In Italia, in questo momento, comanda un evasore fiscale conclamato: Silvio Berlusconi. Un ingenoso delinquente che avvalendosi di una rete di collaboratori fidati in quanto corrotti, ha sottratto centinaia di milioni alla collettività nascondendoli all’estero, avvalendosi dapprima di finanzieri e di politici, e poi di testimoni e di giudici. Silvio Berlusconi si è arricchito così tanto da essere tuttora in grado di lusingare chiunque perché la sua capacità economica accumulata rubando alla collettività, è tale da poter cambiare radicalmente il tenore di vita di qualunque Scilipoti di questo mondo. L’ex senatore Idv De Gregorio, sotto processo per essere stato corrotto con 3 milioni di euro serviti a far cadere Prodi, l’ha recentemente confessato “Silvio ha comprato me e altri col suo denaro può fare tutto”.
Dai 21 miliardi pagati a Craxi nei primi anni Novanta per legalizzargli le reti Fininvest, fino alla più meretrice delle olgettine del 2013, Silvio Berlusconi non è soltanto la personificazione di una degenerazione civica e morale. E’ anche il seme che ne ha diffuso il modello assieme alla sua passiva accettazione sociale condita in una dose di approvazione collettiva, se non di invidia. Le montagne di denaro di Silvio Berlusconi e tutti i suoi capitali quotati in borsa, sono l’assicurazione a vita di tutto il pollaio del Pdl che lo difende assieme a una cospicua lobby che opera nel sottobosco dell’editoria, delle assicurazioni, delle banche e pure del calcio.
Il Berlusconi odierno delinquente privato corruttore, puttaniere, evasore fiscale e amico della mafia, non si dimette dal Senato perché può contare su una fetta di società attiva che è corrotta come lui. Che è disposta a fare carte false pur di tutelare i propri interessi e di galleggiare sulla merda in cui sta sprofondando il resto dell’Italia. Chi ancora in queste ore accetta che un pregiudicato eversore come Silvio Berlusconi resista in Senato, dimostra di essere corrotto come lui. Il partito democratico, che in nome di una non meglio precisata stabilità dell’Italia, rimane partner di governo di Berlusconi e del Pdl, si sta dimostrando un partito corrotto come tutto il Pdl. Mi chiedo cosa ci facciano lì dentro persone come Rosaria Capacchione o Paolo Bolognesi. Mi chiedo con quale faccia Pippo Civati si camuffa da rivoluzionario nelle vesti di un Peter pan nel paese di Pulcinella. Io al loro posto mi sarei dimesso già da un pezzo. Non soltanto dal partito perché sarebbe troppo comodo bivaccare nel Gruppo Misto. Mi sarei proprio dimesso da parlamentare.
Ma io sono io col mio contare uno che vale quasi niente. Chiediamoci invece chi di noi rifiuterebbe un’offerta milionaria da parte di Berlusconi per cambiare casacca in sua difesa e in suo favore. Solo se ci risponderemo con onestà potremo dire di non essere complici di un dannoso pregiudicato al governo da 20 anni. Eccola la guerra civile borbottata da Sandro Bondi che dovremmo combattere: indifferenza, menefreghismo e opportunismo. I peggiori mali del nostro tempo uniti a pressapochismo, disinformazione e ignoranza. Un cittadino maturo dovrebbe cogliere subito che la presenza di un pregiudicato nelle istituzioni è un danno incalcolabile per tutti. Anche per le generazioni future. Ecco allora che al posto di un burattino come Sandro Bondi che paventa guerre civili, preferisco citare una massima di John Fitzgerald Kennedy, che prima di essere assassinato disse: “Coloro che rendono impossibile una rivoluzione pacifica renderanno inevitabile una rivoluzione violenta“. In Italia a che punto siamo?