L’Is arriva in Libia per conquistarla. L’Is piomba lì, nella colonia italiana, dal cielo. Nessuno sa come i tagliagole abbiano passato il confine dall’Egitto, di fatto, l’unico Paese col quale la Libia confina ad est. Del resto l’Is non poteva che provenire da est, visto che la Siria e l’Afghanistan sono ad est della Libia e a nord-est dell’Egitto. Saranno arrivati via mare? Impossibile, altrimenti sarebbero stati avvistati dai caccia americani o dalla Marina italiana. Dunque, se l’Is ha invaso la Libia dall’Egitto, perché l’Egitto bombarda l’Isis in Libia soltanto ora che si è insediata a Tobruk e annuncia la conquista di Misurata? I 21 cristiani copti sgozzati dall’Is erano tutti egiziani d’Egitto. Com’è possibile che l’Is abbia passato le ferree frontiere d’Egitto armata di scimitarra e abbia potuto compiere una strage senza che nessuno si sia accorto di nulla? Nella Libia mosaico di clan, esiste comunque un esercito, no? Esiste pure un premier riconosciuto dall’Onu e dalle Nazioni unite che è Aguila Salah Issa. Il quale ci avverte di agire o avremo l’Is in casa. Minacciano di mandarci qua migliaia di profughi via mare. Ma con la complicità di chi? Che ci stanno a fare le vedette italiane nel golfo della Sirte? Poi, invece che l’Italia, non è più esposta la Tunisia al pericolo di invasione da parte dell’Is? La Tunisia, ma anche il Marocco, sono paesi islamici assai soft e tolleranti, dove il modello di vita occidentale è sempre più diffuso tra le popolazioni. Non sarebbe per loro più urgente tentare di “rieducare” le loro terre prima che venire in Europa? Perché ci vogliono impaurire a tutti i costi con frasi del tipo “siamo a sud di Roma”? C’è qualcosa che non torna. Non vorrei che l’Is sia qualche diavoleria di regia americana.
L’Is in Libia, qualcosa non torna
Scritto da Daniele Martinelli on Febbraio 17th, 2015