista di maggiornaza di RCS. Nel momento in cui il privato sostituisce il pubblico in ogni campo finisce la libertà ed il senso stesso dello Stato democratico.
Guarda caso é proprio quello a cui aspira Silvio Berlusconi, la privatizzazione dello Stato.
Basta guardarlo in faccia… questo é la tipologia di politico che la gente gradisce. Oggi a Roma squallida manifestazione fascista, con bandiere nere e svastiche… La deriva nazi-fascista é di nuovo alle porte!!!
Caro Daniele, ottimo articolo. Mi faccio però una domanda su quelli che chiamo i “responsabili collaterali”. Sono disoccupato e poiché ero a partita iva, quando ho chiesto all’INPS il sussidio di disoccupazione mi é stato detto che non ne ho diritto. Parimenti mi chiedo se questo signore (ops… errore) ha richiesto i finanziamenti non avendone diritto chi ha controllato e glieli ha dati?…soliti amichetti?…forse anche questi andrebbero tirati in ballo per ripagare i Cittadini del denaro buttato a chi diritto non ne aveva.
Daniele,
ottimo articolo .. come sai fare tu :-)! Dici bene quando affermi che con senatori come Ciarrapico gli ITALIOTI si dovrebbero preoccupare di chi vanno ad eleggere(tra i NOMINATI). Magari dovrebbero cominciare a domandarsi CHI hanno eletto pure i così detti di “destra”(quelli delle parole d’ordine: ORDINE e LEGALITA’) .. ma forse tra isole e grandi fratelli pure LORO si sono dimenticati(l’oblio delle menti televisionate)da dove vengono e quali erano(forse)i LORO valori etici e morali di un tempo ..
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Questa é l’Italia….quest’uomo é l’emblema dell’Italia oggi. Sono contento perché ho capito che presto andremo tutti affanculo, e prima ci andremo e prima potremmo liberarci da questa fogna per ricominciare a ricostruire un Italia nuova, come é successo nel 1945. A proposito consiglio la visione di Ladri di Biciclette per capire come eravamo e  come potremmo diventare molto presto.
Forza Ciarra……
Sento il profumo della Grecia……..
ciarrapico,sei solo un lurido porco fascista…vaffanculo tu e b.