Riporto l’intervista di Conchita Sannino apparsa in prima pagina su Repubblica Napoli a Luigi De Magistris, in cui si propone come “sindaco di tutti“. I tempi in cui Beppe Grillo sosteneva “con i voti del blog” la candidatura dell’ex magistrato a europarlamentare “per far luce sul percorso dei fondi europei verso l’Italia” sembrano preistoria.

De Magistris: “Se devo correre una partita così importante per il futuro della città , lo devo fare con grande senso di responsabilità  e di propensione al dialogo e alla sintesi, quindi io non mi sento il candidato sindaco di Italia dei valori“. 

C.S: De Magistris, prima che diventi troppo buonista, facciamo una premessa. Se Cantone ha deciso per il no lo si deve anche al fatto che lei scalpitava e premeva per scendere in campo.
LDM: “Non é così. Sono stato a casa di Raffaele Cantone venerdì scorso, abbiamo chiacchierato a lungo e mi sono adoperato con tutti i miei buoni uffici affinché lui dicesse sì. Ma Raffaele era già  orientato verso un diniego, dovuto anche al fatto che egli, pur interessato alla politica secondo me, sta comunque meglio nell’ordinamento giudiziario, é magistrato di alto livello. Quando vorrà  potrà  anche dare una mano come ministro, come esperto di diritto, forse la figura del sindaco non gli si attagliava come quello di un’altra istituzione. Mi ha fatto molto piacere sentirgli dire che, in caso di una sua accettazione, pensava di coinvolgere anche me nella squadra. Perché noi due abbiamo gli stessi valori, anche se siamo diversissimi come caratteri».

C.S: Lei sembra non avere nulla della prudenza e della razionalità  del collega.
LDM: “Non ho nulla anche perché lui ha detto no a condizioni vantaggiosissime: tutta la coalizione concorde e carta bianca su tutto. Per me sarà  in salita. Ma io appunto sono un passionale, uno che si lancia. Che ha ormai superato il guado della politica attiva e poiché non vedo tanti altri nomi in campo, dico valutate la mia disponibilità , voglio ascoltare tutti”.

CS: Come pensa di convincere i duellanti delle primarie, Ranieri e Cozzolino? E soprattutto come spera di portare il Pd sul suo nome?
LDM: “Proprio dialogando e ragionando con loro. Innanzitutto le primarie sono state un risultato di enorme importanza che il Pd rischia di disperdere. Non devo insegnare niente a nessuno, ma da cittadino di Napoli posso pensare che é un esito clamoroso, speciale, portare al voto 44.000 napoletani. E ragiono ancora: eliminiamo alcuni voti che saranno stati comprati, io penso che tutti quei napoletani meritino rispetto. Tutti quelli che hanno votato Cozzolino e Ranieri, e anche quelli, mica pochi, che hanno scelto Oddati o Libero Mancuso”.

C.S: A proposito di Mancuso, con Vendola si é già  sentito?
LDM: “Non ancora, ma mi auguro che proprio con Nichi, credendo negli stessi obiettivi per il paese e parlando la stessa lingua, ci si possa intendere e lavorare insieme”.

CS: De Magistris, lei sta annunciando una metamorfosi politica e personale. àˆ consapevole che potrebbe essere non credibile nella veste di moderato che mette d’accordo tutti?
LDM: “Alt agli equivoci. Se per moderato si intende uno che cerca responsabilmente, direi ostinatamente, di fare sintesi e rappresentare varie istanze in un momento di particolare crisi che vive la città , e sull’orlo di un buco nero su cui questo governo sta precipitando il Sud in particolare, va bene: ribadisco che questo sforzo ho il dovere di compierlo, perché in gioco é il futuro della città . Ed é in gioco la volontà , comune a tutto il centrosinistra, di sottrarla all’assalto delle cricche, alla presa della borghesia malata e criminale, e all’assedio dei cosentiniani e dei cesariani. Ma io le confermo che non sono un moderato: resto un radicale nelle idee e negli obiettivi. Tuttavia, il mestiere del sindaco é cosa diversa da quello dell’europarlamentare”.

CS: Quale immagine futura della città  vorrebbe portare avanti?
LDM: “Una Napoli più gioiosa e meno depressa, che ormai guarda i cumuli di rifiuti e neanche più trova la forza di indignarsi. Una città  competitiva che scommette sulla cultura e sul suo teatro lirico, sulle piccole e medie imprese. Una città  che riprenda in mano il suo orgoglio e anche il suo brand. Ma, attenzione, che lo faccia senza lasciare indietro gli altri. Io sono vicino da mesi alla battaglia del welfare, portata avanti da professionisti, volontari e direi napoletani assoluto spessore. Costoro non possono restare ai margini, lì dobbiamo trovare anche le risorse per selezionare una nuova classe dirigente, che é stata capace attraverso le loro motivazioni di tenere in piedi quei settori sofferenti della metropoli che altrimenti sarebbero già  agonizzanti, più di oggi”.

CS: Non dica che é per un nuovo orgoglio napoletano?
LDM: “Io penso che Bassolino con il G7, e grazie a Ciampi, ebbe la forza di fare una cosa importantissima, che diede comunque i suoi frutti. àˆ ingiusto distruggere tutto di sana pianta”.

CS: De Magistris, la sua metamorfosi é galoppante.
LDM: “No, io penso che bisognerà  davvero voltare pagina. Però riconosco che sono state fatte anche cose positive. Nei primi anni ‘90 lavoravo qui a Napoli, ho votato Bassolino come sindaco e non me ne pentii.

CS: In campagna elettorale presenterà  già  la sua squadra di assessori?
LDM: “Certo. Vorrei accanto a me persone di grande credibilità  e autorevolezza. Non dico tutti gli assessori, ma quelli più importanti“.

CS: Due idee concrete sul da farsi.
LDM: “Bagnoli assolutamente. àˆ un pezzo di futuro che sta lì e aspetta noi, una cosa inaccettabile. E poi la più grande mobilitazione per una raccolta differenziata porta a porta. Se c’é bisogno di slogan, direi: più ambiente, più diritti per tutti, più pubblico. E più luce per Napoli”.

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