E’ preoccupante che pure il Garante Antonello Soro auspichi la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni che non riguardano direttamente gl’indagati. E’ preoccupante perché se diventasse legge il divieto di riportare i colloqui dei non indagati, che guardacaso quasi sempre coinvolgono i politici, ci verrebbe impedito di scoprire aspetti della personalità di certi eletti in combutta con faccendieri e tangentisti golosi di appalti pubblici, e perderemmo l’occasione di radiografare l’operato di certi onorevoli sconosciuti, ma che si distinguono per iniziative tutt’altro che utili alla collettività. In questi giorni la stampa ha dato grande spazio all’indignazione di Massimo D’Alema, tirato in ballo nelle intercettazioni sul caso della coop Clp Concordia, seppur non indagato. Ma nelle intercettazioni non c’è finito soltanto lui. Nei colloqui, Franco Simone, uno degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta, cita anche l’alfaniana Simona Vicari, a sua volta non (ancora) indagata. In una mail finita agli atti, Simone la indica “persona che si sarebbe impegnata su loro indicazione a far assegnare 140 milioni di euro per il completamento delle opere di metanizzazione dell’Italia del sud, stanziamento di cui beneficerà evidentemente anche la Cpl”. Versione non smentita, anzi, confermata dalla diretta interessata interpellata dai giornali, in quanto “pressata dai sindaci siciliani“. Secondo gli investigatori, “Vicari si sarebbe personalmente impegnata a far rimuovere, durante i vari passaggi approvativi della Legge di stabilità tra i due rami del Parlamento, la parola ‘limiti’ riferita, dal dettato della norma, alla cifra di 140 milioni”. Anche in questo caso la Vicari ha già chiarito che quei “limiti” sono rimasti. E’ rimasto il blocco a 140 milioni di euro nonostante il parere contrario della Vicari.
Basta già questo per tracciare la moralità e il senso del pudore del politico. Senza bisogno che sia indagato. Basta questo spunto per spostare lo sguardo dalle carte delle intercettazioni per radiografare il politico in questione. Per capirne un po’ di più e valutarne l’utilità all’interesse collettivo. Simona Vicari è sottosegretario allo Sviluppo Economico grazie all’incarico ricevuto da Renzi, lo stesso che ricopriva con l’ex premier Enrico Letta. Ha iniziato a far politica negli anni ’90 con Berlusconi, è diventata sindaco di Cefalù, ha fatto la deputata regionale nell’assemblea siciliana per poi approdare in parlamento. E tradire Silvio Berlusconi per andare con l’Ncd di Angelino Alfano. La Vicari si è distinta nelle cronache per quelle vacanze di Ferragosto a Favignana pagate interamente da Carmelo Patti di Valtur, (20 mila euro) fatte assieme a Totò Cuffaro (in galera per mafia), l’ex onorevole Basilio Germanà, l’ex assessore al turismo di Trapani Concetta Spataro e a Renato Schifani, (per un certo periodo indagato a sua volta per mafia). Gliene chiesi conto personalmente durante una puntata di Matrix, su Canale 5, ma la sottosegretaria glissò l’argomento senza rispondermi. Schifani e famiglia, assieme alla sua pupilla, da Valtur, hanno pure beneficiato di miracolosi sconti per le vacanze sul Mar Rosso: 1.120 euro di bonus a Sharm el Sheik. Chissà in cambio di cosa!? In tivù non ce lo ha detto. Eppure era una che bacchettava l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini per la casa a Montecarlo! Gli faceva la morale nonostante a carico del politico non fossero uscite off-shore, irregolarità o profitti personali relativi a quell’immobile.
Sempre pronta alla battuta, la Vicari è una libertaria-liberista, ma solo a parole. Dopo essersi fatta un po’ di pubblicità per proporre la scatola nera nelle auto a prevenzione delle truffe assicurative, con incluso obbligo di autofficina convenzionata, è stata relatrice del decreto legge sulla crescita, che grazie a un emendamento della solita manina, ha congelato le concessioni balneari per trent’anni, mettendo l’Italia fuori dalle norme europee. Non solo: ha chiuso l’intero settore agli investimenti, ha danneggiato la concorrenza e i cittadini italiani, che stanno mettendo mano al portafogli per pagare le salate multe propinate da Bruxelles. Alla faccia della libertà e delle liberalizzazioni!
Roberto Buzio, l’ultimo “cassiere” socialdemocratico delle tangenti della Prima Repubblica, segretario di lungo corso di Giuseppe Saragat, scappato in Alta Savoia per evitare l’arresto in italia, ha detto che “Simona Vicari ce la siamo inventata io e Vizzini“. Divenuta “il volto femminile dell’Ncd lealista” (Alfano dixit), si era dimessa da sottosegretario per pura sceneggiata a sostegno delle dimissioni (accettate da Letta) di Michaela Biancofiore. Queste, in estrema sintesi, le “goliardie da osteria” della Vicari che tuonava contro la Santanché quando equiparava Nilde Iotti a Nicole Minetti per essere stata amante di Palmiro Togliatti. Senza dimenticare il voto contrario della Vicari all’abolizione delle pensioni d’oro. Che infatti sono rimaste intatte sui conti correnti dei beneficiari della casta. Per bonifico. Benché la Vicari si sia sempre detta “favorevole all’uso del contante“. Le starebbe bene una condanna al conteggio di 140 milioni di euro in monetine da un centesimo. Diventerebbe più utile di quanto non lo sia oggi alla causa degli italiani.