Foto Daniele Leone / LaPresse 08/10/2014 Roma, Italia Cronaca Conferenza stampa, ritardo apertura nuova Metro linea C. Campidoglio Nella foto, Guido Improta

Inizia a Roma il processo sulla truffa da 320 milioni di euro per la costruzione della Metro C della Capitale ancora in costruzione. Tra i 22 imputati spiccano i nomi dell’ex funzionario del ministero dei Trasporti Ercole Incalza e dell’ex assessore Guido Improta. Uomo della giunta di Gianni Alemanno, del partito di Giorgia Meloni. Il sostituto procuratore Erminio Amelio contesta la truffa quando nel 2011 «il Cipe fu indotto in errore in ordine all’emanazione della delibera autorizzativa del pagamento, lo Stato, la Regione Lazio e il Comune di Roma (…) circa il dovuto pagamento dell’importo di 230 milioni a titolo di somme così procurando un ingiusti profitti al general contractor», si legge negli atti. Con conseguente lievitazione dei costi e dei tempi di realizzazione della Metro.

Per reati legati a falsi pareri dell’Avvocatura per ottenere finanziamenti è scattata la prescrizione. Tra i presunti furbetti beneficiati figura l’ex assessore di Alemanno Antonello Aurigemma. Prescrizione anche per il capitolo focalizzato ai 90 milioni di euro erogati nel novembre 2013 senza essere mai stati «sottoposti alla preventiva formale approvazione da parte degli entri finanziari alla preventiva valutazione».

Non solo politici, vertici di Roma Metropolitane e di Metro C sono coinvolti nell’indagine. Secondo i pm anche Giovanni Simonacci, responsabile unico del procedimento, avrebbe compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio in cambio dell’assunzione della figlia.

Queste sono chicche dell’epoca della Roma di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e del sindaco Alemanno. Notizia che se avesse riguardato Virginia Raggi sarebbe stato il finimondo.

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