La destra liberale italiana fondata sul silenzio piduista si é arricchita con sporchi affari alle spalle dei cittadini onesti. Quelli che credono ai concorsi, quelli che pagano le tasse, quelli che lo prendono in quel posto da “4 vecchi sfigati” che nonostante tutto sono riusciti ad inculare intere generazioni di giovani anche col pisello flaccido.
L’establishment della destra italiana fondata sul silenzio piduista svela che i gusti dei Carboni, dei Verdini e dei Dell’Utri appaiono assai più perversi della falsa promiscuità sessuale attribuita in un falso dossier su Stefano Caldoro. Con rispetto per trans e “culattoni”, sputtanati come capro espiatorio da un presunto affiliato alla Camorra che fa il sottosegretario di nome Nicola Cosentino, che inacidito come una “femminiella” avrebbe fatto carte false pur di essere eletto governatore della Campania.
La destra liberale fondata sui finti svampiti come l’arricchito Claudio Scajola, svela che il suo appartamento con vista sul Colosseo fu sì pagato da Diego Anemone con 900 mila euro di prima mano, ma riversato su di noi con gli interessi gonfiando i costi dell’appalto di ristrutturazione della caserma romana affidata ai Servizi segreti.
La destra liberale fondata sulla bugia piduista trova un fidato silente nella Lega nord venduta alla causa di un privato corruttore di testimoni, secondo la quale “la mafia in Lombardia non esiste” (Matteo Salvini a Telelombardia) o se proprio esiste al punto che non si può più negare “é tutta roba di importazione” (Daniele Belotti sempre a Telelombardia). Oggi scopriamo che un magistrato esposto come Ilda Boccassini ha scardinato una buona fetta di ‘Ndrangheta alimentata da centinaia di famiglie ‘ndrine sparse tra Milano, la Val Brembana e la Brianza golose di appetiti criminali su Expo grazie ad una maxi inchiesta infarcita da migliaia di preziose intercettazioni.
Insomma, la destra liberale italiana fondata sul silenzio piduista é stata l’autostrada per le cosche calabresi in Lombardia e in Liguria. Fa quasi tenerezza pensare che il primo solco alla mafia sulla tratta Palermo-Arcore lo tracciò Vittorio Mangano nel lontano ’74, grazie alle ruspe di Dell’Utri.
Intanto i 305 arresti di ieri stridono col chiassoso silenzio dei Formigoni, dei Podestà e delle Moratti. E’ un silenzio in salsa piduisto-mafiosa che piace tanto ai nuovi “pitriplisti” di vecchia generazione. E’ quel silenzio morboso che piace tanto a Berlusconi da volerlo imporre in matrimonio per legge a giornalisti e magistrati. E’ lo stesso silenzio che scelgono migliaia di piccoli imprenditori lombardi minacciati dalla ‘Ndrangheta d’importazione quando trovano teste di animale mozzate agli ingressi dei loro capannoni. Oppure quando gli bruciano auto e furgoni. Imprenditori della piccola economia lombardo-leghista che hanno scelto il silenzio al posto della denuncia perché sanno di avere perso la certezza del Diritto. Non hanno fiducia nello Stato a cui pagano le tasse col loro lavoro. Sanno senza dirlo che lo Stato governato da Berlusconi non li potrà mai difendere perché le cosche lo hanno votato. Col silente beneplacito della Lega distratta da crocifissi, dialetti e burqa.
I metastasati potentati locali della destra comunista di Berlusconi lo stanno a dimostrare. I lombardi Ponzoni, gli Abelli consulenti a nero di truffatori della sanità sposati con patteggiatrici di denaro sporco, i Cosentino nella Campania dei Casalesi, i Dell’Utri nella Sicilia dei Cinà e dei Provenzano, i Verdini in Toscana, i Carboni i Corona, i Farris e i Cappellacci in Sardegna. Il cancro ha metastasato l’Italia con un elenco assai più lungo dei morti ammazzati per i silenti interessi della ‘Ndrangheta.
Ecco perché gentaglia come Carboni, Dell’Utri, Verdini e Lombardo sguazzano nel silenzio. Perché il bel tacer non fu mai scritto. Ecco perché Vittorio Mangano é stato un eroe per il senatore condannato in appello a 7 anni in concorso esterno in associazione mafiosa. Perché il silenzio é garanzia di buona mafiocrazia mascherata da destra liberale sorretta dalla stampella della sinsitra.
La destra liberale fondata sul silenzio piduista che ha travalicato la satira al punto di vietarla in tivù, fa breccia anche in teatro: lo spettacolo “Orgia” sulla storia di Pierpaolo Pasolini proposto dall’Out Off di Milano, inserito nella trentennale iniziativa “Invito a Teatro” organizzata dalla provincia, secondo l’assessorato alla Cultura non é educativo perché “tocca temi scabrosi come l’omosessualità “.
Un silenzio da spettacolo perché tocca argomenti cari a porno-attori come il berluscoide Nicola Cosentino. Con rispetto per trans e culattoni…
Che dicono gli “onesti” Milanesi che hanno dato asilo elettorale nel cuore della città a sordidi individui come Dell’Utri e La Russa…?
L’unico modo di combattere la malavita organizzata in Italia é quello del Prefetto MORI (soprattutto a Gangi): il pugno di ferro.
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_prefetto_di_ferro
La mafia in Lombardia non esiste
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http://www.altrenotizie.org/ambiente/3349-lecomafia-padana.html
altro che Zimbawe… siamo lo Zimbello del mondo!! Anche l’Onu si é pronunciato contro la legge bavaglio!!