Mentre scrivo, è circa a metà strada lo spoglio delle schede alle elezioni regionali del Molise che non cambia. Michele Iorio, il presidente uscente indagato di truffa aggravata e abuso d’ufficio per il depuratore di Termoli (oltre che per violazione di norme per la nomina a ruolo di commissario della struttura di un suo amico) governerà per il terzo mandato consecutivo (fuorilegge) la più piccola regione italiana. Il dato che merita più attenzione è quello del partito degli astensionisti: con oltre il 40% è il primo in assoluto. Un’enormità che fa cadere in secondo piano la gara dei partiti a chi ha perso di meno. Se il Pdl arranca tra il 17 e il 18%, il Pd sprofonda al 7% rispetto al 23% che ottennero Ds e Margherita nel 2006. Solo mezzo punto in più di Italia dei Valori, che con un 7% senza brio, rispetto a 5 anni fa (quando l’affluenza alle urne fu oltre il 65%) perde a sua volta 2 punti percentuali. Ma con l’elezione di Cristiano Di Pietro certa. Al momento in cui scrivo è in testa ai candidati della lista con 260 preferenze.
Senza infamia e senza lode pure il risultato del Movimento 5 stelle che oscilla fra il 3 e il 4% forse sufficiente per far entrare in consiglio regionale Antonio Federico, al momento il più preferito della lista. Francamente mi aspettavo un risultato di ben altro spessore rispetto a un Molise che fondamentalmente non cambia. Anche i molisani, in maggioranza, non cambiano. Perché mai dovremmo allora lamentarci dei politici?

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[…] Il blog di Daniele Martinelli Pubblicato: 18 ottobre 2011 Autore: aggregatore Sezione: Politica e Attualità […]