Destra Sinistra e Centro compatti in un unico black bloc, trasformano la civile protesta di migliaia di Valsusini in una faida incivile guidata da un occulto regista di nome Beppe Grillo. Il problema non é l’inutilità e il danno di una galleria in quel punto geografico dell’Europa, non sono gli interessi miliardari delle lobby che usano i politici per giustificare le loro porcherie e i poliziotti per armarli di spray illegali, non sono i conflitti di interesse dei Lunardi e gli appetiti delle imprese subappaltatrici espressione di mafie e ‘ndranghete. Il problema sono i cittadini e le loro ragioni che usano le bandiere e le marce pacifiche per difendere i loro territori dagli interessi massonici, di cui anche la federalista Lega si fa portabandiera. E, dunque, destra, sinistra e centro sui giornali fanno coro unico a mistificare la realtà . Dai giornali nazionali ai locali, la gravità della militarizzazione di una valle viene sistematicamente rimpiazzata col vittimismo nei confronti degli agenti che diventano i soli feriti, come se tra i militanti ci fossero solo degli allegri aggressori illesi.
Basta guardare per rendersi conto: Repubblica apre con TAV, GIORNO DI BATTAGLIA IN VAL SUSA e tutt’intorno un profluvio di commenti a cominciare da quello di Carlo Galli che ne IL DOVERE DI DISTINGUERE “Beppe Grillo non ha distinto critica e violenza” in quanto ” “parlare di guerra civile e di prove tecniche di dittatura significa che il linguaggio politico sta deragliando“. Per Galli (senza loggia) “il populismo demagogico grillino sta perdendo il controllo della situazione dando retta a un politico anti-sistema che non può confondere la propria lotta con la violenza dei professionisti dei tumulti estranei al luogo.” Dunque, la violenza non é più la militarizzazione di un territorio che vuole difendere il proprio ecosistema, bensì la presenza di un comico che partecipa alla pacifica manifestazione tra centinaia di donne e anziani valsusini armati di voce e di bandiere. A pagina 4 Grillo viene trasformato in bersaglio dei suoi. Ecco che in BEPPE, FRASE DISTORTA. “NO, HO SBAGLIATO” “i militanti del M5S difendono il loro leader ma nel blog si fa strada qualche contestazione…” riferito ovviamente a qualche commento fisiologicamente contro come accade in tutte le discussioni.
A pagina 7 c’é spazio per il “berlusconiano” Matteo Renze, pardon, Renzi, sindaco di Firenze, secondo cui “CHI ESALTA I LANCIATORI DI SASSI MI FA SCHIFO, E’ UN TEPPISTA PRIMA SI CONDANNA POI SI DISCUTE” come se Grillo avesse esaltato chissà quali misteriosi lanciatori. Ma meno male che LA POLIZIA HA DIFESO LA LEGALITA’ FIRMATO COTA, FASSINO E SAITTA. Il Cota della legalità é il governatore illegale del Piemonte nominato coi voti farlocchi del clan dei Giovine di fresca condanna. Argomento su cui Repubblica di oggi sorvola perché é giornata dei narratori di storie come Meo Ponte, che si abbandona tra “I BLACK BLOC ARMATI VENUTI DA LONTANO, ovviamente riferito ai manifestanti anziché ai poliziotti, e Diego Longhin, che é stato IN MEZZO AI BOSCHI CON I RAGAZZI CATTIVI.
Il Palliere della serva é ancora più netto. Apre con ASSALTO ALLA TAV, 188 FERITI “Black bloc contro il cantiere. Napolitano: violenza eversiva” senza specificare chi la fa. Per capirlo basta leggere tra le AMBIGUITA’ INACCETTABILI di Marco Imarisio bollare “un pietoso eufemismo definire manifestanti i NoTav“.
La Stampa di Torino, giornale della Fiat, apre con NO TAV, GUERRIGLIA IN VAL SUSA e subito sotto “DIMOSTRANTI EROI” “Tutti contro Grillo“. Tutti chi? Il lettore non capisce, ma potrebbe sempre cogliere LA DIFFERENZA FRA UN TRENO E UN GOLPE secondo Michele Brambilla, che tra un “sentir parlare di militarizzazione, violenza di Stato eccetera eccetera” non manca di nominare ancora “l’arringa di Beppe Grillo da cui abbiamo estrapolato «dittatura», «guerra civile», «rivoluzione», «eroi». parole pesanti come pietre per una semplice galleria“.
Mentre L’Unità , che nel suo VUOTO DI POTERE trova un “Grillo che soffia sul fuoco“, Il Giornale, in tandem col Palliere parla di GUERRIGLIA IN VALSUSA 188 AGENTI FERITI per quel che SI SCRIVE NOTAV, SI LEGGE BR.
La mistificazione della giornata di ieri si perde in mille rivoli pure sui quotidiani locali. Ne prendo tre a campione giusto per inquadrare il tono della disfatta dell’informazione cartacea sorretta dai finanziamenti pubblici. Il Secolo XIX a tutta pagina denuncia SQUADRACCE ANTI-TAV. Il Tempo (delle seghe) dà spazio a Giuseppe Sanzotta con UN ALTRO CATTIVO MAESTRO GRILLO SENZA LIMITI VUOLE LA RIVOLUZIONE. Chiudo con L’Eco di Bergamo, che a fianco di NAPOLITANO; TAV VIOLENZA EVERSIVA, pubblica il commento di Alberto Krali nella sua TERZA VIA ESTREMISTA CHE PARALIZZA L’ITALIA. Anche qui i lacrimogeni illegali e le pallottole di piombo vengono sostituite da “forze dell’ordine attaccate con metodi simili alle strategie di guerriglia” pur riconoscendo forse inconsapevolmente che “la violenza riemerge puntualmente quando si crea un distacco fra istituzioni e cittadini“. Bene. Salvo poi deragliare dalla realtà quando dipinge “Beppe Grillo alla testa dei No Tav per costruire la sua fortuna politica sulla disaffezione verso le rappresentanze democratiche.” Rimane da capire cosa ci sia di democratico in un paese dove per sua stessa ammissione, questo commentatore da spiaggia, si risponde da solo al motivo per cui Grillo é legittimato “agli occhi della pubblica opinione per la corruzione e gli scandali che scandiscono la vita politica italiana. Mafia, degrado morale, insensibilità istituzionale, conflitti di interesse fra pubblico e privato, privilegi di casta sono il terreno di coltura degli estremismi.” Per Krali non é estremismo il giusto elenco fatto. Preferisce analizzare il dito che punta la luna sul “sorgere di moralizzatori della terza via“. Meno male che esiste la rete per dirvi dinnanzi al mondo: cari giornalai, andate tutti a fanculo.