Mi sono arrivate 37 mail in cui mi si chiede un’opinione della candiatura di Cristiano Di Pietro alle elezioni regionali del Molise. Dunque, parto subito col dire che se fossi io capo di un partito non candiderei mai mio figlio nel mio partito, e se lo volesse cercherei di dissuaderlo fino a impedirglielo. Affronto l’argomento nei panni di genitore di una bimba e di un bimbo, 2 piccoli e meravigliosi “corruttori” consapevoli del mio amore incondizionato nei loro confronti. Si fanno coccolare quando vengono ripresi dalla loro madre, certamente migliore di me nei momenti in cui serve fermezza. Io, nel mio limite di padre, cerco di crescerli trasmettendogli valori in cui credo senza religioni e senza tabù, nella speranza di formare ragazzi e quindi adulti in grado di fare scelte libere e consapevoli, forti del loro valore, senza che verranno a chiedermi di paracularli da qualche parte. Perché in tal caso, con tutte le nobili intenzioni che ho oggi, non sono in grado di promettere resistenze. Sarà che sono piccini, sarà che il loro sguardo pieno di ammirazione e di aspettative mi carica di responsabilità…

Ciò non toglie che il consigliere provinciale Cristiano Di Pietro dell’Idv, figlio del fondatore e leader dell’Idv Antonio che appare tra i candidati alle regionali molisane previste il 16 e 17 ottobre, non mi fa certo una bella impressione. Al netto di possibili e comprensibili debolezze genitoriali, ritengo tuttavia opportune alcune considerazioni nel merito. Partendo dall’incontro annuale dell’Idv che si è concluso proprio oggi a Vasto, ritengo che le iniziative proposte siano state nel complesso interessanti, su tutte i dibattiti in cui si è parlato di fiscalità, di economia, di legalità e di futuro. Di contro i giornali di regime, anziché trattare i contenuti proposti, hanno dato grande visibilità a “Per Di Pietro Casini è un’escort della politica” e, appunto alla candidatura “familistica di Cristiano che ha provocato le dimissioni del direttivo regionale del partito“. Salvo poi scoprire dal coordinatore molisano Idv che i problemi sarebbero sorti soltanto a Termoli per un candidato, Antonio D’Ambrosio, già presente nelle liste delle primarie del Pd.

Ebbene, secondo i polemisti-puristi del partito dipietrista, Cristiano farebbe parte di una rosa di nomi “deboli” che lo favoriranno all’elezione in consiglio regionale. Se davvero le cose stessero così, mi viene il dubbio che probabilmente i militanti dipietristi molisani considerano i loro elettori conterranei una massa di semplici allocchi incapaci di valutare quale candidato preferire da mandare in consiglio (visto che ci si arriva con preferenza scritta). Oppure che quei candidati “deboli” si sentono così perché non si sono preparati un programma politico di idee credibili da proporre agli elettori del Molise perennemente a debito e con un presidente uscente sotto inchiesta per corruzione. A meno che Cristiano Di Pietro non sia stato sciaguratamente blindato nel listino del candidato presidente che gli garantirebbe con buona probabilità di accedere al consiglio molisano senza sforzi in maggioranza o all’opposizione, non vedo dove sia il problema del suo inserimento in lista, a parte un problema di natura etica che per un partito come l’Idv potrebbe rivelarsi fatale al contrario e, paradossalmente, favorevole proprio per quei candidati “non di famiglia”.

Sapete perché? Perché a differenza del Trota eletto con la Lega in Lombardia nel collegio di Brescia, va considerata la differenza dello standard dell’elettore medio dei 2 partiti: quello dipietrista, che piaccia o no, è quasi sempre un po’ più colto e anche più intelligente dell’elettore medio leghista. Motivo che mi induce a ritenere più in salita per Cristiano Di Pietro, la strada all’elezione di consigliere regionale uscente da un ente come la provincia, che l’Idv vorrebbe abolire nella manovra finanziaria. Se sommiamo il fatto che in Molise anche il Movimento 5 stelle ha il suo candidato presidente che è Antonio Federico, va considerata l’ulteriore incognita dell’esito di voto. Nel senso che se si confernerà il trend delle comunali che hanno visto l’Idv crollare in tutta Italia e il M5S avanti pressoché dappertutto, per Cristiano Di Pietro non sarà semplice arrivare all’elezione. A meno che saprà proporsi come candidato credibile e forte di un programma. Se avete notato Antonio Di Pietro, nel suo discorso conclusivo di Vasto, ha ribadito l’interessamento dei senatori Idv affinché in aula si discuta la proposta di legge popolare di Grillo che nel 2007 raccolse 350 mila firme. Ho letto la sottolineatura del leader Idv come un disperato tentativo di frenare la diaspora dei voti verso il M5S nonostante il clamoroso successo recente dei referendum sul nucleare e sulla legalità. Credo che la differenza l’Idv la farà sui disertori delle urne. Che vedendosi il figlio del leader in lista non so quanto gioverà. A ottobre valuteremo.

3 pensiero su “Di Pietro jr candidato? Ecco cosa penso”
  1. Daniele, le chiacchiere stanno a zero, il problema è presto risolvibile.
    Noi si deve essere diversi NEI FATTI e non solo nelle chiacchiere.
    E i fatti dicono che Antonio si è comportato come quelli che lui stesso e noi tutti critichiamo.
    Quindi Antonio sta sbagliando e se ne accorgerà dal voto che uscirà dalle urne.
    Io sarò uno dei tanti che lo abbandonerà, perché sono stanco di chiacchiere, io voglio fatti.
    Punto.

  2. Di Pietro jr. è abituato a essere raccomandato. Nel 1993, prestavo servizio come agente ausiliario della p.s. a milano e cristiano, mio pari corso era stato “sistemato” dal padre, allora ancora magistrato, alla Digos, mentre io e tanti altri ausiliari, eravamo a farci le ossa al reparto mobile !

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