La riservatezza della nostra vita privata pare essere inversamente proporzionale alla quantità  di tecnologia che decidiamo di usare nel quotidiano. Su internet veniamo spiati, studiati, “profilati” e anche rintracciati. Inquietante se si pensa alla mole di foto e informazioni personali che vengono messe incautamente a disposizione di tutti sui social network. Ma non é solo attraverso i computer che mettiamo a rischio i nostri segreti. IPhone, iPad e perfino iPod sono al centro di un allarme sicurezza, arrivato dal Centro francese di ricerca contro gli attacchi informatici. Il sistema di protezione dei dati dei 3 prodotti Microsoft può essere violato facilmente con un sistema a 2 tappe. La persona bersaglio dell’attacco viene prima invitata a visitare un sito internet che registra il modello dell’apparecchio e lo reindirizza verso un documento Pdf “trappola”. Poi, sfruttando una seconda falla, stavolta a livello del sistema operativo, l’hacker può arrivare a prendere il controllo totale del telefono.

Nelle ultime settimane, poi, sono caduti alcuni miti della tecnologia riservata e protetta. Il segretissimo algoritmo di Skype, il cuore dei protocolli di sicurezza del popolare software di messaggistica istantanea gratuita, é stato decriptato. E il BlackBerry, il telefonino canadese che protegge le comunicazioni dei suoi utenti grazie a un proprio server, é finito sotto l’attacco incrociato delle proteste di Paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati, l’India e il Libano. Per evitare il blocco di alcuni servizi da parte dei governi, si accinge a rivelare il proprio segretissimo codice sorgente: così email e sms del BlackBerry potranno essere intercettati dalle polizie.

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