Giorgia Meloni in Aula: “Raccontare che l’Italia sta spendendo soldi per mandare armi in Ucraina” è solo “puerile propaganda”.

Eh no! Purtroppo è vero che il governo nei 6 decreti emanati finora, ha speso almeno un miliardo di euro di soldi pubblici per finanziare la guerra in Ucraina.
Lo ha detto chiaro il ministro degli Esteri Antonio Tajani il 22 gennaio al Corriere: “L’Italia è pronta per il pacchetto di aiuti da un miliardo”.

Che significa: mandare le armi italiane stipate nei magazzini, ma poi quelle armi vanno ripristinate. Non lo invento io, lo ha detto il ministro della difesa Crosetto in audizione al Senato il 25 gennaio scorso

CROSETTO “L’aiuto che abbiamo dato all’Ucraina ci impone di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale”

Ripristinare le armi significa ricomprarle ex novo. Cioè spendere almeno un altro miliardo.
Lo dicono anche le stime dell’osservatorio sulle spese militari italiane.
Il suo fondatore, Francesco Vignarca, dice che dopo l’ultimo decreto Armi (il sesto), siano almeno 800 i milioni di euro spesi dall’Italia finora.
Tra il materiale inviato c’è “il Samp T, il nuovissimo sistema di difesa missilistico.

Non solo. Nei 3 miliardi e 600 milioni stanziati dall’Unione europea con un “fondo esterno al bilancio per gestire le spese in armamenti”, l’Italia ha contribuito per il 12%, ovvero 450 milioni di euro.
Di questi soldi l’Europa rimborsa all’Italia al massimo il 40%, ossia circa 200 milioni. Che sottratti al miliardo sono circa 800 milioni di euro.

Col risultato che, dopo aver speso un miliardo in armamenti regalati all’Ucraina, (quindi già svalutati essendo nei magazzini), ci ritroviamo con l’onere di doverli riacquistare nuovi. Per almeno un altro miliardo.

Ma non è finita. Se consideriamo che l’Europa ha già deciso di stanziare altri 2 miliardi di euro del fondo esterno al bilancio, l’Italia dovrà emanare un settimo decreto per contribuire di un altro 12 per cento. Ossia circa 250 milioni di euro. Che sommati agli 800 precedenti, siamo già oltre il miliardo di euro.

Insomma, conti alla mano, non pare puerile propaganda come ha detto Meloni in aula.
Appare al contrario una bugia colossale di una presidente del Consiglio che in un Paese normale – dopo una bugia così colossale – dovrebbe scusarsi con gli italiani e dimettersi.

Ma già sappiamo che non succederà.

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