«C’era un vuoto che è stato coperto in modo intelligente dal comico». Parola di Enrico Letta da Emilio Carelli su Sky, in riferimento a Beppe Grillo dopo l’exploit del M5s nella recente tornata delle comunali. Del resto Letta se la sogna tutta quell’intelligenza. Per fare politica è costretto a diluirsi nella mischia dei politicanti, quelli che Grillo chiama diarrea. Benché abbia ricoperto qualche ruolo di spicco nei governi di centrosinistra del recente passato, benché sia il numero due del Partito democratico, Enrico Letta è uno di quei personaggi che non ricordi. E’ uno di quei tanti omini insignificanti che per apparire hanno bisogno di frasi a effetto nello stile di Scilipoti, come dire che è “meglio votare il Pdl piuttosto che il M5s“. Guarda caso Letta ha ottenuto ciò che voleva: è apparso sui giornali che sono cascati nella sua trappola. Persino il Fatto quotidiano ha abboccato. Ha donato a Letta addirittura l’apertura a tutta pagina dell’edizione di sabato con tanto di sondaggio ai lettori. Come se l’esito a sfavore di Letta non fosse stato scontato e come se l’Italia non avesse nulla di più importante delle cazzate che spara Enrico Letta.

Uno che fino a qualche mese fa invocava l’asse con Fini e che ha sostenuto candidati perdenti come Mario Morcone in Campania. Uno di quelli che dà «piena fiducia nella guida della crisi a Napolitano» e per il quale “è legittimo che Berlusconi si difenda dal processo“. Non NEL processo. Ferreo sostenitore della Tav in Val di Susa, Letta – come tutto il Pd – deve molto a Berlusconi e alla claque del fu Pdl. Gli deve la recita della finta opposizione pagata a peso d’oro in parlamento con stipendi che nemmeno a Buckingam palace… Nipote di zietto Gianni, amico della P3 e della P4 oltre che maggiordomo di fiducia di Berlusconi, Enrico Letta si è distinto per aver promosso assieme al devoto del puttaniere Maurizio Lupi (Pdl) una legge bipartisan per i talenti italiani «under 40» all’estero “che possono tornare in patria“. Una legge talmente impattante che nessuno si è accorto di nulla. Infatti non si ha notizia di rientri festosi in patria di eserciti di under 40. Anzi, al contrario aumentano ogni giorno come lo spread gli under 30 e gli under 20 che fuggono dall’Italia in cerca di un Paese normale dove poter vivere.

A parte quella legge invisibile, che per apparire hanno dovuto farla pubblicare a 4 mani in un angolino del Corriere affinché qualcuno se li cacasse, Letta è uno che propone senza rinunciare a nulla di ciò che percepisce da deputato e da ex ministro. Come quando invoca una legge per togliere il vitalizio ai parlamentari “alrtimenti la gente avrebbe ragione a darci un calcio nel sedere per mandarci a casa“. Letta, malgrado i fanali che porta sul naso, forse non ha ancora fiutato l’aria che tira in Italia. Non ha ancora realizzato che l’anno prossimo, dopo le politiche, è molto probabile che dovrà cercarsi un lavoro assieme a buona parte dei suoi colleghi perdenti del Pd. Lo vedremo probabilmente “sbigottito” come quando seppe del fondatore di Fastweb Silvio Scaglia rinchiuso in carcere per un maxi riciclaggio da 2 miliardi di euro. Vedremo la personalissima “Bisanzio” di Letta, quella che vedeva in Berlusconi due anni anni fa con la «fine della stagione del berlusconismo». E pensare che he ha avuti di anni a disposizione Enrico Letta per “dimostrare di essere diversi” a fare politica di opposizione. Invece si riferiva al “sistema Sesto” che ha messo nei guai per tangenti il pesce grosso del Pd Filippo Penati.

Enrico Letta, al contrario, rimane un pesce lesso. Un cetto laqualunque strapagato per non servire a nulla e a nessuno. Anzi, no, Letta serve ad allargare quel vuoto in politica che riempirà con intelligenza Grillo. Dai Letta, sparane un’altra domani!

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