L’euro finisce o non finisce? Il popolo greco ha espresso alle urne che vuole uscirne, ma se i greci escono dall’euro, la moneta unica morirà di contagio. Siccome i banchieri che detengono potere e ricchezza non vogliono, i governanti europei ci mettono la faccia. Insistono a riunirsi per continuare a dire che la Grecia deve rimanere nell’euro. Dunque, se i greci verranno costretti al governo tecnico, ieri il tecnico di Goldman sachs Mario Monti e il presidente della Commistione europea Barroso hanno pranzato assieme per discutere di crescita. Ma in questo momento l’unica crescita possibile è quella delle loro pance piene. L’europa, a partire dai greci, non ha voglia di crescere e di consumare. Ha voglia di vivere lontana dalla Trojka e libera dall’invasione tedesca che nel ’45 si palesò con le sanguinose invasioni di Hitler, mentre nell’era moderna si palesa col dominio monetario.

L’euro riduce alla fame milioni di europei mentre i babbuini in giacca e cravatta dei banchieri fanno i pranzi. Oggi è Berlusconi che si autoinvita a pranzo con Monti. Al nano di Arcore interessano i processi per corruzione e concussione in cui è plurimputato e siccome i suoi dipendenti del suo partito degli Onesti delinquono in aula con l’ostruzionismo alla legge anticorruzione e coi blitz contro il ritorno del falso in bilancio, oggi probabilmente offrirà tangenti a Monti per dirgli “paga lo scotto delle nostre critiche se vuoi rimanere lì dove sei a fare il burattino dei banchieri, e fai finta di niente“. Insomma, va bene far vedere all’Europa che l’Italia recepisce le leggi comunitarie sulla corruzione, ma l’importante è che le soluzioni (con Berlusconi sotto processo e il Pdl Landolfi vice di Cosentino nei guai per corruzione e truffa ai danni di un consigliere comunale indotto a dimettersi in favore dei casalesi) siano “extralight“. Leggi morbide assai più digeribili dei sontuosi pranzi visto che anche la ministra dell’ingiustizia Severino sta al gioco molto lontana negli Usa per dire “non so che stanno combinando a Roma“.

Intanto i giornalisti di regime, per tenere al guinzaglio le masse di disagiati sempre più allo stremo, dipingono l’uscita della Grecia dall’euro come “cataclisma, incubo, disastro di proporzioni cosmiche” che può avere un pauroso effetto domin(i)o sull’Italia. Ecco allora le medicine a base di spending review, fiscal compact e golden rule che nessuno capisce. Sono i palliativi serviti dai banchieri che “dichiarano guerra alle agenzie di rating come l’americana Moody´s, che ha tagliato l´affidabilità di 26 banche italiane“. La realtà pare essere che i banchieri abbiano tutto interesse affinché le guerre urbane si verifichino. Creerebbero danni che necessiterebbero di ricostruzione, dunque di nuova economia.

Ma per ora, fin che il Titanic Italia va, a loro conviene lasciarlo andare. Tanto hanno sempre dalla loro destra e sinistra coi loro pensatori come Curzio Maltese, secondo cui “l’Italia è il vagone che collega la locomotiva franco-tedesca al resto dell’Europa. Staccare il vagone italiano significa porre fine al viaggio” O meglio, porre fine alle inculate in serie con i greci in testa. Stufi di questa schifosa sodomia bancaria.

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