Ieri il Senato ha approvato il pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) che contiene un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC) all’articolo 50-bis dal titolo “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”; nei prossimi giorni Il testo approderà alla Camera come articolo 60. In sostanza il cittadino che inviterà attraverso un blog o una qualunque pagina internet alla disobbedienza o a “istigare”(?) iniziative contro una legge, sarà offuscato dai providers incaricati di bloccare la diffusione dell’iniziativa in rete, oscurando l’intero blog o l’intero sito. L’emendamento D’Alia prevede che la censura venga applicata anche se il sito si trova su un server o un dominio estero. Potere di rendere esecutiva la norma non sarà la magistratura. Bensì il ministero dell’Interno con apposito decreto d’interruzione di attività del tal blogger comunicato ai fornitori della connettività che avranno l’obbligo di fare filtraggio del sito incriminato entro 24 ore. Pena in caso di omissione, disobbedienza o ritardi nell’applicare il diktat da parte dei provider con multe da 50 mila a 250 mila euro. Il blogger, invece, rischierà da uno a 5 anni di galera accusato di “istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio tra classi sociali.
Gli effetti di questa legge puntano a fare in modo che i motori di ricerca vengano ripuliti da link scomodi per la Casta, con la conseguente equiparazione dell’utilizzo della Rete a paesi come la Birmania, l’Iran e la Cina, che a differenza dell’Italia non hanno capi di governo eversori amici di latitanti e finanziatori di mafiosi, che sono pure proprietari di televisioni nazionali che hanno citato per danni milionari Youtube.
L’emendamento D’Alia che riprovandoci, si prepara ad essere varato tra pochi giorni farà il paio con la proposta di legge Cassinelli che prevede l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale e che, salvo sorprese, sarà varata entro 2 mesi. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Il governo piduista intende sopprimere la libertà di circolazione delle idee e delle notizie in rete in quanto i politici non la possono controllare. Domani, però, al Cozza day ci saremo.

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