E’ sorprendente che il “patto” della Lega nord con Berlusconi abbia trasformato in ordinaria amministrazione il sabotaggio dei processi e delle indagini a carico di deputati, ministri e sottosegretari col voto contrario in aula dei padani all’autorizzazione a procedere. Nonostante questo parlamento di bombaroli abbia ormai travalicato ogni forma di civiltà palesandosi per cio che è, una cricca di manigoldi asserragliati nei palazzi in attesa di essere spazzati via a calci nei coglioni, mi piacerebbe chiedere a Bossi quali siano i termini di quel patto che va avanti dalla fine degli anni ’90, e che di federalista ha prodotto soltanto le poltrone per i culi lombardo-verdi che scorreggiano contemporaneamente in Senato o alla Camera, in provincia, in comune, in qualche cda, nelle banche e pure sul cesso della decenza.

Io non so se i leghisti svernati in giro per la padania a ricoprire incarichi minori, si rendono conto del rischio che corre la loro reputazione assieme a quella del loro partito roman-ladrone in vista di prossime tornate elettorali. Spero per loro abbiano sentore della probabilissima disfatta del partitello verde omertà, che in perfetto stile mafioso preferisce non vedere, non sentire e non mandare ad accertare dai magistrati se qualche suo ministro alleato di governo ha rapporti con mafiosi, o ha commesso reati per assecondare o favorire mafiosi. Parliamo pur sempre di imputazioni che hanno comportato un costo per la collettività (leghisti compresi) grazie al lavoro di indagine di una parte di magistrati rimasti servitori dello Stato.

Ebbene, il salvataggio di indagati, imputati e condannati per reati di tutti i tipi, da tempo divenuto per la Lega un rito padano come l’ampolla di Pian del Re, comincia a provocare qualche rigurgito di memoria tra i militonti verdi di Bergamo e di Brescia. Sono infatti sempre di più gli ormai ex leghisti che si sono accorti di come la Lega di oggi sia diventata peggio dei socialisti di Craxi degli anni di Mani Pulite. Sono sempre più numerosi gli ex leghisti che scelgono la secessione da Bossi-Reguzzoni-Calderoli-Maroni e dalla Lega romanizzata che pare l’Udeur di Mastella. Sono sempre più numerosi gli ex leghisti stufi delle chiacchiere verdi divenute più democristiane dei Gava, dei Poggiolini e dei Forlani. Sono sempre più numerosi i leghisti che diventano ex grazie all’apertura (forzata dalla crisi) degli occhi e si accorgono che hanno votato un partito colluso con Forza Italia, che ha barattato la sua mission di indipendenza e di trasparenza con una quantità imprecistata di miliardi di lire sganciati da Berlusconi. L’ubriacatura dei dané da parte di Bossi e del suo partito cricca, ha mandato in soffitta la legalità, l’etica, e anzi, al contrario ha contribuito a rendere il Pdl sicuro rifugio per delinquenti di ogni sorta.

Il patto d’acciaio tra Berlusconi e Bossi non scalfisce quest’ultimo di fronte allo tsunami di inchieste che investono esponenti del Pdl. Tanto per rimanere alle novità delle ultime ore, apprendiamo la notizia delle dimissioni del sindaco di Parma Vignali, in seguito all’arresto di un suo assessore (Giovanni Bernini, commmensale “inconsapevole” del re dei casalesi Pasquale Zagaria) che pur di intascare tangenti dai fornitori, se ne fregava altamente dei cibi di secondo rango somministrati ai bimbi degli asili cittadini, senza contare la decapitazione del comando di polizia locale di qualche settimana fa che ha portato gli indignados parmigiani in piazza del Comune a presidio perenne per spazzare via quella giunta in odor di malaffare. Ad Arconate (Va), dov’è sindaco il sottosegretario ai Trasporti e coordinatore Pdl Lombardia, Mario Mantovani (già tifoso di Berlusconi ai gazebo davanti al tribunale di Milano assieme alla Santanché per difendere il magnaccia di minorenni che fa il capo del governo a tempo perso), hanno arrestato 3 persone, tra cui 2 vigili per avere intascato 25 mila euro con verbali di multe taroccati. Devono rispondere di associazione per delinquere, falso e peculato. Non disperi Mantovani! Potrà sempre fare come il sindaco suo collega di partito Valla, a Bitonto (Ba), che addirittra aveva nominato capo dei vigili un imputato per truffa e peculato. Nel Pdl è normale. Nella Lega, purtroppo, pure. Forse non per quei leghisti in buonafede che aprono gli occhi togliendosi il fazzoletto verde dal naso per pulirsi finalmente il fondoschiena. Ecco, anche questo, dopo quasi un ventennio, è soprendente.

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