«Io ogni tanto ci penso eh… Chissà il bambino che mangia la pannocchia di mais cresciuta sui fanghi… Sono stato consapevolmente un delinquente».
Antonio Carucci, geologo responsabile commerciale della Wte, la ditta da cui sono uscite 150 mila tonnellate di fanghi tossici sparsi su 3 mila ettari di campi della bassa bresciana e del nord Italia.
È una delle tante intercettazioni contenute nelle 204 pagine dell’ordinanza con la quale il gip di Brescia Elena Stefana ha disposto il sequestro di 12 milioni di euro di proventi illeciti alla Wte di Giuseppe Giustacchini, dominus del traffico illecito di rifiuti, che al telefono con Simone Bianchini, ordina come camuffarli e come trovare terreni in cui spargerli «non mi faccio inculare dalla Forestale perché voi non mi avete trovato i terreni, perché la prossima volta mi chiudono eh!».
Antonio Carucci in un’altra conversazione dice ridendo: «Sono un mentitore!… Io…finisco all’inferno». Il pregiudicato per traffico illecito di rifiuti è al telefono con Ottavia Ferri, dipendente della Wte, che replica, sempre ridendo: «Lo facciamo per il bene dell’azienda!».
L’inchiesta comprende anche i reati di molestie olfattive, creazione di discariche abusive.