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M5S, Martinelli lascia «Addio Beppe, non mi rappresenti più»
«Addio Beppe Grillo, non mi rappresenti più». Con un post sul web, il blogger bergamasco Daniele Martinelli 47 anni, lascia il Movimento 5 Stelle. Ne faceva parte dal 2011 e, nel 2013, aveva anche lavorato per un periodo nel gruppo comunicazione del Movimento 5 Stelle alla Camera (senza superare i 3 mesi di prova). Martinelli era l’iscritto bergamasco al Movimento più famoso, fuori dalla provincia.

Cosa è successo? «Mi sono cancellato dal portale perché il Movimento è diventato verticistico e non è più come si era prefissato di essere, cioè orizzontale, trasparente, meritocratico e coerente»

C’entra l’addio dal M5S del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti? «Quella è stata la goccia. Contro Pizzarotti c’è stata molta cattiveria e un’ingiustizia che sancisce la trasformazione del Movimento in qualcosa che non è più il Movimento»

Qual è stato il punto di non ritorno? «Il direttorio ha fatto male al Movimento»

Adesso però Grillo lo ha azzerato. «Ma c’è ancora un gruppo di vertice che è una cricca di potere. Io poi non sono contrario alle espulsioni: se sono previste, mi va bene che si facciano. Ma non mi va l’uso arbitrario delle espulsioni. Basti vedere la differenza nei trattamenti riservati a Pizzarotti e a Luigi Di Maio. Il primo è stato considerato omertoso e sospeso per non aver detto che era indagato per abuso d’ufficio. Di Maio non ha detto che Paola Muraro (assessore all’Ambiente a Roma, ndr ) era indagata ed è stato portato sul palco da Grillo. Almeno Pizzarotti ha 4 anni d’esperienza e una buona popolarità e ha dimezzato il debito di Parma. Di Maio invece cosa ha fatto? Niente. Io l’ho conosciuto di persona quando ho lavorato a Roma: Di Maio è uno stratega, cura tutto purché tutto faccia capo a lui»

Dica la verità: lei ha ancora il dente avvelenato dopo che, nel 2013, è stato licenziato dall’incarico alla Camera. «No, non ho il dente avvelenato. Ho ancora seguito tra i grillini. Fino a lunedì sera ero un iscritto del Movimento, anche se sono sempre stato critico. Ma adesso basta: un Movimento con un decisore così non merita il mio voto»

Il giocattolo s’è rotto quando Grillo ha nominato il direttorio? «Il direttorio, che ha ancora peso politico, ha incrinato la filosofia del M5S, ma non solo. Anche la morte di Gianroberto Casaleggio ha fatto crollare la diga. Se ci fosse stato ancora lui, non avremmo fatto, anzi non avrebbero fatto tutte quelle figuracce a Roma»

Quindi non voterà più il M5S? «Il Movimento attuale non lo voto. Se ci sarà un cambiamento che mi piacerà, valuterò»

Segue l’attività del M5S a Bergamo? «Mi è capitato di sentirli. Sono dei bravi ragazzi, ma lavorano nel silenzio. Non sono personaggi che stanno lasciando il segno e il rischio è che tornino presto nell’oblio. Poi manca coesione, ci sono gelosie. E soprattutto non sanno parlare: per fare politica è fondamentale saper comunicare quello che si fa»

Lei ha un passato nell’IdV, farà ancora politica? «Mi avevano chiesto di candidarmi sindaco col M5S a Romano, mio paese d’origine. Ma per ora ne ho abbastanza della politica. Se un giorno mi candiderò, sarà con una lista civica. Ora sono passato dalle 5 stelle alle 5 Terre: vivo in Liguria, mi occupo di giornalismo e anche di turismo. E a Grillo non dico arrivederci, ma addio». Silvia Seminati

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