Caro Valentino Rossi, di lei ricorderemo Luigino Badioli detto Gibo, ex venditore di sedie di Gabicce inventatosi manager del più famoso, vincente e ricco sportivo qual è stato lei nell’ultimo ventennio abbondante. Andaste insieme a risiedere fittiziamente a Londra finché nell’agosto del 2007 la Guardia di Finanza dimostrò che lei e Gibo avevate il centro dei vostri interessi a Tavullia, (Pesaro), comune confinante con la Repubblica di San Marino. Le Fiamme Gialle le contestarono 60 milioni di euro di evasione fiscale, ma tra un condono e uno scudo fiscale l’erario si accontentò di 35. Lasciandole 25 milioni in regalo oltre alle altre centinaia di milioni che negli anni lei ha guadagnato da motociclista tra ingaggi e sponsor.

Caro Valentino Rossi, nel dire San Marino ci viene in mente il suo apporto alla banda del 5% di Monte dei Paschi di Siena, di cui lei era cliente di spicco assieme al conte romano Enrico Maria Pasquini e altri 1.460 furbetti. Forti dell’aiuto degli ex leader della banca toscana Gianluca Baldassarri e Alessandro Toccafondi, arrestati perché specializzati in consigli su come riciclare il denaro nei paradisi offshore, come appunto la Repubblica di San Marino è stata fino a qualche anno fa. «Una struttura intrinsecamente predisposta al riciclaggio e alla schermatura degli investimenti, offrendo al cliente totale garanzia di anonimato», dicevano i magistrati. Poi anche lì lei patteggiò con l’intoccabile bottino all’estero pagando 43 (miseri) milioni, molti meno della percentuale che avrebbe dovuto pagare se li avesse dichiarati tutti.

Caro Valentino Rossi, di lei ricorderemo il suo nome nell’elenco di Hervé Falciani tra i super-clienti della filiale svizzera di Hsbc di Ginevra specializzata nell’occultare i soldi sottratti al fisco italiano tra condoni e scudi fiscali. Anche qui, lei era in compagnia di altri 7.499 italiani che quando fanno i furbi con la collettività andrebbero chiamati ladri. O evasori fiscali da punire come Madoff negli Stati Uniti, di recente morto in cella. Invece, qui nel Paese del Bengodi lei, caro Valentino Rossi, ha potuto contare sullo scudo fiscale di Tremonti del 2009 e sulle prescrizioni brevi dei governi Berlusconi. Visto che anche l’ex premier di Arcore è specializzato in evasione fiscale, fondi neri e paradisi off-shore. Ricorda, vero come scontò la pena il magnate di Arcore? Con una passerella all’ospizio di Cesano Boscone.

Caro Valentino Rossi, di lei alla fine ricorderemo anche le imprese sportive di cui si è reso protagonista. Oggi più di prima visto che ha annunciato il ritiro dalle gare. Da un calcolo approssimativo, visto che che lei negli ultimi 25 anni ha guadagnato una media di 20 milioni l’anno tra ingaggi e sponsor, si stima che l’ammontare sui suoi conti correnti superi il mezzo miliardo di euro. Tra tanti “non so”, “faceva tutto il commercialista”, e “non avrei immaginato”, resta che rispetto a quanto lei ha guadagnato, non ha pagato nemmeno lontanamente il 33% minimo riservato ai cittadini come noi che dichiarano un reddito imponibile tra i 30 e i 70 mila euro l’anno, oltre ai 6 mila euro di Inps, Inail, gabelle e commercialista obbligatorio che in percentuale ci impoveriscono molto di più.

Ad occhio e croce, lei caro Valentino Rossi, risulta l’abbia fatta franca pagando solo circa il 10% di quanto ha guadagnato negli anni. Una percentuale a noi proibitiva perché ci ritroveremmo addosso l’Agenzia delle Entrate e fino a qualche anno fa Equitalia. Per non dire il finanziere zelante che ci multa per non aver emesso lo scontrino del caffè.

Caro Valentino Rossi, lei oggi può dire addio alla carriera da motociclista certo di circondarsi di un ciarpame di giornalisti servi che la celebrano e di tanti fan fantozziani che la invidiano per la sua furbizia che le è valsa qualche centinaia di milioni sottratti all’erario. Lei sorride giulivo al pubblico, si tiene i suoi soldi sporchi, intesi come lordi perché non tassati abbastanza, e ci chiediamo (ridendo) cosa sarebbe accaduto se quei soldi nascosti e poi scudati glieli avessero fatti sparire. Sicuri – come no! – che non si sarebbe accorto di nulla?

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