A Vicenza un uomo scalzo, disarmato ed esagitato, riesce a beffare due carabinieri. A uno di loro sfila la pistola e inizia a sparare finché ferisce un vigile urbano mentre sopraggiunge in auto. Finché il secondo carabiniere crivella mortalmente l’individuo che è un marocchino di 28 anni senza precedenti, se non segnalato tempo fa come assuntore di sostanze stupefacenti. Quel che si sa dell’episodio viene dalla versione dei militari dell’Arma. Il taser in dotazione che doveva servire a neutralizzare l’esagitato non avrebbe funzionato. O se ha funzionato non avrebbe fatto effetto perché l’energumeno era troppo ubriaco. Così si apprende dai giornali.
Nel 2021 a Voghera un altro marocchino – disarmato – conosciuto in quanto mendicante talvolta ubriaco, padre di due bimbi, viene ucciso con un colpo di pistola al petto da Massimo Adriatici, leghista, assessore comunale alla sicurezza.
Vari testimoni e alcune telecamere svelano che il politico ha seguito lo straniero fintantoché quest’ultimo – a seguito di una colluttazione – avrebbe spinto a terra Adriatici. Che in tutta risposta gli ha tirato un colpo fatale al petto.
Il pm titolare dell’inchiesta. Lorenzo Valli, derubrica l’accusa di omicidio volontario, a omicidio colposo e alla fine, dopo una nottata intera ad ascoltare la sola versione di Adriatici, ecco il blando reato di eccesso colposo di legittima difesa.
Per chi non lo sapesse, Adriatici, prima di fare l’assessore era stato avvocato e poliziotto, quindi in procura a Pavia conosceva tutti. Tant’è che i familiari della vittima hanno chiesto che il processo venga trasferito da Pavia per incompatibilità ambientale.
Al di là dell’esito dei procedimenti la valutazione da fare è la seguente: due casi di cronaca su due vedono protagonisti due agenti lucidi e armati che ammazzano due stranieri non lucidi e disarmati. I giornalisti – nelle cronache – evidenziano sempre la posizione delle vittime, descritte come matti, esagitati, ubriachi, fuori di testa, con tono giustificazionista nei confronti degli agenti.
Ma se andiamo a vedere bene, a Vicenza siamo di fronte a un carabiniere quantomeno incapace, per non dire di peggio. Perché dovrebbe essere addestrato a difendersi e invece si lascia sfilare la pistola con i colpi in canna da uno straniero, ubriaco e scalzo. Se non si fosse fatto sfilare la pistola, quel poveraccio sarebbe ancora vivo e il vigile non si troverebbe ferito in ospedale.
Invece a Voghera, l’assessore che gira col colpo in canna in tasca, non induce nessun giornalista a evidenziare l’anomalia e il pericolo che può costituire. Soprattutto se si occupa proprio di sicurezza. Ci fosse stato un giornalista a chiedere perché giri col colpo in canna!
Alla fine, i giornalisti non mettono mai in discussione gli agenti perché sono i confidenti delle operazioni sul territorio che servono a riempire di titoloni il giornale locale. Però, questo modo di fare informazione, a suo modo, influenza l’opinione pubblica che tende ad appoggiare e a giustificare queste azioni armate.
Un grosso sbaglio che ci fa perdere di vista come chi fa il tutore dell’ordine deve rispondere doppiamente delle proprie azioni, perché ci va di mezzo la vita dei cittadini.
Anche i politici e i personaggi noti tacciono. Fingono di niente.
Ecco, mi vien da dire che forse l’unica sfortuna dei due morti è stata quella di non essere uomini, e non orsi.