E’ davvero imbarazzante l’atteggiamento che sta assumendo da un paio di giorni Giovanni Favia. Sembra fatto apposta per servire sul piatto d’argento alla stampa di regime discussioni e paragoni sterili con i partiti tradizionali. Favia ci sguazza in questo clima. Sta sfruttando con furbizia il suo momento. Ha usato la frase di Fini contro Berlusconi “che fai mi cacci?” per perseguire il suo obiettivo: quello di ottenere un’enorme visibilità mediatica che gli permette di acquisire valore commerciale e di accaparrarsi un futuro nel mercato dello spoil system. Non si spiegherebbe altrimenti la patetica sceneggiata che il consigliere emiliano ha abbozzato a Otto e mezzo, ospite di Lilli Gruber. Tanto meno la pseudointervista rilasciata al Fatto. Ciò che rimane di questa storia della sfuriata contro Casaleggio rivelata “ingenuamente” a un giornalista di Piazzapulita, è il lato B del consigliere ormai ex 5 stelle. Quello che pur sforzandosi di comportarsi da politico antisistema, si rivela ancorato al modello del sistema. Riesce con incredibile faccia tosta ad inscenare il tentativo per ricucire un rapporto con Grillo mentre lui stesso confessa che con Gianroberto Casaleggio, quello che “prende per il culo tutti” non parla da almeno un anno e mezzo. E io dovrei credere che uno che controlla tutto e tutti, ti lascia fare senza mai parlarti per un anno e mezzo? Dovrei credere che Favia non ha mai avuto mezza giornata di tempo per recarsi negli uffici di Casaleggio per dirgli in faccia quello che pensava? Oppure è meglio non perdere la bussola della logica e stabilire che la mancanza di democrazia denunciata da Favia si manifesta in altri modi? Tipo forme più o meno velate di stalking, interferenze nelle scelte politiche e strategiche della propria attività politica, oppure ordini di indirizzo non concordati? Non basta un Tavolazzi qualunque per giustificare quelle parole e tutta quella stizza di Favia nei confronti di colui che è essenzialmente l’amico ispiratore del comico antisistema grazie al quale sei stato eletto prima consiglere comunale e poi consigliere regionale.
Quando Favia dichiara che Casaleggio gli ha fatto “terra bruciata” usa la stessa tecnica di Berlusconi: quella del gettare merda sugli altri per tentare di ripulirsi della propria. Forse per offuscare le proprie mancanze e lenire il disagio dei propri sbagli. Forse per giustificare il non sentirsi all’altezza per catalizzare consenso di massa attorno alla propria figura. Favia, con la dichiarazione ovvia di perdita di fiducia da parte di Grillo, deve suo malgrado abdicare alla maggior esperienza e capacità del cosiddetto guru di via Morone. Quello che sembra tornato da Woodstock ma che con Grillo sta stocckando tutti partiti. Favia si è reso conto della cazzata che ha commesso. Si è reso conto del suo atteggiamento meschino assunto con un giornalista nei confronti del co-fondatore del Movimento che Favia rappresenta nelle istituzioni. Quindi che fa? Persa per persa va in tivù per provare a tappare il buco con pezze a colori. Continua ad apprezzare Grillo denigrando l’alter ego del Movimento Casaleggio. Colui che a Grillo ha spianato la strada per la missione politica del ricambio attraverso la Rete. Dopo una figuraccia di questa portata che sta alimentando il dibattito sul nulla alla stampa di regime, Favia dovrebbe già essersi dimesso sia dal Movimento che dal consiglio regionale. Altro che rimanere sulla poltrona come un Barbareschi qualunque. Non si possono liquidare frasi così come una semplice sfuriata dettata da stanchezza e arrabbiatura. E’ gravissimo che il rappresentante di un movimento anti-sistema si comporti come uno del sistema. E’ vero che i partiti sono marci e Favia è un chierico al confronto. Ma la cazzata che ha commesso è davvero troppo grossa per la verginità del M5s.
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[…] Il blog di Daniele Martinelli Pubblicato: 11 settembre 2012 Autore: aggregatore Sezione: Politica e Attualità […]