Il deputato Alessandro Battilocchio, craxiano passato sugli scranni parlamentari col piduista Silvio Berlusconi, vuole la Commissione d’inchiesta per processare Tangentopoli e quindi il pool di Mani pulite.

Il motivo sarebbe una dichiarazione del pm simbolo dell’inchiesta Antonio Di Pietro, che in un’intervista risalente al 2017 avrebbe parlato di “politica delle manette”.

Siamo nel 2022 e ancora la falange piduista che sostiene Giorgia Meloni al governo vuol revisionare la storia. Guarda caso proprio nei giorni in cui gli italiani si sono resi protagonisti di una vergognosa inchiesta di corruzione a Bruxelles, nei palazzi d’Europa.

Forza Italia vuol dimenticare il clima di liberazione dal marcio che l’inchiesta di Mani pulite portò.

Mani pulite significò il riscatto della gente onesta che rifiutava di pagare le tangenti per lavorare.

Mani pulite scoperchiò la piaga della corruzione in spregio al merito.

Mani pulite fu la medicina contro la goffa tracotanza del cinghialone Bettino Craxi, l’allora premier corrotto (anche dall’allora editore Silvio Berlusconi), che fingeva di non vedere il marcio che lo ammorbava nella “Milano da bere”. E che fuggì in Tunisia dove morì da latitante.

Luca Magni, che per primo denunciò il tentativo di estorsione subito per ottenere un appalto al Pio Albergo Trivulzio da Mario Chiesa, meriterebbe un monumento perché fu il primo coraggioso imprenditore che si ribellò alle tangenti. Sistema del quale ancora oggi paghiamo le conseguenze col debito pubblico e con i ticket più cari d’Europa in rapporto alla qualità dei servizi ricevuti.

Mani pulite è un’inchiesta che non può essere processata per capriccio di un manipolo di deputati moralmente corrotti che voglio revisionare la storia.

Battilocchio pensasse a come rendere efficaci le misure contro la corruzione. Non processare 4 coraggiosi magistrati per santificare un delinquente come Bettino Craxi.

Lascia un commento