Prima l’azione giusta in Europa “o ci aiutate o facciamo da soli”. Poi la caduta rovinosa: prima con la fiducia al governo Draghi. Poi con la liturgia delle mediazioni segrete con i partiti marci che hanno rovinato l’Italia: da Forza Italia al Pd passando per la Lega e altri.

Ora Giuseppe Conte è all’apoteosi della sbandata per le elite. In un post su fb s’indigna perché “la Lega ha votato per un innalzamento del tetto del contante”, venendo meno al “cashback, la digitalizzazione e la tracciabilità dei pagamenti”. Secondo il presidente dei grillini alzare da mille a 3.000 euro il contante vuol dire “favorire l’economia sommersa”.

Ricordo i video di Beppe Scienza e del premio Nobel Joseph Stiglitz che Grillo pubblicava sul blog nei quali si difendeva il contante come metodo pulito e secolare di pagamento senza guadagni per le banche. Ricordo tutte le sagaci spiegazioni sul perché l’ingresso nell’euro per l’Italia è stata – e continua ad essere – una catastrofe economica.

Ma Conte fa il pesce in barile. Ci vuol far credere che la rovina dell’economia siano i 3 mila euro pagabili cash dai cittadini, e non l’economia criminale alimentata dalle banche negli ultimi anni, che si sono riversate con tutta la loro gravità a danno dei risparmiatori. Tace sul controllo militare che le banche dei ricchi fanno sugli introiti dei cittadini per impedire di aumentare i risparmi e di scalare la piramide della vera libertà che consta nel potere d’acquisto.

Conte tace sui derivati, sui facili prestiti bancari milionari concessi agli amici dei vari Verdini o Berneschi o Mussari tanto per rimanere alle cronache recenti. Tace sui fondi neri che ancora oggi giacciono all’estero. L’ultimo esempio sono le rogatorie negate dalla Svizzera sugli oltre 5 milioni depositati dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che di fatto hanno annullato il filone principale del processo sull’appalto dei camici in era Covid a suo cognato.

Conte tace sul crimine degli interessi passivi a danno dei cittadini su cui lucrano le banche col denaro emesso dallo Stato che di fatto si è trasformato in privato.

Il “malaffare” che Conte rammenta ai suoi seguaci creduloni è innanzitutto operato delle banche private. I banchieri dovrebbero essere dei normali amministratori di banche pubbliche a guadagno onesto, non dei massoni che vivono da nababbi sulla povertà di massa.

Per “abbassare le tasse”, bisognerebbe partire dal trasformare le banche da apparati privati gestiti in modo mafioso a banche pubbliche.

Serve tornare al concetto di moneta sovrana. Serve cancellare il debito pubblico.

Insomma, serve tornare ai temi cari ai 5 stelle delle origini. Che nel 2018 convinsero il 32% degli italiani.

Conte così convince solo le elite. Conte così sdraiato sul sistema non è più nemmeno l’uomo dei penultimatum per dirla alla Grillo. E’ proprio diventato un paraculo alla corte dei banchieri.

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