Spot elettorale del condannato Udc Giuseppe Drago
Silvio Berlusconi ha corrotto David Mills, suo prestanome in appena 64 società off-shore compresa All-Iberian, da cui negli anni bui della “crescita imprenditoriale” del presidente del consiglio dei piduisti sono transitati un migliaio di miliardi di lire in fondi neri per pagare tangenti a chi le ha accettate: da Bottino Craxi per la legge Mammì (21 miliardi) ai 91 che non si capisce chi li abbia riscossi sempre in quel periodo, fino ai miliardi regalati ad alcuni agenti della Guardia di Finanza affinché chiudessero 2 occhi sui bilanci truccati della Fininvest e per l’affaire Telepiù e Telecinco. Con le tangenti e la corruzione Berlusconi é diventato un potentissimo nano editore di Mondadori sottratta grazie a sentenza comprata, che si spaccia per grande imprenditore dopo che ha spiergiurato sulla testa dei suoi figli di non conoscere Mills, tantomeno di sapere cosa sia All-Iberian nonostante le carte e i bonifici estero su estero portati agli atti dei processi dimostrino l’esatto contrario.
Se la storia del presidente del consiglio italiano fosse scritta in un romanzo, il protagonista a lieto fine sarebbe un galeotto con la nomea buonista e un pochino retrò (tanto per dirla alla D’Avanzo) di briccone. Invece Berlusconi é una realtà consolidata delle istituzioni italiane che continua a fare carte false per liberarsi del suo ingombrante passato. Da quando é pure (di nuovo) indagato per strage assieme al compagno di merende Macello Dell’Utri, oltre che imputato di corruzione in atti giudiziari, frode fiscale e appropriazione indebita, é disposto a tutto pur di salvare la sua roba. La Grana(ta) dei finiani che ha demolito la maggioranza del suo esecutivo in parlamento, lo ha spinto come una vecchia volpe avvezza al vizio nella Sicilia della mafia e del silenzio: lo stesso di cui il briccone parruccone si é facoltativamente servito coi giudici che gli chiedevano lumi sulla provenienza di centinaia di miliardi usati per gli affari televisivi.
Per tenere lontano lo spettro di una condanna (incompatibile col ruolo di presidente della repubblica) l’affaire Mills per il briccone corruttore é un fardello insostenibile. Consegnarsi alla Sicilia dei colletti sporchi per invocare nuova salvezza dell’esecutivo corrotto e ormai a pezzi, comporta genuflettersi ai cosiddetti “cuffariani” di quel Totò vasa vasa senatore ex Udc condannato in appello a 7 anni per favoreggiamento aggravato di mafiosi, e dell’Mpa retto dal Pd del governatore Raffaele Lombardo che i magistrati di Catania volevano arrestare per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo che 2 pentiti lo avevano ritenuto filtro di voti di scambio e appalti pilotati tramite il fratello Angelo, deputato del solito Mpa (Movimento Pro Affari) che ha votato tutte le leggi porcata del briccone puttaniere, intercettato più volte al telefono con mafiosi. A tal proposito c’é un elenco di nomine clientelari fornito ai magistrati proprio da Cuffaro.
Il briccone nano si é rifugiato nella siciliana Taormina di Ignazio La Ressa per chiedere “cura” di famigli e roba tramite la tenuta dell’esecutivo al suo ex ministro della Salute Francesco Storace, fresco di condanna a un anno e mezzo per irruzione abusiva in archivi informatici nonché rifermento della Destra fascista che a Taormina era in festa. Una sorta di pizzo preteso dal kapo come contropartita al favore servito sul decolleté di Daniela Santanché, traghettata in parlamento col posticcio ruolo di inutile sottosegretario (si spera non per meriti rievocati dall’onorevole Angela Napoli).
La Sicilia della mafia, dei corrotti dei corruttori e dei voltagabbana non é solo ricerca. E’ pure disponibiltà se consideriamo che laggiù c’é qualcuno che non potendo fare più nemmeno il bidello in quanto condannato per peculato e abuso d’ufficio, confida nella disponibilità del briccone tangentaro: parlo del deputato Udc Giuseppe Drago, condannato a 3 anni e mezzo per aver svuotato la cassa di fondi riservati (268 milioni) quand’era governatore dell’isola. Un “ morto che cammina” (parole sue) che ritiene Casini in Cuffaro “un amico, ma che pende verso il centrodestra.” Insomma un disonorevole che senza politica “non ce la faccio” disposto a votare di tutto purché non si veda espulso dal parlamento per barattare i lauti benefit economici di deputato con una diaria da carcerato.
Il briccone evasore non si farà certo attendere: disporrà prontamente di questa nuova sicura escort sicula disposta a reggergli il moccolo flaccido in parlamento senza sindacare contanti-assegni o bonifici estero su estero. Del resto l’esperienza insegna. Dopo il pluriomicida Vittorio Mangano e l’estorsore su mandato nonché referente di boss mafiosi Marcello Dell’Utri, la Trinacria dei cannoli rimane l’indiscussa Lourdes per il briccone mafionano in raccoglimento verso il suo discorso alla Camera del 28 settembre. Mentre il suo alterego Ghedini a Cortina attacca la “Repubblica delle procure” il briccone spergiuro persegue la sua “azione dissennata” del fare che i cassintegrati-licenziati-disoccupati possano attendere. Tanto, prima o poi s’ammazzeranno tra loro.