stefania pezzopane

La senatrice Stefania Pezzopane del Pd è diventata lo zimbello del gossip televisivo. Appare sulle reti nazionali col fidanzato dopo essere stata derisa da Striscia la notizia per le millanterie del suo lui sul “Più bello d’Italia”. Una senatrice della Repubblica caricatura di sé stessa che pare il controcanto di Antonio Razzi, passato dall’Idv a Forza Italia. E’ diventata irriconoscibile rispetto ai tempi di quand’era una battagliera presidente di provincia all’Aquila nei giorni del disastroso terremoto del 2009, mentre denunciava “i monumenti traditi” e invitava Barack Obama ad adottare la chiesa di Santa Maria Paganica in occasione del G8, bollato “un bluff“. A distanza di sei anni L’Aquila è sempre là, disastrata e incompiuta, mentre Stefania Pezzopane, dopo una ricandidatura volutamente perdente alla provincia abruzzese, si è fatta piazzare in Senato, o meglio, nelle cronache di gossip per ridere e per ridersi, dopo una breve parentesi incompiuta da assessore comunale alla Cultura. Ha rinunciato a lottare contro le tendopoli della sua città. Gli aquilani aspettano. E quelli finiti nelle new town hanno i balconi crollati senza terremoto. Chi non ricorda la Pezzopane tuonare contro la corruzione svelata dalle inchieste sul G8 dell’allora commissario Guido Bertolaso di nomina berlusconiana? «Proviamo ancora orrore a ricordare che quella notte qualcuno rideva» diceva delle intercettazioni telefoniche. E’ lo stesso orrore che proviamo oggi noi nel vedere la senatrice Pezzopane concorrere ai giochi a premi condotti da Gerry Scotti. Chi la ricorda armata di vuvuzelas contro “il cinismo” di Berlusconi che fece rimbombare di applausi il Palalottomatica di Roma dove il Pd si era mobilitato contro la famigerata legge-bavaglio? In prima linea contro Forum e Rita Dalla Chiesa per la finta terremotata ospite a venerare le gesta berlusconiane sulla ricostruzione, oggi la Pezzopane rinnega il suo tono serioso e battagliero barattandosi a ridicola e patetica bandiera del mercimonio vipparo. Le tivù del Biscione la irradiano sorridente per dissacrare il suo ruolo di vicepresidente della giunta che ha escluso Berlusconi dal Senato su richiesta del Movimento 5 stelle. Ad Arcore non hanno dimenticato il suo contributo al rinvio della composizione della giunta. E lei eccola lì. Giuliva nel suo involontario scimmiottare Susy Blady, trastullarsi nelle vesti di una massaia un po’ rancida e un po’ tonta. Miracolata come Razzi grazie alla rinuncia al seggio da parte dell’ex presidente del Senato Franco Marini, Pezzopane è tra i 101 che hanno votato la modifica dell’articolo 138 della Costituzione, approvando il grimaldello che consente lo stravolgimento della Costituzione. Da grimaldello a zimbello. Che salto!

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