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Le elezioni comunali hanno castigato la disunione dell’unione premiando la coalizione di Silvio Berlusconi che é ancora peggio.
Il governo inciucio di Romano Prodi, dopo un anno di buone intenzioni recitate comincia a pagare dazio a provvedimenti come l’indulto che ha fatto usicre dalle galere un pò di malavitosi ma soprattutto ha evitato il carcere ad alcuni parlamentari del gruppo di Berlusconi a partire da Cesare Previti.
Il papa, se proprio ci teneva, poteva chiedere il permesso di portarsi i malavitosi in Vaticano.
Altro elemento grigio di questo governo capestro é il ministro dell’ingiustizia Clemente Mastella: un voltagabbana cui si deve la legge porcata sulle intercettazioni che se sarà  approvata anche al senato imbavaglierà  la cronaca giudiziaria.
Non solo: a Mastella si deve pure il blocco dei Pacs e sempre a lui si deve il ristagno dell’approvazione della blandissima legge sul conflitto di interessi che riguarda un pò di politici imprenditori a cominciare dal piduista plurimputato Silvio Berlusconi.
La scusa ufficiale é quella di garanzie dalla nuova legge elettorale affinché non affossi i partiti minori come il suo, ma in realtà  in cambio di un vergognoso 1,4% ottenuto alle politiche, Mastella siede illegittimamente su una poltrona di ministro in un dicastero che gli si addice solo perché i delinquenti chiedono e lui “esegue”.
A Mastella, sappiamo tutti che prima dei cittadini da 30 anni a questa parte, importa tenere il fondoschiena sulle poltrone dei palazzi, ingrassare ogni giorno alle nostre spalle e se opportuno, mobilita i suoi 4 parlamentari del suo fondamentale partito per creare ostruzionismo su leggi importanti che regolano la democrazia (se ancora così é lecito chiamare).
E il decreto Gentiloni? Bé, per ora il decreto é gentilone solo col plurimputato Berlusconi, visto che se passerà  col tetto pubblicitario garantito al 45% della quota totale di mercato per ogni azienda editoriale, continuerà  a non esserci nessuna concorrenza nell’emittenza italiana!
Poi? Ci sarebbe dell’altro su cui riflettere a cominciare dall’aumentata disaffezione alle urne.
Peccato, perché é proprio dai disaffezionati che potrebbe venire un segnale di ricambio.
La buona politica basata sulla coerenza esiste, il problema é l’ideologia del sistema destra-sinistra che và  cambiato in favore di persone capaci e oneste.
Per fortuna qualche esempio arriva: il ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro, presidente dell’ Italia dei Valori, checché se ne dica, dimostra coerenza e trasparenza.
àˆ l’unico che ha un blog  funzionante, sempre aggiornato e sempre attento a temi che interessano alla gente.
Tanto che il suo partito stato l’unico a reggere l’affondo di tutta l’unione. In comuni come Canegrate (MI) ha addirittura sfiorato il 10% dei consensi.

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