Giuseppe Falcomatà è il nuovo sindaco di Reggio Calabria. Ha vinto le elezioni amministrative ottenendo al primo turno il 61 per cento dei voti. E’ un ragazzo giovane, di bell’aspetto, faccia pulita, e soprattutto è figlio di Italo Falcomatà, unico sindaco reggino capace di reggere tre mandati a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, al quale la città ha dedicato il lungomare da lui stesso inaugurato. Non è importante di quale partito sia questo nuovo sindaco, benché sia del Pd. E’ importante l’opportunità che questo giovane ha di provare a dare un nuovo corso a una città infestata dalla ‘Ndrangheta. Sembra che il 61% dei reggini abbia voluto dare continuità al rampollo di quell’Italo che, scomparso prematuramente e improvvisamente nel pieno della sua attività di primo cittadino, è stato consacrato in una sorta di mito locale. Giuseppe Falcomatà, rispetto all’epoca della dirigenza cittadina in mano ai clan di Giuseppe Scopelliti, è da reputare una svolta che è prematuro e ingiusto giudicare. Soltanto il tempo ci dirà se Giuseppe Falcomatà sarà un buon amministratore sulla scia di suo padre.
Trovo molto meno importanti le beghe di partito sul misero 1,78 per cento ottenuto da Vincenzo Giordano, il candidato del Movimento 5 stelle. Di certo, un risultato che non rende onore all’unico partito onesto e rivoluzionario del Paese. Ma le dinamiche comunali per il sindaco sono troppo diverse da quelle nazionali. Il sindaco è il volto di una comunità che si sente come una grande famiglia. E’ solitamente espressione di un intimo rapporto personale alimentato da dinamiche di vicinato e di reputazione, oltre che influenzato dal ruolo nel tessuto economico e sociale della città. E’ chiaro che se a Reggio Calabria il Movimento 5 stelle è diviso in cinque meet up simili a cinque tifoserie che non si accordano sul candidato, è difficile che possa portare risultati. Anche se uno conta uno è sempre la somma di tanti uno a fare il risultato. Evidentemente a Reggio Calabria non esiste “un grillino” leader capace di aggregare un gruppo e una linea politica. Amen. Il Movimento è un’idea e un’opportunità. Sono forse i grillini che devono crescere.