La sindaca uscente di Roma Virginia Raggi si ricandida allo stesso ruolo con qualche differenza rispetto al 2016. 5 anni fa l’ex consigliera di opposizione in Campidoglio non voleva sentir parlare di finanziatori, in quanto il grillino fa politica senza soldi.
Oggi, a distanza di 5 anni, i finanziatori della campagna elettorale della Raggi ci sono.
Ecco i principali:
600 euro dalla Ns Costruzioni Srl.
600 euro da Cuma 6 Srl, specializzata nella costruzione di edifici residenziali e non.
2.400 euro da Vincenzo Oreste Lupattelli, titolare della Millennium Immobiliare Snc.
1.500 euro da Vincenzo Bonifati, presidente del Gruppo Bonifati che si occupa di edilizia pubblica, privata e di grandi opere.
1.500 euro dall’imprenditore Marco Porcellana, candidato all’Assemblea capitolina nella lista civica Raggi.
1.300 euro dall’avvocato Pierfrancesco Bruno, legale della Raggi nel processo sulle nomine.
750 euro da Alessandro Bianchi, capolista di Roma Ecologista.
1.500 euro da Francesco Silvestri, tesoriere del gruppo 5S alla Camera
5.000 euro dalla deputata Angela Salafia.
1.500 euro dalla Tundo Spa che si occupa del servizio di trasporti disabili e che più volte ha ritardato il pagamento dei lavoratori. Il 1° luglio scorso ha ricevuto l’ennesima proroga al bando di gara da parte del Comune di Roma, lo stesso mese in cui la general manager della società Maria Palma Del Sole ha versato 1.500 euro al comitato per Raggi.

L’elenco incompleto dei finanziatori è pubblico con tutti gli importi e nessuno va oltre i 5 mila euro “consentiti” a un grillino.
Resta però che la politica non si fa senza soldi. E soprattutto resta la capacità del singolo politico, in questo caso di una sindaca o di una futura consigliera di opposizione a Roma, di operare sempre nell’interesse di tutti e con distacco da chi ambisce agli appalti pubblici.

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