primavera 2009, la baldanza di Casini su Cuffaro


Autunno 2009 Cuffaro: “Non c’é assolutamente nessun reato di mafia

Totò Cuffaro si é trasferito direttamente dal Senato al carcere di Rebibbia. Dal paradiso all’inferno con un salto senza soste intermedie, a parte qualche rosario in chiesa. La Cassazione ha confermato i 7 anni di condanna per aver favorito pericolosi mafiosi, ma se Totò in cella si comporterà  bene ne farà  meno di 4. Gli interminabili 3 gradi di giudizio si sono succeduti confermandosi e addirituttra aggravandosi nei verdetti.

Totò Cuffaro é diventato ricco e potente col cartello dell’Udc, partito che in Sicilia, con l’ex governatore dell’isola ha toccato il 13%. Un affare per Casini, che ha difeso il suo picciotto anche di fronte all’evidenza dei fatti e delle collusioni contestategli dai magistrati. In un’intervista fuori copione del 2009 il padrino dell’Udc era garantista.Si teneva Cuffaro in Senato con baldoria nonostante all’epoca la condanna era solo al primo grado. Più che sufficiente per essere a mille miglia dalle istituzioni. Non dentro a firmare leggi nonostante l’interdizione ai pubblici uffici.
Casini continua a rimanere nelle istituzioni a fare la terza gamba, quella tra le due gambe e le due palle. In un Paese normale si sarebbe dimesso dopo le posizioni assunte nei confronti di un uomo condannato per mafia che ha proiettato il suo partitino di convertiti e condannati al ragguardevole 4% nazionale. Sufficiente per rimanere nell’orgia dei palazzi a fare i promiscui a seconda delle convenienze.

Casini si riguardi nel video perché se la incrocio di nuovo per strada le farò un po’ di domande di ripasso. Come lei disse a me quel giorno: si informi! e magari si vergogni pure se le é rimasta un briciolo di dignità .

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