Che bel Paese, questo: ti alzi la mattina e scopri che hanno arrestato per tangenti il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, un renziano doc che ha vinto le primarie del Pd con percentuali bulgare simili a quelle delle europee. Pupillo dell’ex sindaco Cacciari, per il quale “è la soluzione per Venezia”, nonché “un sindaco di cui ci ricorderemo tanto tempo”. Come dargli torto? Di tutta risposta per Orsoni «Venezia è una città aperta al mondo, un faro di civiltà che ha bisogno di una guida tranquilla». Un faro di civiltà da aver mobilitato tutti: oltre al Pd, i centri sociali e addirittura la Curia. L’avevano festeggiato in Comune a Venezia con le bandiere della Serenissima. “Stufi di vedersele scippate dalla Lega”. Non solo: Orsoni disse pure che nel suo mandato di sindaco voleva tenere “fede ai patti raggiunti tra Cacciari e Galan”. Pensa un po’, pure quest’ultimo, padrone e padrino di Forza Italia in Veneto, i magistrati vogliono arrestare! Lo vogliono al fresco assieme all’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso (4 anni fa ricevette in dono un pacco-bomba con un caricabatterie Enel) e a un altro renziano doc: il consigliere regionale del Pd Renato Marchese. Un anno fa fu arrestato Giovanni Mazzacurati, l’81enne presidente del Consorzio Venezia Nuova, potente concessionario dello Stato per le opere di salvaguardia di Venezia, fra cui ovviamente il Mose (valore 5,5 miliardi di euro).I magistrati scrivevano nelle 740 pagine dell’inchiesta che «ci si riferisce ai finanziamenti illeciti erogati ai mandatari elettorali di Giorgio Orsoni e Giampietro Marchese (ex vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, oggi assessore)». Mazzacurati è accusato di essere il «percettore di tangenti corrisposte dalle consorziate al Cvn… È lui il promotore dell’illecito finanziamento a Orsoni». Che rispose serafico «Non sono io a dovermi preoccupare, ma altri: quelli che vogliono mantenere nascoste le cose. Perché mi sembra che, in questa vicenda, ci sia qualcuno che vuole seminare del fumo». Mah, pare che sotto quel fumo ci sia tanto “arrosto”.