Non sapevo se credere alle mie orecchie mentre sentivo la voce di Giovanni Favia dire che “Casaleggio prende per il culo tutti“. Non tanto per la veridicità o meno della considerazione. Ma per la doppia faccia che purtroppo Favia dimostra di accomunare a tutti gli altri politici vecchio stampo. Conosco abbastanza bene Gianroberto Casaleggio, ci siamo parlati e confrontati centinaia di volte in questi anni. Potrei trovargli mille difetti, tranne credere che mi abbia preso per il culo. Detto questo, Favia è libero di ritenere ciò che vuole. Peccato che lo abbia fatto così, nel retrobottega della trasparenza. Peccato sia stato così ingenuo e inconsapevole di fare gravi considerazioni personali sul più stretto collaboratore di Beppe Grillo a un giornalista come fosse stata sua moglie. Casaleggio e Grillo sono anima e corpo di un Movimento che sta rodendo voti a tutti i partiti. E’ davvero strano che un consigliere regionale, dall’alto della sua posizione pubblica di esponente di un movimento anti-sistema, che va in tivù pure a pagamento, sia così allocco di comportarsi come un qualunque politico in carriera all’interno di un qualunque partito. E’ ancora più clamoroso che certe carinerie personali escano con la consapevolezza di “non avere tutto quel pelo sullo stomaco che serve per reggere la pressione che c’è oggi intorno al Movimento.”
Appunto perché la pressione attorno al Movimento è così totale e ossessiva, che un eletto lucido di mente dovrebbe calibrare le parole. Non perché debba dire bugie, ma perché un eletto, in questa fase di credibilità ai minimi della politica, dovrebbe dimostrare coerenza fino in fondo, anche quando si tratta di fare autocritica. Per sé stesso e per coerenza personale, prima che per il partito o per il Movimento che nel suo ruolo rappresenta. E invece eccoci al fuorionda di Favia nello stile di un Fini qualunque. Eccoci alle parole che prestano il fianco a quel tanto vituperato sistema da abbattere. Eccoci al fuorionda che serve sul piatto d’argento l’occasione a chi vuole dimostrare che il Movimento è un partito come tutti gli altri. Eccoci al fuorionda che rivela doppiogiochismo, incoerenza e incompatibilità con l’etica e la condotta di un politico al di sopra di ogni sospetto.
Un politico dovrebbe – a mio avviso – avere la forza e la responsabilità di discutere apertamente ciò che ritiene. Soprattutto se quel politico viene eletto nel Movimento 5 stelle in una fase cruciale dove l’esigenza di pulizia nelle istituzioni viene prima di ogni altra cosa. Aldilà delle considerazioni personali sul Movimento e su Casaleggio, rimane il politico con le sue azioni. Rimane la persona e la sua contraddizione. Rimane Favia nel suo ruolo di “uno vale uno” che in realtà si fa in due: uno ufficiale e uno ufficioso. Come nel peggior stile partitico agli antipodi della fiducia. Quel sentimento portante di ogni rapporto. Il più prezioso perché è il più fragile. Crollata la fiducia, solitamente crolla anche la stima. Parlar male e alle spalle di qualcuno che non è presente, solitamente è sintomo di meschinità. Linfa vitale che ha trainato tutta la politica vecchio stampo fino alla crisi economica. Oggi, dopo quel fuorionda, penso che forse è stato prima di tutto Giovanni Favia a prendere per il culo i suoi elettori. Chissà se saprà superare questo scivolone dimostrandosi più trasparente e leale con ciò che pensa. Magari fuori dal Movimento. Lontano da Casaleggio e da Grillo. Gli elettori giudicheranno Favia nel suo ruolo di politico, prima che nel suo ruolo di grillino. Qui ha già detto tutto. Forse troppo.
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[…] Il blog di Daniele Martinelli Pubblicato: 08 settembre 2012 Autore: aggregatore Sezione: Politica e Attualità […]