“Qualche volta ho partecipato a udienze in tribunale dove c’erano sempre i miei giudici pagati, ovviamente, da me“. E’ una delle frasi pronunciate dal brigatista mediatico Silvio Berlusconi, condita in un delirio di farneticazioni sputate da un palco milanese durante la sponsorizzazione di Letizia Moratti sindaco, che nel suo listino di candidata annovera Roberto Lassini, fan dei brigatisti assassini di giudici, mente, braccio e grilletto dei manifesti terroristi appesi a Milano contro i giudici per sua stessa ammissione. Il brigatista dell’amore, in un sussulto di memoria di Vittorio Metta, Acampora e Previti, si é corretto con “avvocati pagati…” in riferimento a Ghedini, Longo, Paniz e allegra brigata al seguito. Segno che se le leggi ad brigatistam lo tenono fuori da San Vittore, il magnaccio trafficante di bimbe é prigioniero delle sue ossessioni che lo hanno ammalato, incancrenito nel cervello e nell’anima, al punto che soltanto i lapsus gli fanno dire la verità . Come quando ha capovolto la storia del piduista Angelo Rizzoli “espropriato” del Corriere della Sera perché “la sinistra voleva farlo proprio“. Il brigatista mediatico ha sorvolato sul ruolo dell’allora editore del Corriere nel crac ambrosiano, nell’amicizia col socio bancarottiere Sindona assieme agli 88 conti cifrati della Geomes Immobiliare, zattera delle speculazioni finanziarie destinate alle Isole Cayman e a Nassau. Paradisi fiscali dove anche lui, il brigatista delle corruzioni, ha una sessantina di conti cifrati individuati dai magistrati di cui gli chiedono conto nei processi Mediaset e Mediatrade.
Tanto per riordinare un po’ la storia dei fatti, va ricordato che nell’autunno del ’75 l’editore Angelo Rizzoli fu portato nella P2 assieme al suo amministratore delegato Bruno Tassan Din, dal piduista Umberto Ortolani (papà dell’autore Fininvest Tullio) con la promessa che avrebbero trovato finanziamenti per risollevare i conti disastrati del quotidiano milanese, ma in realtà per assumerne il controllo. Promessa sostenuta pure dall’allora presidente Montedison Eugenio Cefis, ritenuto il fondatore della Loggia P2 e sospetto mandante dell’attentato al padre dell’Eni Enrico Mattei. Il controllo dei media per l’orientamento delle opinioni “lontano dalla sinistra” era il uno degli obiettivi dell’allora nascente Piano di Rinascita piduista. Fu uno storico scribacchino di destra come Gianpaolo Pansa che nell’ottobre del ’77 scrisse di aver assistito alla nomina del direttore del Corriere il piduista Franco Di Bella all’hotel Excelsior di Roma, davanti a Rizzoli e a Licio Gelli. In armonia con la P2 c’era lui, il brigatista mediatico Silvio Berlusconi, tessera 1816, legatissimo a Bottino Craxi, venerato dal Corriere piduista con tanto di paginoni di interviste agiografiche (come quella del 30 ottobre ’79).
E’ il Craxi che nei folli lapsus del puttaniere “é stato fatto fuori con l’accusa di essersi arricchito con la politica. àˆ una vergogna“. Infatti il primo ad arrossire é stato proprio suo figlio Bobo, che oggi invita sui giornali il brigatista mediatico “a lasciar perdere il padre“. Rizzoli era pure in affari con Flavio Carboni, oggi in galera per la P3, fiduciario della “Servizi Italia“, vera faccia della Bnl piduista che finanziava miliardarie operazioni speculative assieme alla “Savoia assicurazioni” e lo stesso Corriere su cui oggi scrivono i loro delirii da prima pagina gli Ostellini e i Battista. L’allora ex sottosegretario al Tesoro Beppe Pisanu, (pappa e ciccia con Carboni) nell’82 si interessò del crack del Banco Ambrosiano creditore di 31 miliardi da parte di Rizzoli del Corriere xon un intervento alla Camera durante il quale definì l’Ambrosiano in odore di crack “banca in situazione normale“. Pisanu aveva incontrato 4 volte il banchiere Roberto Calvi assieme a Carboni, l’ultima volta nel maggio ’82, a MIlano. Rizzoli, testimone al processo del crack, raccontò che per quel discorso Pisanu prese da Carboni 800 milioni. Pisanu, in seguito al crack e alle sue menzogne, si dovette dimettere nell’83. Oggi ci risulta ancora onorevole del partito del brigatista mediatico Silvio Berlusconi, checché “dopo 26 anni Rizzoli é stato assolto da tutto ed é incensurato“.
Se oggi digitiamo su Google “berlusconi contro i giudici”, escono 2.350.000 voci di insulti e offese sputate dal puttaniere in 17 anni di presenza tappo allo sviluppo di questo Paese. Berlusconi cerca lo scontro con le calunnie che lo possano portare a nuovi processi come quando parla di “patto Fini-magistrati“. Un metodo barbaro tipicamente piduista, vero cospiratore e “cancro da estirpare” da questa povera Italia. Come scrive oggi Stefano Rodotà su Repubblica in merito alle leggi ammazza giustizia di Berlusconi: “il processo di decostituzionalizzazione dell’Italia che fa scomparire un effettivo sistema di garanzie e altera gli equilibri garantiti dalla Costituzione, ci porterebbe verso un mutamento di regime. Orizzonte ravvicinato, realistico e ineludibile, quello al quale si deve guardare per individuare le strategie possibili per opporsi a questa ascesa, che appare a qualcuno non più resistibile con i mezzi ordinari della democrazia“. A cosa si riferisce Rodotà , a bombe e pistole?