piero fassino silvio berlusconi

Che il Partito democratico fosse l’ultima barriera abbattuta della sinistra legata alle sorti del Pdl esattamente come la Lega, lo avevamo capito fin dai tempi della “mesolanza” tra i Ds e la Margherita che diedero vita al Pd (partito derelitto). Che oggi il Partito democratico con quel che rimane della sinistra, si offra ad agnello sacrificale per la causa di Berlusconi, lo avevamo altrettanto previsto. Ha scelto di morire di lenta agonia rifiutando di mandare Rodotà al Quirinale così da rompere l’ultimo ponte di collegamento coi giovani democratici. Quelli illusi dai loro vecchi elefanti, che sotto il peso dei loro compromessi hanno scelto di mostrare tutte le loro vergogne, senza più mistero. Dopo i D’Alema-Violante-Veltroni-Cialtroni-Renzi, nel gruppo dei morenti viventi non può mancare anche Piero Fassino, attuale sindaco di Torino, anima e scheletro di ciò che rimane della sinistra italiana. A dire il vero, Fassino ricorda Grisù, il drago sputafuoco che voleva fare il pompiere. Un berlusconiano costretto a stare nel partito di opposizione per l’onta del suo ruolo di ex sindacalista. Un percorso imperdonabile per un berlusconiano che si rispetti. Dunque, Fassino, durante i suoi anni di casta, ha soltanto cercato di lanciare segnali inequivocabili al nano di Arcore. Ha disertato il No-B day perché “lontano da Roma” e soprattutto perché Bersani “non ha messo il cappello sulla manifestazione“. Ha difeso Craxi “capro espiatorio“, ha invocato il governo di transizione Pdl-Pd nel 2010 sotto la furia delle inchieste di corruzione sulla P3 e sugli appalti del G8. Grato a Fini per quel “che fai mi cacci?” che ha consentito all’attuale sindaco di Torino un’altra supplica a Berlusconi per fare outing sulla fusione Pd-Pdl. Orgoglioso di “essere messo in trappola” dall’intercettazione con Consorte “abbiamo una banca” finita nelle mani di Berlusconi. Sperava un endorsement defitivo da Arcore, Fassino, rammaricato che i giudici gli abbiano pure dato ragione. Ha difeso l’ex ministro La Russa in tivù sulla missione italiana di guerra in Afghanistan con un triplo salto carpiato “la differenza tra chi fa la guerra e una missione di pace sta tra chi spara per primo”. Ha tentato l’occhiolino col Pdl andando alla festa della Lega di Torino, per parlare col governatore piemotese Cota di povertà. Ha attaccato i NoTav definiti “squadristi ed eversivi ei gruppi estremi” in difesa delle imprese trivellatrici dei parenti dell’ex ministro Lunardi (Pdl). Del resto Fassino ha sempre sognato l’uguaglianza a B. definendo destra e sinistra di “differenza non genetica” a Conchita De Gregorio (10/9/2011). Ebbene, oggi che Fassino ritiene chiusa del tutto la prima Repubblica dei partiti (14/4/2013), eccolo prostrato alla “necessità di non poterci sottrarre a goveranare il Paese” per non andare alle urne che “ci porterebbero in una situazione peggiore di quella attuale“, in quanto “è sbagliato pensare che un’alleanza con Berlusconi intacchi la nostra identità“. Eccolo, l’ennesimo re nudo che esibisce le proprie vergogne senza pudore. Eccola l’ultima supplica di Fassino a Berlusconi. Un falsino di sinistra prestato alla destra inciucista, dannosa e inconcludente. C’è da chiedersi cosa se ne faccia della tessera Pd un giovane under 40 di oggi. Bah.

2 pensiero su “Fassino supplica Berlusconi”
  1. Ho molti amici profondamente onesti che odiano Grillo e votano PD.

    Non c’e’ possibilita’ di scalfire il loro credo con una normale discussione.

    Penso perche’ hanno una fede consolidata nell’arco della loro vita e perche’ continuano ad informarsi principalmente attraverso la tv, ma anche attraverso la stampa.
    L’informazione attraverso internet per loro e’ marginale e comunque non degna di affidabilita’. Ne sono profondamente convinti.
    Attenzione, parlo di MOLTI amici.
    Bisogna rendersi conto che ci sono ancora MOLTE persone che ritengono affidabili delle fonti di informazione che probabilmente (anzi sicuramente) non lo sono.

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