Matteo Salvini

Grinzane di Cavour, Piemonte, Mario Roggero subisce una rapina nella sua gioielleria, la seconda in 6 anni. L’uomo reagisce, spara e ammazza due dei tre rapinatori. I corpi sono riversi sull’asfalto all’esterno del negozio. Matteo Salvini, da solito sciacallo qual è, approfitta dell’ignoranza dei suoi seguaci e dichiara che “la difesa è sempre legittima”.

Salvini dice formalmente una verità, ma nel caso di Roggero dice una fesseria perché saranno i magistrati a stabilire se i suoi spari fatali sono stati necessari per difendersi fino ad uccidere.

Il motivo è semplice: la difesa è legittima fino a giustificare un omicidio se il grado di aggressione e di pericolo ha reso la morte inevitabile.

Diverso è se l’aggressore scappa o è di spalle, quindi non più in condizione di nuocere alla vittima. In quel caso, se la perizia balistica stabilisce che il proiettile ha ucciso di schiena una persona in fuga, c’è il rischio che la vittima della rapina debba rispondere di omicidio colposo, se non volontario.

Sì perché la legittima difesa non va confusa con l’illegittima vendetta. Non ci si deve far travolgere dal mantra popolare che “assolve il gioielliere”, perché avrebbe fatto bene a sparare a prescindere.

Siamo tutti d’accordo che una rapina è un trauma per chiunque la subisce. Siamo tutti d’accordo che il primo istinto di reazione è uccidere chi ci mette “le mani nel sangue”. Ma bisogna fare attenzione a premere il grilletto. Prima di ammazzare c’è lo sparo in aria e la gambizzazione. L’omicidio è sempre l’evento peggiore. Sia per la vittima che per l’omicida.

Ecco perché l’unica autorità preposta a chiarire la dinamica delle responsabilità di un fatto così grave è la magistratura. L’iter di indagine obbliga il magistrato di turno ad aprire un fascicolo quasi sempre per omicidio a carico dell’aggredito, in quanto unico superstite. Un’indagine non è una condanna, ma è una forma di garanzia a tutela di tutte le parti chiamate in causa. Omicida compreso.

Nel processo si terrà conto di tutto. Si terrà conto dello stato di agitazione di Mario Roggero al momento dell’irruzione nel suo negozio, si terrà conto della sua spiacevole esperienza passata quando altri malviventi legarono alla sedia la moglie e la figlia facendo razzia per 300 mila euro di soldi e gioielli.

Si terrà conto poi della dinamica dell’accaduto in questa vicenda. I difensori di Roggero punteranno sulla legittima difesa. Spiegheranno che uccidere è stato inevitabile. Il magistrato dovrà stabilire se quei corpi sull’asfalto non meritavano di morire in quanto ormai inoffensivi al gioielliere, che pare sia riuscito a metterli in fuga senza subire il furto.

Matteo Salvini, per chiunque ragioni, su questa brutta storia di cronaca sta facendo l’ennesima figura da buffone in cerca di facile consenso. Dice l’ovvio prima del tempo. Senza aspettare il verdetto del processo e con la facile previsione che tra un po’ attaccherà la magistratura.

A differenza di Beppe Grillo, accusato di aver interferito nel processo di violenza sessuale col video, quando in realtà il suo è stato un attacco al linciaggio mediatico al figlio dipinto come stupratore seriale, Salvini fa peggio. Fa peggio perché qui ci sono scappati dei morti per una vicenda che è una vera disgrazia per tutti. A cominciare dal gioielliere che, come tutti gli sceriffi della difesa fai-da-te, prima o poi si farà i sensi di colpa.

Salvini fa peggio perché, a differenza di Grillo, è un uomo delle istituzioni che dovrebbe rispettare il ruolo della magistratura aspettandone il verdetto. Invece, da uomo squallido, ciancia di solidarietà pelosa sulla pelle del povero Roggero pur di lucrare consenso politico su una vicenda di cronaca triste e cruda.  L’avvocata leghista Daniela Bongiorno – come ha fatto per Grillo – non ha nulla da rimproverare al suo capo partito?

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