Dopo una campagna in solitaria senza bandiere e senza partiti, Virginia Raggi ha avuto la mazzata finale che le ha fatto perdere quei pochi voti che le sarebbero bastati per rifare il ballottaggio.
Quella mazzata si chiama Giuseppe Conte. Colui che spinge ciò che resta dei 5 stelle nel culo del Pdmenoelle (per dirla alla Grillo).
E’ stato Conte a cercare la Raggi, non il contrario. E’ Conte quello che oggi appoggia apertamente Gualtieri al ballottaggio. Come un Calenda qualunque.
I 5 stelle vanno rifondati con facce credibili. La Raggi può provarci ed esporsi per continuare il filone originario dell’autonomia dai partiti.
Conte è un democristiano a cui piace fare il piacione a tutto l’arco parlamentare. E’ stato preso a calci in culo da Salvini prima e da Renzi poi, ma da Conte mai un attacco. Mai una critica a Draghi. Al contrario Conte si è genuflesso in maniera patetica e arresa.
I 5 stelle sono ben altro. Raggi, Appendino, Di Battista, Morra, Lezzi, Taverna e tutta la vecchia guardia si rimetta in pista con decisione e sfiduci apertamente la linea a fondo cieco Conte.
Un gruppo omogeneo che in proiezione deve guardare a Paragone, alla destra anti-euro e alla sinistra anti-discriminatoria.
Conte sia pure il presidente di “tutti” quelli che del Movimento 5 stelle non hanno capito niente. Si appiccichi sotto la cintola Casalino e se lo porti con lui.
Il Movimento di lotta e di governo deve guardare avanti e riportare alle urne tutti gli astensionisti delusi con posizioni decise e anti-partito.