La Lega dei ticinesi propone agli svizzeri un referendum anti-Expo con lo scopo di far ritirare la partecipazione della Svizzera a Expo 2015. Secondo il partito, i 3’5 milioni di franchi svizzeri per il padiglione espositivo alla mostra di Milano, sono troppi in quanto rischiano di essere regalati alla ‘ndrangheta e alla mafia. A meno di un anno dal cosiddetto grande evento, rivelatosi una mangiatoia di tangenti che ha già prodotto diversi arresti di esponenti politici bipartisan, ci sono già state importanti defezioni: Ukraina, Turchia, Svezia, Finlandia, Norvegia, Canada, Argentina, Australia, Sudafrica e India non parteciperanno a Expo 2015. Mentre gli organizzatori continuano a parlare di grandi numeri e di 140 Paesi partecipanti, è già certo che anche gli Stati Uniti hanno rimpicciolito i loro padiglioni per la carenza di fondi privati. Dopo l’edizione di Expo 2012, che in Corea del Sud registrò la partecipazione di 103 Paesi, quella imminente di Milano rischia di essere superata in negativo. L’iniziativa della Lega dei ticinesi contro Expo, malgrado la lingua e la cultura italiana diffusa in Ticino, dimostra che un sensibile numero di svizzeri non nutre sentimento di grande amicizia col Bel Paese. Da sempre contraria all’afflusso dei frontalieri lombardi che lavorano nella confederazione elvetica, la Svizzera potrebbe dunque unirsi al lungo elenco di nazioni rinunciatarie per la crisi economica, ma anche per gli scandali delle inchieste di corruzione. Il boicottaggio di Expo da parte della Svizzera sarebbe clamoroso per uno Stato che è a soli 30 minuti di auto dall’esposizione.