«Sono pessimista perché il governo Monti è attaccato da sinistra, coi sindacati, e soprattutto da destra. Da quest’ultimo fronte viene la più pericolosa delle tentazioni, l’uscita dall’euro. Non mi stupisce: molti industriali e società italiani hanno grosse fortune in euro all’estero, dopo decenni di evasione fiscale e fuga di capitali. Se si tornasse indietro, questi asset sarebbero massicciamente rivalutati mentre le passività interne sarebbero convertite in una svalutata lira. Come accadde in Argentina nel 2002: la lobby dei ricchi, anche lì appoggiata dalla stampa amica, ottenne la pesificazione dei debiti in dollari. Gli unici a rimetterci sono le famiglie a basso reddito i cui depositi e stipendi perdono valore, e nessuna compensazione darebbe loro il fatto che forse ci sarebbe qualche risultato in termini di crescita». Nouriel Roubini, economista americano.

Un pensiero su “Euro nè a destra nè a sinistra”

Lascia un commento