La sera il ddl Zan “non è emendabile”. La mattina lo è eccome senno “in Senato si rischia il Vietnam”.
La sera s’atteggia da attivista gay “con le palle”. La mattina si rivela “eunuco” (senza palle), cit. Diego Passoni conduttore radio.
La sera presenta la legge contro l’omofobia. La mattina se la lascia disconoscere dalla comunità gay per cui credeva di averla scritta.
La sera quella legge passa alla Camera (2013). La mattina viene resa discriminatoria dai Pd (Gitti-Verini) e lasciata morire in Senato senza che Scalfarotto “monti” la benché minima polemica.
La sera si spende per il Gay pride. La mattina non ci va perché le associazioni Arcobaleno non lo invitano nemmeno, visto che non lo considerano, (cit. Luca Paladini, portavoce dei “Sentinelli di Milano”). Che aggiunge: “Scalfarotto ha l’abitudine di mettere la faccia su leggi che pretendono di tutelare le minoranze, ma che finiscono sempre per discriminarne una parte”.
Insomma, di sera basta un “Attenti!” da parte di Renzi che la mattina Scalfarotto passa da 360 gradi di visuale a 90. La sera si fa passare da intellettuale attivo, ma la mattina è già diventato un ubbidiente passivo.
Di sera si lascia usare in Puglia da candidato per farsi umiliare con l’1%. Di mattina si fa ripagare con una poltrona da sottosegretario su cui posare il culo.
Ogni sera Scalfarotto ci dice che si sbatte per i gay.
Ogni mattina scopriamo che Scalfarotto si è fatto solo sbattere.
Sera e mattina Scalfarotto fa l’arrivista. Non l’attivista.