Di Abou El Kassim parlai 3 anni e mezzo fa, quando ancora lavoravo in tivù. Avevo ospitato in una trasmissione la moglie di questo ragazzo rapito in Pakistan dalla Cia, detenuto per “riunioni non autorizzate” a Saleh, in Marocco. Il suo caso approdò al parlamento europeo come unico italiano vittima di “extraordinary rendition“, consegne forzate usate dalla Cia per persone sospettate di attività eversive. Il re del Marocco, Mohammed VI ha graziato Abou El Kassim che ora potrà tornare a Bergamo, dove venne a vivere nel 2002 e dove sposò una ragazza italiana. Dopo anni di galera ingiusta su ordine dei servizi segreti americani, che nell’ossessione di spacciare l’attentato alle torri gemelle ad opera di Al Qaeda ha “sacrificato” alla causa cittadini inermi e innocenti come questo ragazzo specializzato in traduzioni. El Kassim si lascia alle spalle 9 anni di prigionia, vessazioni, torture e scioperi della fame ad un solo anno dall’espiazione naturale della pena, nonostante la magistratura italiana lo avesse scagionato da ogni accusa fin dal 2005.
Proprio oggi Abou El Kassim Britel, (questo il suo nome per esteso) compie 43 anni. La sua uscita dalle galere marocchine coincide con la forte preoccupazione che il re del Marocco ha delle rivolte che hanno investito l’intero nord Africa. Il Marocco é l’ultima miccia dell’area maghrebina dove si registrano disordini isolati in città come Tangier e Marrakech. La grazia ad El Kassim che coincide con quella di altri 190 detenuti, é una delle tante azioni che il re sta imbastendo in Marocco assieme a qualche sgravio dei prezzi per cercare di contenere il pericolo di una rivolta sociale sempre più imminente. La grazia El Kassim se la vide negare sia nel 2007 che nel 2008 nonostante le richieste e le trasferte di delegazioni di un centinaio di parlamentari italiani ed europei guidati dall’allora deputato rifondarolo del governo Prodi Ezio Locatelli.
C’é voluta una ribellione globale di tutto il Maghreb per indurre il Re del Marocco a questa decisione di comodo. Segno che Mohamed VI sapeva dell’innocenza di Abou El Kassim, altrimenti non lo avrebbe graziato. Ne prenda atto il popolo marocchino della malafede del suo re, abituato come i Gheddafi, i Ben Alì e i Berlusconi a detenere un potere posticcio che fa leva sulla paura e la pazienza di milioni di esseri umani ipnotizzati da Allah. Sveglia Marocco! Chissà che ci sveglieremo pure qui…