Il Comitato di garanzia del Movimento 5 stelle voluto dal garante Beppe Grillo comprende Virginia Raggi. La più votata online dalla base.
Tuttavia, al netto dei proclami e degli annunci, Virginia Raggi non pare entusiasta dell’idea di entrare a far parte di un Comitato così. In primis perché non si capisce di quale “garanzia” si parli. Che significa “garanzia” per un partito che ha tradito i suoi elettori votando la fiducia al governo Draghi? Inoltre Virginia Raggi, che i romani non hanno riconfermato nemmeno per il ballottaggio, ha fatto campagna a sé, senza mai nominare il Movimento 5 stelle e senza mai brandire una bandiera grillina.

Virginia Raggi – dopo l’esperienza quinquennale da sindaca – è una donna che ha il carisma giusto per provare ad essere leader di sé stessa. Non a caso in campagna l’hanno sostenuta un po’ tutti del Movimento di governo. In particolare Luigi Di Maio e Giuseppe Conte si sono spesi in suo favore senza che Raggi avesse chiesto mai il loro sostegno. Anzi, l’impressione è che siano stati Di Maio e Conte a mostrarsi sostenitori della sindaca di Roma uscente per ragioni di consenso personale in una posizione di debolezza. Quanto Raggi abbia avuto vantaggio da quegli endorsement è lì da vedere. A conti fatti, Di Maio e Conte non le hanno portato consenso. Anzi, è assai probabile che l’abbiano svantaggiata.

Dunque, resta da capire perché mai una donna come Raggi, che incarna il grillismo delle origini, debba giocarsi la propria credibilità per sostenere un Comitato di garanzia che non garantisce più nulla se non le poltrone da ministro a Di Maio e una traiettoria politica del Movimento 5 stelle verso il Pdmenoelle.

Non si capisce per quale ragione Raggi dovrebbe giocarsi la propria immagine per sostenere un Conte voltagabbana che oggi sostiene apertamente Roberto Gualtieri al ballottaggio di Roma.

Non si capisce cosa c’entri Virginia Raggi con gli inciuci campani tra il neosindaco pd-5stelle di Napoli Gaetano Manfredi, e il dito alzato di Di Maio per il Pd del presidente regionale Vincenzo De Luca, ormai favorevole al “mescolare” i grillini col Pd. Uno spavaldo inno all’inciucio.

Non si capisce perché Raggi dovrebbe metterci la faccia e la sua coerenza per trainare una conventicola di politicanti targati 5 stelle ma che di grillino non hanno più nulla.

Ci pensi bene Virginia! Fossimo in lei eviteremmo di esporci al ruolo di utile idiota al Comitato di garanzia di un partito destinato a morire. O al massimo per fare da stampella al partito che proprio nella sua Roma ha governato il mondo di mezzo e ha campato su mafia capitale.

Avrà notato come Salvatore Buzzi intento ad aprire una paninoteca con un menù da nostalgico malaffarista, ha esultato alla sua uscita di scena! Buzzi è felicissimo perché senza Virginia Raggi Roma torna sui suoi passi. Indecisa se col vecchio Pdl di Michetti o il Pdmenoelle di Gualtieri. Insomma, con chiunque ci sarà, quelli come Buzzi sono già tornati.

Cara Virginia, lei ha la stoffa per provare a stare dov’è. Ferma, intransigente, coerente e soprattutto grillina. Ha dalla sua parte Alessandro Di Battista e il gruppo di Alternativa c’è dei Morra e delle Lezzi. E magari tanti elettori smarriti che non possono credere allo scempio di valori e di princìpi di cui è vittima il Movimento 5 stelle.

Comitato di garanzia chi?

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