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Brebemi é il nome della futura autostrada direttissima Brescia-Milano, fregola capricciosa di camere di commercio di Brescia e Bergamo, unione industriali, giunte provinciali e regione Lombardia, sorrette da una campagna mediatica locale di estrazione ciellina come L’Eco di Bergamo che ad ogni annuncio di apertura cantieri esordisce negli articoli con parole tipo “Finalmente!”
La una nuova striscia asfaltata e avvelenata a 6 corsie a pagamento, (sarebbe la quinta nell’arco di 15 chilometri da nord a sud dopo l’A4 a 8 corsie, l’ex statale 11 la Cassanse, la Rivoltana e la Paullese) ha ufficialmente il ruolo di alleggerire il traffico dell’A4, ma nella pratica soddisferà  gli appetiti delle realtà  sopra citate che accrediteranno sui propri conti correnti gli introiti ricavati ai caselli della struttura realizzata con fondi pubblici.
Intanto perché partendo da Travagliato (15 chilometri a sud di Brescia) e finendo a Melzo (15 chilometri ad est di Milano) non unirà  le 2 città , inoltre perché la politica dei grandi annunci non considera il progetto di Polinomia, che costa la metà  e prevede il raddoppio delle corsie della Rivoltana e su un tratto dell’ex statale 11.
Infatti gli studi di mobilità  hanno da tempo assodato che il 90 per cento del traffico che si muove quotidianamente da e per Milano é sostanzialmente locale in un raggio di circa 40 chilometri.
Ma intanto l’importo del preventivo iniziale di Brebemi, 750 milioni di euro raddoppiati in 2 anni, é stato oggetto di uno stanziamento di un miliardo e cento milioni durante un recente incontro al pirellone tra il ministro Di Pietro e il presidente lombardo Formigoni.
Quegli ipotetici 52 chilometri di autostrada a zig zag tra i paesi dell’est milanese, basso bergamasco e ovest bresciano in molti tratti non sono definitivi perché ci sono problemi oggettivi di spazio e di impatto ambientale. Se si considera che in quelle zone molti paesi sono separati da non più di 495 metri di campagna, si può facilmente immaginare come la costruzione di un’autostrada ex-novo distruggerebbe quel poco di verde rimasto e porterebbe a tentacolo la crescita di quartieri periferici dormitorio, oltre che un caos di capannoni aziendali che unirebbero in poco tempo Milano e Brescia in un ambiente da interporto senza soluzione di continuità ; una mega conurbazione che significherà  la rovina totale dell’ambiente con buona pace delle generazioni future!
Il disastro annunciato si sta già  verificando se si pensa che oltre alla Brebemi é in programma la realizzazione della Tav, ferrovia ad alta capacità  – già  realizzata da Milano a Treviglio – che servirà  ad abbreviare la durata del viaggio dei pendolari tra il capoluogo lombardo e Brescia di 10 minuti rispetto ai tempi attuali garantiti dalla vecchia linea ferroviaria.
Due anni fa’ realizzai una videoinchiesta su tutto quel territorio dal quale emersero gli umori della gente e dei sindaci per nulla entusiasti dell’idea di Brebemi (a parte i primi cittadini dei comuni dov’é previsto il casello d’uscita) ed é ancora attualissima.
Attualissima perché la provvidenziale (ennesima) bocciatura del progetto da parte della Corte dei Conti che ne ha allontanato momentaneamente la realizzazione per le troppe incongruenze tornerà  presto con dei folli “finalmente” sulla stampa schierata di Comunione e Liberazione.
Segno che tra un po’ se ne riparlerà . Ci pensi bene Ministro Di Pietro e valuti tutto per filo e per segno!
Non é sempre detto che occuparsi di infrastrutture significa costruirle sempre e comunque. A volte potrebbe essere utile evitarle.

Ecco il video

Un pensiero su “La follia Brebemi”

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