voto online

Ho appena scelto il mio candidato alla presidenza della Repubblica sul portale del Movimento 5 stelle. Non dico chi per non influenzare nessuno, dato il mio ruolo. Devo tuttavia riconoscere che questo sistema di scelta online mi fa sentire più libero. Più consapevole rispetto al passato. Siamo circa 350 mila cittadini chiamati ad esprimere la preferenza sul portale da cui scaturiranno i dieci candidati più votati che saranno successivamente votati dai deputati cinque stelle per essere candidati al Quirinale. Il metodo è inflessibile: una sola preferenza con nome e cognome senza possibilità d’appello. Aldilà del numero di cittadini coinvolti nel voto, va sottolineato che in Italia tutto ciò è semplicemente rivoluzionario. Inattaccabile. E’ democrazia diretta e partecipata. Quella di cui dovrebbe parlare con grande risalto la stampa tradizionale a discapito delle riunioni novecentesche tra Berlusconi e Bersani. Che invece non fa. Anzi, appena accendo la radio sento direttori e commentatori di giornali finanziati coi nostri soldi, sbraitare di “grillini autistici“. In realtà mascherano la consapevolezza della loro crescente inutilità. Sentono che Internet li boicotta e li diluisce nel mare magnum della blogosfera. Si rendono conto dell’inutilità del loro ruolo di intermediari della comunicazione che la rete livella perché ogni cittadino, ogni blogger, ogni deputato e ogni movimento può fare informazione da sé sul proprio sito e sul proprio canale video. A patto sia credibile e dotato di buona reputazione. Che gran parte di chi chiacchiera su radio e tivù non ha perché messo lì dai partiti. E’ a loro soltanto che conviene recitare la parte di autistici. Tentano di spostare l’attenzione degli ascoltatori su questioni che non esistono. Sui partiti decotti e sulle quisquilie tra Renzi e Bersani che il voto in rete rende inutili: Viva il voto online.

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